Vasco torna a suonare dal vivo e lo fa in grande stile con una produzione imponente.
Oggi ci occupiamo di audio partendo da un sistema PA di grandi dimensioni – molto simile allo schema già usato a Modena Park con il cluster centrale dedicato alla sola voce – fino ad arrivare alle nuove console, doppie sia in sala che sul palco e completamente ridondanti, espediente che ormai sembra essere diventato uno standard in eventi di questa portata, almeno in Italia.
Andrea Corsellini – fonico FoH – ci ha raccontato dell’uso delle nuove DiGiCo Quantum 338, dell’eliminazione di praticamente tutto l’hardware esterno e del clock del sistema a 96 Khz ed alle nostre orecchie il suono era sempre e comunque quello potente e “generoso” che siamo abituati ad ascoltare con Vasco da ormai qualche anno.
Risultato ottenuto grazie anche alla squadra – ormai rodata – di tecnici di Agorà, rent che ha fornito tutto il materiale audio del tour.
ZioGiorgio.it: ciao Andrea e ben ritrovato! Partiamo da una domanda generica, com’è stata per te questa ripartenza?
Andrea Corsellini: per quello che riguarda il nostro stato emotivo è tutto come prima della pandemia. Temevamo di esserci un po’ dimenticati come si fa questo lavoro ma invece è talmente radicato in noi che tutto viene in automatico.
La pausa è stata comunque un pretesto per rimettersi in gioco e provare soluzioni nuove fuori dallo standard al quale eravamo abituati a lavorare in precedenza.
La conseguenza negativa della pandemia, invece, è la carenza di manodopera specializzata come rigger, scaf, facchini, runner, ecc, tutte figure che possono sembrare marginali ma che invece sono fondamentali per far girare la macchina degli eventi live!
Anche in questa situazione, con dei tempi molto serrati e un P.A così imponente, rischiamo ad ogni data di ritardare il montaggio. La nostra fortuna è quella di essere indipendenti dal punto di vista strutturale e di non dover attendere i tempi di setup del video o delle luci.
ZioGiorgio.it: quindi, almeno per questo tour, non c’è stato un ridimensionamento…
Andrea Corsellini: per fortuna, no. È lo spettacolo più grande che sta girando in Europa in questo momento insieme a quello dei Rammstein e stiamo parlando del palco più grande dopo Modena Park con quasi 120 metri lineari e uno spettacolo video fondamentale per lo show distribuito su 1000 metri quadrati di schermo con una risoluzione a 16K. Sono stati installati più di 1000 punti luce oltre ai laser e ai fuochi artificiali che sul finale di Albachiara durano più di 5 minuti!
ZioGiorgio.it: veniamo al tuo setup, cosa è cambiato?
Andrea Corsellini: come puoi vedere ho tolto molte delle machine di dinamica esterne con le quali sono sempre stato abituato a lavorare a favore dei plugin interni delle nuove console Quantum. Questa scelta è stata determinata anche dalla volontà di ridurre al minimo i fattori di rischio dovuti ad eventuali rotture e alla scelta di lavorare per la prima volta a 96 KHz.
L’unica catena esterna che ho mantenuto uguale al passato è quella di backup sulla voce di Vasco che, in caso di problema, attivo con una Macro.
ZioGiorgio.it: parlaci delle Console che non sono i mixer di “punta” di DiGiCo come in passato.
Andrea Corsellini: non sono le SD7, ma sono comunque Quatum, con tutto ciò che ne consegue.
Mi sono state proposte queste due DiGiCo Quantum 338, che sono in Mirror totale e sinceramente non ho visto alcun impedimento, dato che suonano come qualsiasi Qautum.
La nota di merito sono gli schermi, finalmente molto visibili e di dimensioni generose.
Se proprio vogliamo essere pignoli avrei optato per una serie di faders qualitativamente migliori.
ZioGiorgio.it: quello a cui abbiamo assistito ed ascoltato è uno show diverso, che ha abbandonato certe atmosfere quasi “gothic” per virare verso soluzioni nuove ed atmofere forse più “morbide” grazie anche all’introduzione della sezione dei fiati.
Andrea Corsellini: “morbide” proprio direi di no. Però dopo la parentesi Industrial e praticamente Heavy-metal degli scorsi anni, quest’anno Vincenzo Pastano (chitarrista e direttore musicale) ha deciso, in accordo con Vasco, di inserire un trio di fiati composto da sax, tromba e trombone ed ha spostato gli arrangiamenti verso delle sonorità che spesso si accostano a quelle degli Aerosmith, se proprio dovessi fare un paragone forzato.
Questo, ovviamente, ha dettato la ricerca e una nuova costruzione del suono di tutti gli strumenti a partire dalla batteria.
ZioGiogiorgio.it: un lavoro certosino sui suoni peraltro, come lo hai affrontato?
Andrea Corsellini: già, ti assicuro che c’è stato un grande lavoro in fase di pre-produzione fatto insieme a Vince Pastano. Forse ancora più che in passato abbiamo lavorato su ogni singolo suono, su ogni singola sfumatura, anche in virtù di arrangiamenti molto strutturati.
ZioGiorgio.it: quest’anno hai anche il compito di registrare il concerto ed estrapolare in poche ore alcuni brani. Come ti sei organizzato?
Andrea Corsellini: oltre al mix FoH ho anche il compito di produrre l’audio dei contenuti multimediali che vengono pubblicati sulle pagine social di Vasco. Vista la richiesta continua di materiale (spesso in tempi brevissimi) ho costruito un sistema di recording che mi permette di poter lavorare da casa, in hotel o in viaggio. Ogni sera infatti, oltre al multitraccia, registro una serie di stems che mi permettono di ritrovare velocemente il mix dello show una volta importati sul ProTools del mio laptop. In questo modo posso effettuare le eventuali modifiche richieste e dargli la compressione adatta agli standard dei contenuti internet.
ZioGiorgio.it: il sound del concerto è quello di Vasco e che ormai conosciamo, potente e generoso. Vogliamo fare qualche accenno tecnico, magari in merito dinamiche e compressioni, giusto per sapere se c’è qualche cosa di nuovo?
Andrea Corsellini: questo è il sound che mi è stato chiesto di riprodurre e sostanzialmente il mio approccio, anche se ho abbondato moltissimo hardware esterno, non è cambiato.
Vasco e il suo pubblico vogliono questo, vogliono sentire vibrare e vogliono godere di un suono potente e con un volume adeguato. Poi possiamo anche discutere per ore se sulla chitarra sia meglio avere il Manley ELOP o se usare il plug-in, ma a mio modo di vedere, soprattutto utilizzando i nuovi Spice Rack di Quantum, il divario si è ulteriormente ristretto.
Invece un’altra novità per noi interessante è che per la prima volta con Vasco, stiamo clockati a 96 Khz e devo dire che una certa differenza l’abbiamo percepita. Con Luca Scornavacca abbiamo fatto delle comparazioni A/B e, soprattutto sulla parte alta, alle nostre orecchie qualche cosa, in meglio, è cambiato… (troverete l’intervista a Scornavacca a seguire ndr)
Sempre in regia FoH abbiamo incontrato Luca Nobilini, PA manager, che ci ha spiegato anche in merito al flusso dei segnali.
ZioGiorgio.it: ciao Luca, partiamo Signal Flow?
Luca Nobilini: abbiamo due catene: una catena Main completamente digitale AES-EBU e una di backup completamente analogica.
Il sistema switcha in automatico sul segnale analogico nel momento in cui viene a mancare quello digitale, un set up semplice ma molto afidabile.
ZioGiorgio.it: parlaci del P.A, generoso.
Luca Nobilini: esatto, questa è la configurazione che ci portiamo dietro da Modena Park, solo leggermente ridimensionata. E’ costituita da un doppio array (uno per la voce e uno per il musicale) più un terzo array di K1 SUB. Come vedi gli array del main sono di discrete dimensioni ed oggi sono composti da 4 subs in testa + 12 K1 e 4 k2 come down fill. Lungo il fronte palco, larghissimo, ci sono sparsi ovunque dei front-fill per le prime file, come è normale che sia in palchi di questo formato…
Per quanto riguarda i sub a terra sono posizionati dei KS28 che inizialmente dovevano essere in configurazione ad arco ma, con l’introduzione della passerella e per alcune esigenze di palco, sono diventati un grande sistema Left e Right. Altri due array di subs sono appesi a fianco al main.
ZioGiorgio.it: come gestite le linee delay?
Luca Nobilini: i delay vengono studiati in base alla grandezza della Venue: siamo partiti da Trento con 18 linee, a Milano ne abbiamo montate 10, a Imola 9 e qui a Firenze ne abbiamo 8! Le prossime date saranno all’interno degli stadi e avremo la classica configurazione con 4 delay.
ZioGiorgio.it: come ti sembra lavorare nei grandi eventi post pandemia?
Luca Nobilini: mi sembra tutto più difficile, probabilmente siamo un po’ arrugginiti anche noi! L’unica cosa certa è che il lavoro è ripartito al 100% se non di più ma mancano le figure professionali a partire dagli stage hands, al mulettista, dall’autista al Rigger fino ad arrivare ai tecnici.
Le poche persone rimaste nel settore, perciò, devono sobbarcarsi un carico molto più elevato sia di lavoro fisico sia di organizzazione e logistica. Speriamo che sia solo una prima fase e ce tutto piano piano torni alla normalità
Luca “Scorny” Scornavacca è assistente alla regia e con lui abbiamo affrontato, in particolare, il discorso relativo al clock di 96 KHz…
ZioGiorgio.it: bentrovato Luca, parlaci del tuo ruolo…
Luca Scornavacca: mi occupo della gestione della regia FOH dal montaggio, smontaggio, manutenzione e pulizia della consolle. Come si può immaginare, la parte più a rischio di un mixer, soprattutto in aree aperte come queste con molta polvere, sono i Faders. Spesso infatti mi dedico alla loro pulizia smontandoli fisicamente dal loro alloggio e pulendoli con prodotti dedicati.
Nei giorni di show mi occupo della diffusione di tutte le attività che si svolgono sul palco (gruppi spalla, radio, ecc) e durante lo Show gestisco le registrazioni multitraccia sia dei canali dei singoli strumenti sia di alcuni Stems creati da Corsellini che vengono utilizzati per la pubblicazione dei media sulle pagine social dell’artista!
ZioGiorgio.it: per la prima volta state lavorando a 96KHz, da cosa è dettata questa scelta?
Luca Scornavacca: nonostante ci sia la tendenza a pensare che con un sistema così grande e in location così dispersive, la differenza non sia apprezzabile, abbiamo fatto diversi blind test e diversi ascolti e ci siamo resi conti che comunque la gamma delle frequenze alte risulta molto più precisa e a fuoco.
E’ chiaro che nessuno del pubblico probabilmente si renderà conto della differenza effettiva ma avevamo la possibilità e abbiamo voluto provarci! Siamo anche riusciti a rimanere nel dominio digitale a 96KHz dal mixer fino agli amplificatori.
Sul palco abbiamo incontrato anche Federico “Deddi” Servadei, “mascherato” e “distanziato socialmente”.
Deddi: io lavoro a stretto contatto con musicisti ed artista, quindi se anche ho un po’ di raffreddore, è meglio prendere tutte le precauzioni del caso. Ad ogni modo non ho molte novità da raccontarvi, se non che quest’anno ho qualche canale in più, viste le aggiunge di elementi nella band (fiati in primis).
La band è ormai quella con cui lavoriamo da anni, ci sono tanti canali e tante esigenze certo, ma nulla che non sia possibile gestire con tanta pazienza e con le mie DiGiCo SD7, come sempre completamente ridondanti.
Se vogliamo la parte più complicata del mio lavoro è sempre quella “psicologica”… Devo cercare di spiegare ai musicisti ciò che si può fare e ciò non si può proprio perché loro, se possono, tendono a chiedere sempre! (ride divertito ndr).
Sul palco incontriamo Diego Spagnoli -Stage Manager e responsabile tecnico – al quale dedicheremo presto un’intervista solo a lui dedicata per i 40 anni di carriera!
ZioGiorgio.it: Diego, siamo ripartiti, bene, ma manca personale! Qual è la tua visione?
Diego Spagnoli: ne abbiamo parlato a lungo in questi ultimi anni, anche con voi di ZioGiorgio, che ci sarebbe stato un problema nel reperire maestranze. In parte era prevedibile ma forse non a questo livello. Per di più, in questo caso, è stato messo in scena uno spettacolo molto ambizioso con un dispiegamento di forze e materiali non così distante da un evento record come è stato Modena Park.
ZioGiorgio.it: quante grande è l'”emorragia” di personale secondo te, in numeri?
Diego Spagnoli: se devo darti un numero posso dirti tra il 20% ed il 30% di personale in meno. Con questo non voglio dire che poi i tempi di allestimento e disalletimento si siano allungati di conseguenza, ma di certo è tutto un po’ più difficile. Per farti un esempio l’altra sera, ad una chiamata di facchini di “tot persone” se ne sono presentati realmente meno della metà. Per fortuna da quel che vedo oggi, qui a Firenze va un po’ meglio. Però ripeto, questa è anche una produzione articolata e complessa.
ZioGiorgio.it: veniamo a questo show in particolare. Quali sono gli aspetti “critici” nell’allestimento del materiale?
Diego Spagnoli: sicuramente il comparto che prende più risorse in termini di tempistiche e personale è il comparto video. Oramai, in qualsiasi concerto di queste dimensioni, la parte visual è centrale e qui non si sono fatti mancare nulla, con un progetto che prevede una metratura totale importante e con la presenza di questo schermo centrale curvo che non è così immediato da allestire e che vincola l’allestimento, per esempio, di pedane e backline. Non che audio e luci siano una passeggiata, ma le due crew in questione stanno veramente facendo miracoli!
Aldo Chiappini
Editor-In-Chief