The Namm show is back!

Ebbene sì, dopo ben due anni di stop forzato the Namm show is back! Ed è tornato in una versione estiva carica di emozione, è tornato presentandoci una edizione 2022 piena di speranza.

Non è difficile ammettere che abbiamo sentito le farfalle nello stomaco sin dall’imbarco del nostro volo KLM Amsterdam-Los Angeles, il rivedere tanti colleghi, tanti professionisti di un settore, quello musicale e dell’entertainment, che per due lunghissimi anni ha vissuto nell’ombra e nell’incertezza più totale, ci ha riempito il cuore.
Arrivati nella sempre soleggiata Anaheim, sospinti da quella frizzante brezza tipica del Southern California e regalataci dal nostro amato Oceano Pacifico ci siamo catapultati subito al Convention Center per una primissima giornata riservata alla stampa in cui pochi selezionati prodotti sono stati presentati tra l’entusiasmo crescente di giornalisti ed addetti ai lavori che finalmente si stavano rendendo conto che lo Show era “ricominciato”.

A noi personalmente, amanti incondizionati dell’MI e collezionisti seriali di strumenti vintage la cosa che ha colpito di più durante questa preview è stata il poter ammirare da vicino la riedizione del Notoriuous Fender Rhodes che ripropone il celeberrimo modello di electric piano in una versione 75 years Edition modello MK8 ai limiti dell’illegalità per quanto stilosa, rock, elegante e terribilmente cool nel suo look total black della quale vi alleghiamo immagine.

Qualche saluto, poi, nella lobby di un Hilton che sembra essere fermo nel tempo ed un aperitivo veloce al Marriot, apprezzando l’innegabile capacità dell’America nel proporre intrattenimento, soprattutto quando si tratta di Rock n’ Roll. Ci abbandoniamo stremati ma felici tra le braccia di Morfeo, avendo la netta sensazione che le tre giornate di show saranno molto intense.
E così è, già dal primo giorno di fiera, una parade iniziale con marching band, majorette e tutto er cucuzzaro come a dire: Guys, are you ready for this?! E noi lo siamo, ah se lo siamo! Aspettiamo questo momento da due anni.

Ci fiondiamo nel pavilion del Pro Audio, forse per romanticismo, forse perché abbiamo bisogno immediato di salutare facce amiche e rivedere aziende che teniamo vicino al cuore.
Lo stand di RCF spicca al centro di un padiglione che onestamente non nasconde l’assenza di tanti players, e ci fermiamo per qualche foto di rito dei nuovi prodotti e per quattro chiacchiere, proprio alla vigilia dell’inaugurazione della RCF Arena che, con il concerto di Luciano Ligabue, finalmente, apre i battenti di questo ambizioso progetto tutto italiano! Harman monta l’ultimo Line Array di JBL proprio allo stand e sembra quasi voler “suonare” un piccolo grande concerto per i primi timidi avventori della mattinata. db Technologies ed FBT confermano una grande presenza di italianità nel mondo dell’audio anche oltreoceano, e questa cosa ci fa sussultare e ci gonfia il petto di orgoglio.

Proviamo a scendere le scale mobili per tuffarci nella sezione Studio Gear e l’atmosfera sembra davvero riscaldarsi, anche in termini di affluenza. Tanto, tantissimo spazio ai microfoni, con nuovissimi modelli sempre più tagliati anche al mondo del podcast, consolle dal sapore analog sempre in prima linea e molto outboard. Ci colpiscono i nuovi modelli di pre amp e channel strip di Millennia rispettivamente HV-3C e STT-I.

Passiamo quasi tutta la giornata ad ascoltare Monitor facendoci in primis coccolare dalla maestria francese di Focal che dimostra modelli near e midfield davvero “impressive” e rimanendo poi estasiati dalla esperienza regalataci da PMC nella loro demo room immersiva che suona divinamente.

È chiaro che la tendenza è questa anche per altri top players, utilizzare la tecnologia Atmos per fare vivere a chi ascolta esperienze quanto più emozionanti possibili ed i marchi che sempre più si cimentando in istallazioni, prodotti e software che dialogano e ragionano con questa tecnologia sono tantissimi.

Viviamo un ascolto difficile da spiegare a parole proprio all’interno dell’abitacolo di una Tesla Model X che (assieme ad altri veicoli top notch dislocati nelle zone differenti del trade show) suona su un impianto Dolby “Rocket Man” di Elton John come non l’abbiamo mai sentita, soprattutto su di un’automobile. Le voci del chorus ci avvolgono e gli strumenti si palesano alle nostre orecchie attente in momenti inaspettati, lasciandoci davvero a bocca aperta.

Trascorriamo i successivi due giorni di fiera muovendoci tra i padiglioni e tra i bellissimi eventi Live nei palchi esterni (lo stage Yamaha, regna sovrano).

Rimaniamo colpiti da quanti nuovi plug in e prodotti digital vengono presentati in questa edizione del Namm e le innumerevoli clinics di missaggio e utilizzo di tools che vengono presentate agli stand dei vari brand, così come dai diversi speech di grandi producer di nuova e vecchia scuola.

Antares propone continue demo dei suoi prodotti con artisti e producers che dimostrano l’utilizzo delle ultimissime features dei vari Auto Tune e del nuovissimo EQ che viene presentato proprio in questa occasione assieme ad un tool che simula e/o si adatta ad un’infinita varietà di microfoni.

Molto interessanti anche i Q&A proposti al booth di Enginears, con icone del music business che si raccontano e rispondono ad una vasta platea di giovani producers e appassionati.

Nel pavilion dedicato al Djing spicca lo stand di Pioneer che presenta i suoi ultimissimi prodotti, includendo i famigerati CDJ 3000 che sono diventati un vero miraggio, perché quasi impossibili da acquistare in questo momento worldwide a causa dei noti ritardi di produzione dovuti a questa maledetta pandemia.
Innovativa e geniale la partnership con l’azienda tutta americana TRIBE che propone un software ed un applicazione capace di simulare, attraverso l’utilizzo di un visore, un Dj Set virtuale, potendo suonare con tutti i prodotti top di gamma di Pioneer, cosi come organizzazione la propria musica con RekordBox e performare con il proprio avatar in stanze virtuali assieme ad altri Djs connessi da diverse parti del mondo, oppure poter fare vere e proprie session educational in live stream, facendoci capire davvero quanto il metaverso sia sempre più dietro l’angolo.

Sicuramente da menzionare anche il 50ennale di Technics che propone le riedizioni dei suoi giradischi più iconici in soluzioni custom e consumer molto interessanti, confermandosi il leader nel settore del turntable per Dj.

Felici, abbiamo potuto ammirare tante idee innovative nell’angolo dedicato alle start up, e qui la cosa che ci ha sicuramente colpito di più è stato vedere quanto l’ecletticismo di certi giovani imprenditori che hanno idee futuristiche vada comunque sempre a pescare anche nel passato, nell’analogico.

Degni di nota i nuovi prodotti di PlayTronica, che propone sequencer pensati quasi sotto forma di giocattolo ma utilizzabili con grande intuitività e ricchi di caratteristiche davvero eccezionali se maneggiati con creatività da chi “spippola manopole” e programma musica guardando al passato ma con le mani nel futuro.

Ci siamo dovuti impegnare parecchio per trovare lo spazio riservato al mondo del Lighting perché, salvo l’eccezione di GLP che con uno stand sobrio ma ricco di materiale ha presenziato allo show presentando i propri prodotti, si è fatta sentire parecchio l’assenza di big players. Si sa, il Namm non è mai stato il trade show dedicato alle luci, seppur negli ultimi anni l’affluenza dei brand era incrementata notevolmente.

Abbiamo poi vagato, nel vero senso della parola, tra i padiglioni dell’ MI, emozionati, spaesati e rintronati dal consueto delirio di batteristi seriali che provano piatti e grancasse a tutta birra (nel vero senso della parola) o chitarristi che si cimentano in assoli che “Van Hallen scansate proprio” … ai quali, francamente, ci eravamo un po’ disabituati.

Che colpo al cuore quando abbiamo visto lo stand di Mellotron che ripropone edizioni rinnovate del proprio prodotto iconico che ha fatto la storia del rock psichedelico e non solo, con un nuovo look e un rebrand che ammicca al passato ma con un design davvero super catchy.

Tanti gli assenti e forse poco rinnovamento per i brand soliti noti come Ibanz o Rickenbacker che sembrano aver ri-spacchettato gli stessi stand degli ultimi anni, con Steve Vai compreso nel packaging (haters non scatenatevi per favore…just saying!!!).

Con gioia scopriamo invece anche nuove realtà soprattutto per quanto riguarda ampli e pedali. Degno di nota il lavoro straordinario fatto da un’azienda tutta italiana che produce pedali artigianali incredibili: Dophix. Il suono è ruvido, molto definito e davvero potente, regalando sfumature armoniche agli efx che ci fanno saltare sullo sgabello.

Arriva l’ultima sera e come consuetudine varchiamo la soglia dell’Hilton per procedere al primo piano e partecipare alla one night dei TEC Award

Rupert Neve fa incetta di premi (meritatissimi) vincendo nella categoria Large Format Console Technology con il modello 8424, nella categoria Computer Audio Hardware con MBC: Dual Path A-D Converter & Limiter e nel Signal Processing Hardware con il 5254 Dual Diode Bridge Compressor, mentre il bellissimo Telefunken TF11 FET vince nella categoria Microphones Recordings.
Il Propohet 5/10 vince come Musical Instrument Hardware, Hollywood Orchestra Opus Edition di EastWest Sound ad aggiudicarsi il premio.
Da rimarcare il risultato di Audient che vince nella categoria Microphone Preamplifiers con il modello iD4 MKII.

Impossibile non notare la grandissima assenza di aziende che neppure ritirano il premio e ci intristiamo un po’ nel sapere che anche la vincitrice del Les Paul Innovation Award: Carol Kaye, iconica bassista che ha firmato Hit internazionali per artisti come the Beach Boys; Glen Campbell; Ray Charles; Joe Cocker; Dean Martin; Elvis Presley; Lou Rawls; the Righteous Brothers; Simon and Garfunkel; Frank Sinatra; Nancy Sinatra; Sonny and Cher; Barbara Streisand; Frank Zappa per oltre 40 anni, non è in sala.

Nella nostra ultima edizione dei TEC Award al Namm (2020) avevamo avuto la fortuna di vedere la regina Joni Mitchell che, seppur anziana ed un po’ provata, aveva ascoltato musicisti straordinari come Herbie Hancock e Steve Lukater suonare i suoi più grandi successi, mentre negli anni precedenti giganti come Peter Frampton, Sting, Slash etc.etc. erano saliti sul palco a ricevere questa onorificenza, quindi diciamocelo: ci siamo abituati forse fin troppo bene! Ma la serata si conclude a dovere e noi possiamo dirci come sempre soddisfatti e felici di aver partecipato a questo grande evento.

In sintesi il Namm show 2022 appena trascorso non verrà sicuramente ricordato come l’edizione con più affluenza della storia, né come l’edizione più frizzante di sempre, ma siamo sicuri che sarà ricordata come un emozionante ripartenza, come un bellissimo giro di prova per scaldare i motori prima del gran premio, come un momento di aggregazione che mancava nella nostra industria che è fatta sicuramente di loud speaker, chitarre elettriche, console, lucine e microfoni a condensatore ma anche e soprattutto da persone meravigliose.
We are Back!!!!

La redazione

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