E’ notizia dei giorni scorsi il via libera per l’apertura dello Stadio Olimpico ai tifosi in occasione delle quattro partite di Euro 2021 in programma a Roma. Tale decisione ha di fatto riacceso il dibattito sulla ripartenza del settore eventi fermo ormai da oltre un anno. La decisione di aprire lo stadio Olimpico a ben 17.000 tifosi ha messo in evidenza il paradosso dato da una regolamentazione sulla gestione del pubblico del settore culturale differente rispetto a quella legata agli europei di calcio .
Nel frattempo sono molti i teatri occupati in tutta Italia, da Il Piccolo di Milano, pieno di lavoratori dello spettacolo che protestano e chiedono le riaperture, al Globe Theatre di Roma dove da ieri mattina si protesta chiedendo “una riforma strutturale del settore” con lo slogan “A noi gli occhi please”.
Come evidenzia Repubblica in un articolo del 14/04, “Il mondo dei concerti pop che non può ripartire se non si consente una capienza almeno al 65%, le associazioni di settore che insistono su una valutazione che non imponga limiti, ma tenga conto piuttosto dell’ampiezza dei locali e delle misure di sicurezza, la lirica che guarda alle sue numerose maestranze e invoca un rush del piano vaccinale per mettere in sicurezza cori, orchestre, corpi di ballo e nell’attesa cresce lo scontento e anche le disdette. Solo ieri sono stati rinviati il tour europeo di Ligabue, le date di Fiorella Mannoia e Francesco Renga, mentre altre rock star del calibro di Vasco Rossi, Zucchero, i Pearl Jam avevano già dato la triste notizia ai fan. Intanto Ligabue, con Gianna Nannini e Piero Pelù, ha scelto di aderire alla campagna di Bauli in Piazza firmando magliette e felpe, la cui vendita andrà a sostegno della categoria in vista della seconda manifestazione nazionale che si terrà sabato 17 aprile 2021 in Piazza del Popolo a Roma.”
Sempre su Repubblica si apprende che il Ministro della Cultura Dario Franceschini ha inviato una sintesi ai tecnici del Comitato per aiutare la ripartenza di un settore che la pandemia ha ridotto allo stremo, indicando di aumentare la capienza dei luoghi dello spettacolo dall’attuale 25 al 50 per cento con un massimo di 500 spettatori al chiuso e 1000 all’aperto. E insieme a questo propone di consentire l’organizzazione sperimentale di grandi eventi, anche con 5 mila spettatori purché ci si doti di ulteriori precauzioni, sul modello del concerto che si è tenuto recentemente a Barcellona con 5 mila spettatori, tutti sottoposti preventivamente a tampone e tutti con mascherina Ffp2. Nel documento presentato al Cts non si parla però né di tamponi né di mascherine. Non si scende nel dettaglio, insomma, immaginando che nel caso di grandi eventi gli organizzatori dovranno avviare un confronto con la Regione e con il ministero della Salute, con i quali concorderanno le eventuali misure da mettere in campo.
Pronta la reazione di Claudio Trotta, portavoce di #ricominciamo – Protocollo operativo per la riapertura di tutti gli spazi dello spettacolo dal vivo e degli eventi.
Riproponiamo di seguito il comunicato stampa:
“In relazione alle dichiarazioni del Ministro Franceschini crediamo opportuno ribadire che:
- Non vi è alcuna necessità di sperimentazioni relativamente alla organizzazione di eventi pubblici che rispettino protocolli di sicurezza.
- Le capienze degli spazi dove si svolgono spettacoli ed eventi pubblici dovranno essere determinate localmente sulla base di dimensioni e caratteristiche degli stessi e conseguentemente alle diverse applicazioni delle modalità organizzative possibili indicate nel protocollo #ricominciamo.
- Il nostro protocollo sottoscritto da più di 80 diverse sigle del mondo dello spettacolo è il frutto di 6 mesi di lavoro collettivo e condiviso di professionisti e medici del settore.
- Oltre ai complimenti e a un parziale riconoscimento chiediamo al Ministro Franceschini di provare concretamente, finalmente, il riconoscimento del settore, ottenuto con tanta fatica attraverso proposte operative e perseveranza dialettica.
- Vanno concepiti e applicati ristori “ad hoc” per chi riaprirà applicando il protocollo e, soprattutto, farà lavorare. Il ristoro dovrebbe essere parametrato all’effettivo lavoro creato nello spettacolo, non solo alla mera riapertura.
- Andranno sostenuti alcuni comparti che non potranno ripartire neanche con parametri allargati (piccoli live club, dancing, piccoli teatri), che pur hanno dato lavoro da sempre a migliaia di lavoratori dello spettacolo e nutrito le anime di milioni di persone.
- Sarà determinante il superamento del sistema dei colori che non può essere sostenuto da nessun tipo di spettacolo che necessita programmazione, produzione e promozione, attività incompatibili con una modalità di cambiamento settimanale o quindicinale della possibilità di lavorare. Questo sistema, inoltre, con la sua congenita precarietà, inibisce la potenzialità imprenditoriale e la necessità di poter vendere biglietti fuori dal proprio territorio regionale.