Vasco NonStopLive 2022: Visual, Lighting ed Automazioni

In questo articolo parliamo dello show dal punto di vista scenotecnico e, anche in questo caso, siamo al cospetto di un tour al quale non manca proprio nulla. Uno show giocato tra un visual prominente, un lighting show impattante, movimentazioni ed EFX vari ed abbondanti.
Nonostante la parte dedicata alle immagini sia primaria (anche in termini di metratura di schermo) lo show luminoso è riuscito a “tenere testa” al video, anche grazie a contenuti video ben integrati e mai invadenti.

Nel backstage abbiamo avuto modo di scambiare due parole don Pepsi Romanov (al secolo Peppe Romano) che cura da anni le regie dei video musicali e dei live di Vasco Rossi e che ci ha permesso di comprendere meglio il lavoro enorme dietro alla produzione dei contenuti.

ZioGiorgio.it: Peppe, parliamo di tecnologia, ma soprattutto di regia, di racconto…

Pepsi Romanov: esatto, mi occupo della regia video dello show e della gestione degli schermi che da Modena Park a oggi ha raggiunto un livello “internazionale”, nel senso che la tecnologia impiegata per questo show è altamente interattiva.
Le telecamere interagiscono in tempo reale con il soggetto creando delle mappature sui loro contorni in modo da staccare l’artista dal fondo.
Una cosa possibile tramite il software Notch, con un metodo che in questo momento a livello europeo è utilizzata solamente da noi e Ed Sheeran.
Si tratta di un lavoro di programmazione durato nove mesi e che ha coinvolto più studi di design che insieme a me coordinano tutto lo show.
Tra le tante cose introdotte quest’anno ci siamo inventati l’alfabeto Vaschiano, visualizzando le varie lettere con delle “pennellate” giusto per ricordare un momento di protesta politicamente forte.
Come Vasco provoca nelle canzoni, noi cerchiamo di seguirlo con le immagini. Abbiamo in tutto 29 quadri diversi dove c’è questo concept di fondo fatto con queste pennellate che tornano tante volte.

ZioGiorgio.it: una tecnologia al pieno servizio della parte artistica quindi?

Pepsi Romanov: esatto, per esempio servendosi del sistema di tracking che gestiamo insieme a Notch e le due macchine GX2C.
Si tratta di uno show molto interattivo con 4 – 5 video che abbiamo girato ad hoc per l’evento.
Ad esempio a Los Angeles, nel deserto, ho girato l’intro. Volevamo uno scenario post apocalittico dismesso come se fossimo sopravvissuti – in riferimento alla pandemia – anche se non viene mai esplicitamente citata.
Molte cose, a livello grafico sono però ottenute con metodi tutt’altro che tecnologici! Le scritte presenti nei video per esempio sono realizzate a mano con una semplice ripresa su vetro trasparente, una tecnica preferisco ancora proprio perché mi piace “costruire le cose” a mano. I risultati sono eccezionali e molto realistici.

ZioGiorgio.it: il video come concept è una cosa importante per questo show. Ma come inserisci quello che è il live, le immagini dell’artista, perché il pubblico lontano dove vedere il suo idolo, giusto?

Pepsi Romanov: bisogna distinguere il contenuto dall’estetica ed entrambi devono andare a braccetto. Il contenuto è il concerto, ovvero l’immagine di Vasco, i musicisti immortalati nei vari assolo ecc…
La funzione principale dello schermo è quello di fare vedere alle persone ad una distanza di oltre 30 – 40 metri cosa succede sul palco. Il tutto però deve avere un contorno, con una contribuzione video che fa parte a tutti gli effetti della scenografia, anzi, oggi è la scenografia stessa.
Con Giovanni Pinna e Gio’ Forma abbiamo realizzato tutto questo in modo armonico con Vasco sempre protagonista, grazie alla suddivisone degli schermi fatta in modo tale da far vedere al pubblico sia il contributo girato, che quello che succede live. È come se fossero due canali che comunque pari passo seguono la canzone.

Pepsi Romanov nella sua regia sul palco.

ZioGiorgio.it: tante immagini e tanti schermi non rischiano di distrarre il pubblico dalla musica? E’ una domanda che mi faccio da tempo…

Pepsi Romanov: i concerti non si fanno più senza gli schermi, che sono ormai la parte fondamentale, è un dato di fatto. Le nuove generazioni peraltro sono molto più abituate di noi (sopra ai 40 anni ndr) a fruire di immagini, di diverso formato e con diversi dispositivi.
Col video cerco di fornire una suggestione che è anche fatta, per esempio, dei movimenti di Vasco, andando a calcare la mano su alcuni dei suoi gesti riconoscibili, come quando corre sul palco, catturando i suoi sguardi o quando si appoggia all’asta del microfono. Fa tutto parte di un racconto, di una iconografia.
Io considero lo show come una visione di insieme in cui non si può lavorare più a scomparti chiusi, il video e l’audio ormai sono diventati un unica cosa, un mondo audio-visivo che è poi quello che il pubblico è abituato a consumare.

In regia luci abbiamo incontrato Giovanni Pinna e il suo team che hanno ricreato uno show molto vario, lavorato e soprattutto ricco di espedienti spettacolari, un’abbondanza che Vasco, con i numeri che macina da anni, può certamente permettersi…
Precisa e molto curata la programmazione, un lavoro di attenta calibrazione di colori e traccianti che ha reso possibile l’integrazione con l’imponente sistema video.

Il LD Giovanni Pinna.

ZioGiorgio.it: tanto video e con questo c’è da fare i conti…

Giovanni Pinna: con oltre mille metri quadri di video, la cosa fondamentale è avere qualcuno di fidato al controllo all’emissione. Marco Piva che ormai mi segue da oltre dieci anni e Nicolas Di Fonzo sono una garanzia perché mi permettono di bilanciare luce e video. Ad ogni modo i contenuti sono tanti e sempre presenti, quindi si cerca di tenergli testa, perché di questo alla fine si tratta.

ZioGiorgio.it: vedo anche molte movimentazioni.

Giovanni Pinna: ho 80 automazioni, quattro cerchi di cui uno da 14 metri di diametro di oltre quatto tonnellate ciascuno.
Poi abbiamo altri tre cerchi, due piccolini e uno centrale ancora più piccolo. Ci sono inoltre questi motion circle, i Rollstar di Zalight, che sono strutture circolari attaccate al tetto e alle ali e sono in automazione per quanto riguarda la rotazione e li controllo qui dal mixer. La tratto come una device normalissima in cui posso gestire i parametri di velocità, indicizzazione e i due sensi del movimento, orario e antiorario. In ognuno sono presenti sei Xtylos di Claypaky e sei blinder della Acme.

ZioGiorgio.it: dacci un po’ di numeri, dato che si tratta di una produzione molto importante.

Giovanni Pinna: siamo a 40 universi e tra 1200 / 1300 pezzi in totale, 470 motorizzati e il resto laser, altre fixture luci. Sì, è tanta roba, ma con questo quantitativo di emissione luminosa dal LEDWall, gli devi stare dietro, c’è poco da fare.
Abbiamo tanto laser posizionato sulle otto torri alte per un totale 32 pezzi, molto, molto impattanti e molto uniformi. Funzionano veramente bene anche su piccole cose, dettagli, ma che fanno la differenza.
Sono molto soddisfatto del lavoro dei laser quest’anno, più di tutti gli altri anni.

ZioGiorgio.it: il palco invece è abbastanza pulito…

Giovanni Pinna: ho tenuto poca roba a terra, solo i balconcini frontali, e le nuove barre LED di Claypaky, le Tambora Linear che producono una emissione luminosa enorme. Le ho appoggiate a terra in modo semplicissimo.
Come avrai visto girando sul palco ci sono i quattro telai scenografici, ingegnerizzati e costruiti da BOTW, che rivestono un ruolo molto importante nella scenografia, sono quasi tre tonnellate ogni blocco e devo dire che sono realizzati veramente bene.

ZioGiorgio.it: raccontaci invece la novità del nuovo sistema di tracking.

Giovanni Pinna: in passato per il tracking utilizzavamo BlackTrax, che aveva dei piccoli difetti, tra cui il cablaggio direttamente sulla persona e che Vasco non gradiva particolarmente.
Quest’anno mi è stato proposto il sistema Zactrack, che ho potuto testate e che ho trovato molto innovativo e funzionale.
Si basa solo sulle radio frequenze grazie ad un piccolo transponder estremamente compatto che Vasco non sa nemmeno di avere addosso; i due trasponders sono cuciti sulla cintura una davanti a una dietro e quasi non si vedono.
Il sistema funziona benissimo, la calibrazione è molto veloce, così come il setup.
Marco Di Febo, che durante l’allestimento ha gestito la pre-programmazione in WYSISYG, qui in tour è colui che si occupa di gestire Zactrack.
Abbiamo acquisito l’intero sistema da BOTW di Giancarlo Campora, con il supporto di RM Multimedia che ha fornito il backup e un server più avanzato.
Una tra i vantaggio principali e tangibile nell’utilizzo di Zactrack è che ho evitato di montare ben cinque followspot, tre in palco e due frontali con tutto ciò che questo significa in termini di risparmio di tempo e fatica nel montaggio. Ecco un caso in cui la tecnologia aiuta a risparmiare, anche un in tour come questo.

Nella regia luci, di fianco alla postazione di Giovanni abbiamo incontrato Nicholas Di Fonzo al quale abbiamo chiesto qualche cosa in più della sua mansione.

ZioGiorgio.it: Nicholas, di cosa vi occupate in questa zona della regia luci?

Nicolas Di Fonzo: utilizziamo il media server Disguise con quattro macchine GX2c. Praticamente per ogni brano ci sono dei contributi video ed il playout viene fatto con queste macchine. Si tratta di un setup ibrido: ci sono dei filmati caricati e tutta una parte relativa alle finestrelle con il live gestita con una console GrandMA da Marco Piva. Tutte le finestrelle live e gli effetti che vengono applicati sul Live sono fatti col software Notch e vengono  gestiti dalla GrandMA. Molti contributi inoltre vengono mandati direttamente dal timecode che arriva dal tastierista.

ZioGiorgio.it: Pepsi mi parlava anche di segnali scontornati, un espediente interessante…

Nicolas Di Fonzo: sono degli effetti applicati sempre con il software Notch che vengono caricati dentro Disguise e che ci permettono di scontornare l’artista applicando tutta una serie di effetti sempre gestiti tramite console.

ZioGiorgio.it: come gestite il backup

Nicolas Di Fonzo: ci sono due macchine, chiamate Actor (o output machine), che si occupano solo del playout e mandano le immagini sugli schermi tramite due uscite 4K ciascuna. Poi è presente una ulteriore macchina denominata Understudy (o backup machine) che è in grado di sostituire una delle altre due. Questa terza è una specie di “jolly”, diciamo che rimane in ascolto e se succede qualcosa va a prendere il posto della device che non sta funzionando.

Di Ledwall ed automazione abbiamo invece parlato con Daniele Parazzoli, Team Account Manager di Event Management.

ZioGiorgio.it: ciao Daniele, partiamo dal Ledwall che rappresenta un aspetto decisamente importante.

Daniele Parazzoli: installiamo più di di 1.000 mtq di Leddisplay e, nella data di Trento, siamo arrivati a ben 1.600  con l’aggiunta di extraside e led delay.
E’ un tour molto impegnativo con un incastro di montaggio fra i settori accurato ed importante.
Il Led sono alti 16 mt con montaggio concavo e convesso per dare continuità in modo armonioso e piacevole alla scena.
La forma concava e convessa crea un effetto profondità che si riesce a scorgere da tutti gli angoli e anche da lontano. Il Led è tutto in dolly per un montaggio veloce e possiamo montare e accendiamo tutto in due giorni.
Stiamo parlando di un Ledweall che è costruito e certificato per resistere al vento fino a 90 km/h e ti faccio notare che su un altezza di 16 mt solo pochi ledwall che possono resistere.
E’ stata scelta una finitura “black” per rendere il palco accattivante.

ZioGiorgio.it: passiamo alle automazioni, altrettanto importanti in questo tour.

Daniele Parazzoli: Event Management si è occupata della movimentazione del grande cerchio di Video e Luci appositamente creato, costruito e studiato per dare un impatto importante allo show.
Giovanni Pinna lo ha valorizzato con luci, video, laser e pyro per dare importanza ed impatto al momento giusto alle canzoni.
Stiamo parlando di una “astronave” da quasi 5.000 kg ed è incredibile pensare che si inclina e ruota in quel modo basandosi su un progetto Kynesys in 3D.
All’interno del cerchio grande c’è un cerchio più piccolo che si muove indipendente  con movimentazioni libere in 3D.
A destra e a sinistra poi ci sono altri due satelliti (cerchi sempre realizzati custom) con video, luci ed altri effetti che si muovono coordinati agli altri cerchi di cui sopora, descritti sempre in Kynesys 3D.
Tutto ciò è stato programmato con assoluta capacità e professionalità dal nostro Teo Mancari che, nonostante la complessità del progetto, è riuscito ad infondere sicurezza e affidabilità ad ogni data.

Redazione
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