Dopo due anni di fermo a causa della pandemia, è finalmente tornato il Concerto del Primo Maggio di Roma in una Piazza San Giovanni riempita da circa 60.000 persone senza mascherina con la voglia di fare festa e di manifestare per il lavoro, i diritti e per la pace!
Il Concertone, presentato per il quinto anno consecutivo da Ambra Angiolini, è stato promosso da Cgil, Cisl e Uil, mentre la produzione e l’organizzazione è stata commissionata a iCompany che con lo slogan “Al lavoro per la pace”, ha voluto lanciare un messaggio che unisse sia il ritorno al lavoro per i lavoratori dello spettacolo, sia il momento tragico della guerra in Ucraina!
Sul palco si è alternato un cast di oltre 50 artisti che hanno fatto ballare e divertire il pubblico con uno show durato circa 10 ore e con un collegamento in diretta Rai in prima serata che ha visto la partecipazione di 3 milioni di spettatori con uno Share del 10,4%.
Per l’occasione sono state coinvolte diverse aziende del settore, una su tutte l’italianissima K-array che ha progettato e seguito il setup del PA della Piazza!
Abbiamo parlato con Klaus Hausherr (product Specialist di K-array) che ci ha parlato del sistema audio.
ZioGiorgio: ciao Klaus, come era composto il sistema PA?
Klaus: il sistema era composto da un P.A. principale posizionato tra lo schermo Led ed il palco, con 18 Firenze-KH7 (9 per parte) e una linea di sub frontale formata da 9 Firenze-KS8 + 10 Firenze-KS5 in configurazione ad Arco digitale dove sono stati appoggiati 8 Mugello KH2P I come Frontfill.
ZioGiorgio: in questo caso la tecnologia EBS è stata fondamentale!
Klaus: non possiamo non parlare della tecnologia EBS (Electronic Beam Stearing) grazie alla quale è stato possibile avere una copertura uniforme pur avendo array appesi perfettamente dritti, senza angolazioni, a vantaggio di un rapidissimo montaggio e un ridottissimo ingombro nei punti di appendimento.
ZioGiorgio: sono stati montati dei delay?
Klaus: sì, abbiamo utilizzato 4 sistemi identici composti da 8 KH2 e 4 Sub forniti dal Service Arcadia, divisi in 3 torrette delay: due sistemi nella torre dietro la regia di sala aperti di circa 30° tra loro per aumentarne la copertura e due sistemi nelle torri delay più esterne alla Piazza!
ZioGiorgio: hai appena nominato il Service Arcadia, quali sono state le aziende coinvolte per il progetto audio?
Klaus: K-array ha gestito la progettazione di tutto il sistema fornendo parte del materiale, tra cui anche 2 monitor wedge Mastiff-KM312, due Drumfill composti da un Thunder-KS3P I e un Dragon-KX12 oltre a un sistema di Side Fill appeso sul palco con 4 Mugello KH2P I e 2 Thunder-KS3P I per parte! Per l’implementazione del materiale necessario sono stati coinvolti i Service ABC e Arcadia!
ZioGiorgio: come hai gestito il Segnale?
Klaus: il signal flow del concerto era tutto gestito dalla sala attraverso due Galileo di Meyer Sound che splittavano i segnali dei 3 mixer Allen&Heath D-Live S5000 verso il P.A.
Ovviamente il tutto era remotato da un computer collegato in rete in modo da essere libero di potermi spostare nella piazza!
ZioGiorgio: qual è stato il focus nella progettazione del sistema?
Klaus: lo scopo principale è stato quello di creare maggiore uniformità possibile su tutta l’area interessata e devo dire di esserci riuscito. Dal mio punto di vista, infatti, sono stato molto soddisfatto: la produzione è rimasta contentissima, l’impianto, nonostante fosse invisibile o quasi, si è comportato benissimo e ha lavorato in un buon range senza mai andare in clipping e ho ricevuto anche molti feedback positivi dai fonici che si sono susseguiti durante la giornata!
ZioGiorgio: hai parlato di un impianto potente ma quasi invisibile, qual’è il segreto?
Klaus: sicuramente la Slim Array Technology (SAT) è stata fondamentale in questo processo! La forma compatta e il carico dei trasduttori è stato studiato per determinare una risposta all’impulso veloce e stabile che permette il controllo completo delle componenti spettrali del segnale, della direttività favorendo un suono potente ed estremamente definito. Il design dello speaker, aperto in parte anche posteriormente, crea una direttività a cardioide che limita le risonanze all’interno del box e riduce al minimo il rischio di feedback sul palco!
Abbiamo inoltre intervistato Enrico Romanelli (fonico di sala dell’evento) per avere un suo parere!
ZioGiorgio: ciao Enrico, come ti sei trovato a mixare su questo sistema?
Enrico Romanelli: sono rimasto piacevolmente sorpreso dalle prestazioni di questo sistema.
Forse era una delle prime volte che lo utilizzavo, sicuramente la prima in una venue così ampia.
Abbiamo missato probabilmente una quarantina di band, e quindi programmi musicali totalmente differenti, e il p.a. ha sempre risposto in maniera ottimale. Abbiamo provato anche a stressarlo più del dovuto ed il sistema non ha mai dato cenni di criticità , ha sempre risposto presente!
ZioGiorgio: questa tua sensazione è stata confermata anche dai colleghi che si sono alternati durante la giornata?
Enrico Romanelli: tanti fonici che si sono avvicendati alla consolle durante la giornata non hanno fatto altro che confermare questa mia impressione.
Tutto questo , da non sottovalutare, in una condizione di impatto estetico a dir poco irrilevante. Praticamente è come non avere l’impianto.
Quante volte negli anni ci siamo trovati difronte a dei clienti che ci dicevano, “l’impianto non si deve vedere…” . Sicuramente non c’è scelta migliore!
Che dire… esperienza molto più che positiva!
Nicola Trapassi
ZioGiorgio Contributor
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