Con grande piacere anche quest’anno siamo tornati in quella che per noi è la venue di casa, il Teatro la Versiliana di Marina di Pietrasanta, non mancando così nemmeno un anno, nonostante il perdurare di una situazione che conosciamo tutti …
Un buon segnale di ripresa? Per quel che ci riguarda risposta è “NI”, a meno di non voler vedere per forza il bicchiere mezzo pieno.
Ad ogni modo, nonostante tagli di vario genere e una formazione rimaneggiata in versione trio quello di Francesco Renga è uno show dignitoso che nella sua semplicità è stato pensato e realizzato bene e, contestualmente al periodo storico, ha bene o male funzionato…
Certo un paio di maestranze in più avrebbero fatto comodo ma questa estate abbiamo visto situazione molto peggiori anche perché, guarda caso, i tagli maggiori sono sempre a livello del personale tecnico…
E’ stata una ottima occasione per ritrovare personaggi di lunga esperienza come Alberto Butturini e Jo Campana che, oltre alle questione tecniche, hanno sempre ideee e vedute che vale la pena condividere. Nelle interviste a seguire troviamo anche quella al Direttore di Produzione Carlo Bottos – che ha fatto un ottimo lavoro combattendo con tempistiche e budget – e la testimonianza quasi “controcorrente” di Alessandro Bufalini del service residente. Buona lettura!
ZioGiorgio.it: Carlo, siamo alla penultima data di questo tour. Com’è andata?
Carlo Bottos: è andata bene con grande sforzo da parte di tutti, artista, agenzia, musicisti, tecnici. Appare ovvio che questa non può essere una situazione “normale” e nemmeno può essere sostenibile a lungo. Fatte queste premesse il tour è andato bene, considerando le capienze decisamente ridotte.
ZioGiorgio.it: siete riusciti a lavorare in tranquillità e con tutto il supporto tecnico necessario, visto che richiedete praticamente tutto il materiale sul posto?
Carlo Bottos: considerando che si tratta di una situazione tutto sommato semplice direi assolutamente. Ho visto molta gente con la voglia di rimboccarsi le maniche e lavorare e la qualità generale dei service con i quali abbiamo collaborato, da nord a sud, è sempre stata all’altezza. Se e quando ci sono stati piccoli problemi, come è normale che sia, si sono risolti sempre per il meglio.
ZioGiorgio.it: alla fine della fiera in quanti girate? Quanti siete in tour?
Carlo Bottos: oltre ovviamente all’artista abbiamo tre musicisti, Jo Campana e Alberto Butturini (due stimati professionisti che ha voluto fortemente Renga), Francesco Valla che segue il gobos per l’azienda TelaMauri di Maurizio Maggi, io e poi Lorena “Lollo” Nolli, un supporto molto prezioso nel doppio ruolo di assistente di produzione e assistenza all’artista. Non c’è Backline al seguito (se non le chitarre personali dei musicisti) e non ci sono trasporti di materiale.
ZioGiorgio.it: hai qualche lavoro confermato per l’autunno? Con questo “benedetto” Green Pass teoricamente ci dovrebbero essere più riaperture. Come la vedi?
Carlo Bottos: da quel che so ad oggi non c’è nessun tour in programma per la stagione autinnale, almeno stando alle mie informazioni. La mia sensazione è che il Green Pass sia uno strumento molto politico e poco tecnico. A rigor di logica – proprio in virtù del concetto stesso per cui è stato creato – le riaperture avrebbero dovuto essere più generose in termini di capienza, soprattutto per l’indoor, ma a quanto pare non sarà così..
L’equazione è semplice per chi fa questo mestiere: se non si fanno numeri adeguati di pubblico diventa difficile poter avere entrate tali da garantire lo svolgimento di una tournée e pagare dignitosamente il persona che ci lavora. Anche perché non credo che, come è avvenuto per altri settori, arriveranno mai aiuti più sostanziosi dallo Stato, ma spero di essere smentito.
ZioGiorgio.it: mi stai dicendo che potrebbe essere un altro inverno di stand by? E per l’estate 2022 quindi? Sempre stando alle tue informazioni/sensazioni, come pensi possa essere?
Carlo Bottos: un anno fa chi sta ai vertici della “piramide” diceva che una ripartenza vera ci sarà quando avremo un vaccino efficace contro questo maledetto Covid. La domanda quindi è se abbiamo realmente un vaccino efficace! Qui sconfiniamo in altre tematiche più complesse sulle quali non voglio sbilanciami, ma la sensazione è che ancora una volta ci dobbiamo tutti affidare a quello che succederà, ovvero non si può programmare. E’ anche vero che mi pare che i grossi player della musica dal vivo stiano fremendo, un po’ come se la pazienza fosse finita. Per questo io credo che per l’estate 2022 qualche cosa di importante debba accadere. Ma queste, ripeto, sono miei sensazioni, nessuno ad oggi ha la sfera di cristallo…
Passiamo alla regia FoH dove, dopo molti mesi, ritroviamo finalmente un amico, Alberto Butturini.
ZioGiorgio.it: ciao Alberto, ben ritrovato! Una situazione tutto sommato differente rispetto alle altre dove ci incontravamo in passato… Raccontaci qualche cosa.
Alberto Butturini: sono stato chiamato da Renga per intraprendere questo tour, nonostante il momento ancora difficile, e come puoi vedere è stato scelto di mettere in scena uno spettacolo essenziale ed agile.
Ci sono tre musicisti sul palco e praticamente richiediamo tutto il materiale su piazza.
Le uniche cose a livello audio che portiamo sono le chitarre dei musicisti, il microfono di Francesco (che porto io stesso) che è un DPA D:FACTO a cavo ed un Cardinal di Electro Voice per fare l’accoppiata sul cabinet delle chitarre insieme a uno Shure Sm57 residente. Fine!
ZioGiorgio.it: quindi impianto nuovo e mixer nuovo tutte le sere. Un ritorno alle origini…
Alberto Butturini: certo, questo è quanto. Ti confesso che non è un grosso problema, vista anche la semplicità intrinseca dello show. Per quanto riguardo i mixer ho trovato sempre macchine comunque affidabili e ben suonanti. Oggi ho una DiGiCo SD8, ieri avevo uno Yamaha, domani un altro brand ancora. Ho degli show salvati sulla mia chiavetta ma tante volte, giusto per rimanere allenato, preferisco ripartire da zero e rifare tutto il mix.
In merito ai sistemi audio mi affido a quello che trovo su piazza e anche in questo caso – siamo alla penultima data – tutto è andato per il meglio. La qualità generale si è alzata parecchio.
ZioGiorgio.it: vedo che usi tutti gli effetti internamente. Parola d’ordine semplicità?
Alberto Butturini: mi sembrava logico non complicare inutilmente le cose, considerando che sono un totale di 11 canali!
ZioGiorgio.it: peraltro sei il solo tecnico audio, non c’è un fonico di palco. Come è stata affrontata la cosa?
Alberto Butturini: inizialmente mi era stato chiesto di gestire il mix sul palco dalla sala, cosa che ho caldamente sconsigliato fin da subito. Renga è un artista di esperienza, per certi versi molto esigente e fare tutto dalla sala non era proprio cosa, credimi.
Visto che non era previsto un budget per un fonico di palco la Produzione ha optato per prenderlo su piazza ogni volta. Non è certo la soluzione migliore ma così è. Ad ogni modo anche in questo caso abbiamo cercato di semplificare il tutto; sia i musicisti che Francesco usano monitor wedge ed io mi limito a dare qualche dritta al fonico di turno durante le prove pomeridiane giusto per “avviarlo al lavoro”.
ZioGiorgio.it: bene o male questa tournée è arrivata alla conclusione. Come è andata secondo te e quali aspettative ci sono per il futuro?
Alberto Butturini: questo tour è andato “bene” se rapportato ai parametri del momento disastroso che stiamo tutti passando. Che le cose le si faccia andare bene non vuol dire che vanno bene realmente…
Nel mondo reale non è proponibile lavorare con questi tagli di personale e con queste capienze di pubblico, diciamo che è stato più un modo per far andare avanti la macchina.
Voglio essere onesto, non penso molto al futuro del nostro mestiere ultimamente. Come sai sono stato tra i primi a darmi da fare ed ad affaccendarmi per far sì che si uscisse in qualche modo da questo tzunami e più in generale le vite di ognuno di noi.
Purtroppo molte scelte non dipendono da noi tecnici, ma ciò che è certo è che in questi mesi (quasi due anni ormai…) sono uscite in moltissime criticità che solo in parte conoscevamo, problemi endemici del nostro mestiere che onestamente non vedo come possano essere superate nel prossimo futuro.
ZioGiorgio.it: quali sono, tra gli altri, i problemi che vedi più evidenti?
Alberto Butturini: la totale mancanza di unità del settore, che non è fatto solo da tecnici e service, ma è un mondo che deve contare anche sul contributo del settore fieristico e degli eventi in genere. Un business molto più grande, anche se il mondo dell’etertainmen – da solo – non è poi così trascurabile.
Ci sono state molte iniziative lodevoli ma che, da quel che vedo, si sono poi spente nell’oblio o comunque non sono state capaci di fare da vero catalizzatore, da riferimento unico per addetti ai lavori e mondo delle istituzioni.
Inoltre il danno, anche economico, c’è ed è stato fatto, saranno in tanti che dovranno ahimè leccarsi le ferite nei prossimi mesi…
ZioGiorgio.it: tu hai anche un ruolo importante in una delle cooperative più grandi in Italia, Techne. Avete avuto modo di stimare le “perdite” anche in termini di maestranze?
Alberto Butturini: Techne non ha avuto problemi di defezioni professionali ma da quel che ho sentito dire da colleghi ed amici pare che le perdite siano nell’ordine di un 30% in meno di personale qualificato, persone che hanno preferito andare a fare l’elettricista, il montatore edile o altri lavori più disparati. Sarà una mancanza che toccherà da vicino tutti, nessuno escluso nella filiera, non solo i service, ma anche agenzie e soprattutto artisti che forse non troveranno più al loro fianco persone alle quali affidavano i loro show da molti anni.
ZioGiorgio.it: è un critica verso promoter, agenzie ed anche artisti?
Alberto Butturini: non è questione di fare critiche o meno, è la realtà dei fatti. In questo anno e mezzo sono tutti spariti, a ragione o a torto così è stato. Io sono tra quelli “fortunati” se così possiamo dire, ho avuto una carriera lunga e sempre ad alti livelli e tra qualche anno potrei anche decidere di andare in pensione. Ma nella mia situazione ci sono pochi altri colleghi e non voglio pensare ai più giovani.
Credo che sia lungimirante da parte di tutti gli attori del settore – quindi anche agenzie, promoter, artisti – preoccuparsi della sopravvivenza della categoria. Se e quando tutto ripartirà, speriamo prestissimo, chi si occuperà di far funzionare le macchine? Chi si prenderà cura di far crescere le nuove generazioni?
Poco dopo ritroviamo un altro amico storico, il Lighting Designer Jo Campana, che ha appena finito di metter mano al progetto luci della giornata.
ZioGiorgio.it: Jo, anche tu, come Alberto, usi tutto ciò che c’è su piazza. Come hai organizzato il lavoro?
Jo Campana: evito di fare tutte le premesse del caso, cose di cui abbiamo già ampiamente parlato e che ti hanno già detto i miei colleghi, e cerco di inquadrare questa situazione specifica.
Io ho fatto una richiesta minima, che considero “entry level” al fine di garantire uno show quantomeno “dignitoso”. Quindi, nella pratica richiedo un’americana centrale e una controluce con un minimo di dotazione di fari più o meno “standard”. Poi se trovo una terza americana frontale e un po’ di floor (fari a terra) ancora meglio. Stessa cosa per la console che richiediamo su piazza così come un assistente local che mi supporti nelle operazioni di focus nel caso abbia da puntare delle incandescenza sul front truss (vedi foto palco ndr).
ZioGiorgio.it: oggi al Teatro della Versiliana c’è un rig di tutto rispetto, quindi puoi concederti qualche “lusso” in più?
Jo Campana: sì, oggi c’è tutto ciò che serve per uno show come questo che, oggettivamente, si può considerare relativamente semplice. “Relativamente” perché, viste le tempistiche strette, e la necessità di ricreare ogni volta lo show che bene o male ho ideato non ho poi molto tempo extra da dedicare a chissà quali raffinatezze.
ZioGiorgio.it: l’artista ti ha chiesto qualche cosa di particolare?
Jo Campana: con Francesco collaboriamo e ci consociamo da moltissimi anni e l’unica cosa che ha chiesto è che fossi io a seguire le luci anche in questa avventura, per il resto credo ci sia piena fiducia e la consapevolezza di dover “adattarsi” al particolare momento storico.
L’unica accortezza che devo avere durante lo show è quella di illuminare sempre Renga perché, a differenza dei musicisti che sono sostanzialmente sempre seduti, si muove molto e sempre in posizioni differenti. Anche e soprattutto per questo motivo un seguipersona è sempre ben accetto.
ZioGiorgio.it: prima a microfoni spenti parlavi di “falsa ripartenza”, anche se da quel che ho sentito molti service hanno lavorato parecchio ed anche gli eventi sono stati in un numero tutto sommato inaspettato. Tu che feedback hai?
Jo Campana: non conosco bene la realtà dei service locali e degli eventi regione per regione, anche se posso immaginare, da quel che ho visto, che un po’ di movimento ci sia stato. Se però guardo al mondo dei tour e delle produzioni vedo che in molti – e questo è uno di quei casi – cercano semplicemente di “mantenere accesa la brace”, come un tentativo di continuare a far muovere gli ingranaggi, ma nulla di più.
Detto questo, non è certo così ed a queste condizioni che si può sperare di far ripartire il settore.
ZioGiorgio.it: la stessa domanda che ho fatto ad Alberto, come vedi il futuro del settore?
Jo Campana: bella domanda, avrei dovuto prepararmi! Anche se in realtà non c’è molto da argomentare in questo preciso momento in cui le incertezze, soprattutto in relazione alla stagione autunno/inverno, sono ancora moltissime. A me spiace dirlo, anche perché vorrei dare un messaggio più positivo, però io la vedo ancora lunga…
Anche nel momento in cui finalmente ci sarà una ripartenza vera, la strada sarà tutta in salita per un sacco di criticità che sono la diretta conseguenza di mesi di stop. Poi magari – una cosa che ci auguriamo tutti – la salita sarà sì dura, ma veloce!
ZioGiorgio.it: quali pensi siano le maggiori criticità?
Jo Campana: più che fare una lista lunga e abbastanza decontestualizzata di quelle che, per me, possono essere le criticità, io posso dirti – sempre opinione personale – che ci si è dati un sacco da fare per modificare un sistema che forse più che essere modificato andrebbe rifondato da capo!
Di sicuro lo scollamento che c’è tra agenzie, artisti e mondo tecnico è qualche cosa che può rappresentare un problema non da poco nel futuro. Ad ognuno il suo posto, ma siamo tutti ingranaggi della stessa ruota, questo è un concetto che dovrebbe essere chiaro e che da quel che ho visto in questi mesi è stato solo nei proclami…
Verso fine giornata, nello splendido bar della Versiliana, incontriamo l’inesauribile Alessandro “Bufalo” Bufalini, sempre presente e sempre positivo che ci ha strappato anche qualche bella risate con alcune delle sue proverbiali battute da toscanaccio. Un esempio di un service che da anni lavoro bene, con passione e che, nonostante le difficOltà oggettive, è ancora in pista!
ZioGiorgio.it: Ciao Alessandro (Bufalo per tutti ndr), raccontaci qualche cosa della Versiliana 2021
Alessandro Bufalini: intanto cominciamo col dire che è sempre una location stupenda, a parte il caldo e l’umidità in alcune giornate che ti sfianca nel vero senso della parola.
Passando alla parte tecnica, un po’ come gli scorsi anni, ci siamo organizzati in maniera flessibile. Lasciamo in venue il multicord e le eventuali fibre già stese e poi un plot luci di base montato per poi, a seconda delle richieste delle produzioni, porto regie, sistema audio, monitoraggi ed eventualmente backline (come in questo caso).
Oggi ho montato un RCF HDL10 perfetto per la location, banchi DiGiCo e qualche luce in più richiesta da Campana. Sono state tutte richieste semplici da esaudire, certo ci vuole un po’ di pazienza perchè oggi come staff tecnico ci sono due giovani promettenti… (riferendosi a Jo Campana e Alberto Butturini ndr).
ZioGiorgio.it: Bufalo, sei uno di quelli che sta sempre sul campo, quindi chi meglio di te può darci un’impressione sulla stagione 2021?
Alessandro Bufalini: io ho lavorato un sacco, moltissimi eventi, sia piccoli, sia medi ma comunque devo dirti che nelle zone dove di solito lavoro io la ripresa dell’attività c’è stata. Purtroppo dal punto di vista musicale abbiamo visto tanti unplugged, produzioni ristrette, tagli di personale, diciamo pure “‘na tristezza assoluta” ma questo è ciò che è possibile fare in questo preciso momento.
ZioGiorgio.it: in parte sono sorpreso da quello che mi dici, anche se è una buona notizia. Ai tuoi colleghi, che tu sappia, com’è andata?
Alessandro Bufalini: credo che io debba ritenermi fortunato, anche perché da sempre mi piace “trafficare sul campo” ma da quel che ho visto sono in tanti che hanno lavorato come me, sono tutte strutture di dimensioni medie, ma che da anni sono sul pezzo e lavorano bene.
Posso dirti che si sono dati un gran da fare le piccole agenzie, i promoter locali, enti etc. che hanno evidentemente molta, molta voglia di lavorare e provare a superare il periodo con i mezzi disponibili.
Ho visto tante persone molto motivate, concrete ed organizzate! In molti casi “piglio pure i soldi prima”, dato che il pubblico, molto spesso, paga a mesi se non anni di distanza…
ZioGiorgio.it: quindi c’è margine e spazio per fare nuovi investimenti?
Alessandro Bufalini: “sì, come no, investo la tu’ zia sulle strisce…” (con accento toscano)
RISATA GENERALE
ZioGiorgio.it: e in merito a tecnologie e prodotti?
Alessandro Bufalini: tornando seri, noi non abbiamo mai smesso per la verità di fare investimenti e ricercare nuove soluzioni tecnologiche, certo questo ultimo anno, come è ovvio che sia, siamo stati un po’ accorti ma di certo l’aggiornamento tecnologico e la sostituzione dei materiali è importante…
Aldo Chiappini
COO & Editorial Manager