Non vi è dubbio che questo di Cesare Cremonini sia stato il tour più interessante della stagione. A livello visivo abbiamo assistito ad uno show estremamente immersivo, con un perfetto bilanciamento tra luci, contributi video ed effetti grafici, tutto tenendo conto della difficoltà oggettiva di “vestire” uno stage diverso dal solito, molto ampio ma poco profondo, non certo una situazione ideale per il Lighting Designer.
Massimo “Mamo” Pozzoli ha perciò deciso di estremizzare il concetto costruendo un’imponente matrice di fixture – unitamente ad un portale dedicato al visual – elementi che ha gestito con il suo stile sempre pulito ma di effetto, potente anche in presenza di monocromie maniacalmente programmate per quanto apparentemente semplici.
E non ultimo la botta, o lo schiaffo, dato da un importante dispiegamento di sorgenti luminose distribuite su tutto il back e che, come ci spiegherà Mamo, sono il risultato di un ragionamento alla base del quale c’è la musica di Cesare curata, intima e ricca di particolarità.
ZioGiorgio.it: Mamo, parliamo del portale, un elemento che si è rivelato molto importante all’interno dello show. Potremo parlare più di cornice?
Mamo Pozzoli: il portale è un elemento importante all’interno dello show, perché ne rappresenta il fulcro visivo, quindi il generatore in qualche modo. Un terminale dove confluisce tutto, l’effettistica visiva, ma anche a livello concettuale. Un vero e proprio gate, un elemento da cui si può entrare ed uscire. La sua caratteristica è anche legata all’automazione, per cui di fatto si apre in parecchi momenti, permette il passaggio di persone, ma anche il passaggio di luci che stanno nelle matrici posteriori e il passaggio anche concettuale da un momento all’altro dello show, da un blocco all’altro del concerto.
ZioGiorgio.it: vuoi raccontarcelo nel dettaglio?
Mamo Pozzoli: è composto da una cornice e da un elemento centrale. La cornice è in realtà un’intrusione nel profilo, per cui di fatto è un elemento 3D già di suo. Una estrusione che di fatto da una continuità a livello visual sul contenuto del portale vero e proprio, e che spesso viene usato come elemento a sé stante proprio per inquadrare prospetticamente il contenuto visual interno, che invece è di diversa caratteristica. È sia fulcro che parte terminale, perché tutta l’effettistica di luce e di colore che ho generato o nasce da lì o ci finisce dentro in qualche modo, come una sorta di buco nero che va a risucchiare. Mi è piaciuto spingere in questa direzione. Dopodiché è chiaramente un elemento video, però per non farlo vivere come un momento bidimensionale a sé stante ho lavorato molto sulla profondità ed è stata una scelta necessaria. Quella che viene definita trasparenza, in realtà per me non è altro che quella profondità di lettura delle sorgenti luminose, e ci metto anche il video: una sorgente luminosa che va in qualche modo a superare la dimensione fisica che non purtroppo non esiste, ed è una caratteristica di questo design.
Di fatto ho l’impossibilità totale di usare un controluce classico, perché è il palco è veramente poco profondo, stiamo parlando in meno di sei metri. Paradossalmente la parte posteriore al portale è superiore dimensionalmente rispetto a quella anteriore; quindi, il paradosso è che 1/3 del palco è a vista 2/3 del palco è posteriore e nascosto, per cui era inevitabile andare a lavorare su questo tipo di profondità in cui le sorgenti luminose sono anche collocate spazialmente di fianco, appena dietro e molto dietro al portale stesso.
ZioGiorgio.it: abbiamo avuto l’impressione in molti momenti dello show che lo stage venisse letteralmente proiettato verso il pubblico e gli spettatori. Un effetto “in faccia” che ci piacerebbe sapere se e quanto è voluto.
Mamo Pozzoli: è oggettivamente così, nel senso che lavorando su una superficie molto estesa in altezza, in larghezza, ma con una forte componente bidimensionale, proprio perché è talmente down-stage, talmente avanzata verso il pubblico che di fatto non esiste un controluce tridimensionale. La tridimensionalità è stata trovata giocando nella profondità del portale stesso, perché fisicamente non esiste lo spazio per generare un controluce di tipo volumetrico.
Questa è stata una scelta voluta perché l’80% del disegno è composto da una grossa matrice che combina sorgenti diverse, ma che di fatto è una matrice bidimensionale, come tutte le matrici grafiche. Quando utilizzi le luci in forma grafica, anche se le distribuisci spazialmente, anche se le distribuisci in profondità, la lettura che ne risulta da parte dello spettatore, è comunque bidimensionale, proprio per il concetto stesso di luce grafica che lavora sulla lettura della sorgente, ma non sulla lettura del volume di questa sorgente nello spazio.
Il 20% di tridimensionalità è dato invece dai fasci traccianti o comunque volumetrici puri. Ne uso pochissimi traccianti come hai visto, ma molti volumetrici. Andando di zoom largo, usando sorgenti in modo flood combinato al fumo (ho più di 30 di macchine del fumo con caratteristiche diverse tra convenzionali ed hazer), ottengo questo effetto di gonfiare tridimensionalmente la prospettiva, cosa che invece in tutta la lettura grafica non si riesce ad ottenere. Questo vuol dire che l’effetto in faccia al pubblico è dato dalla bidimensionalità della matrice, mentre quel 20% di tridimensionalità è dato dal portale e dalla sua collocazione così centrale, e dalla profondità delle sorgenti luminose.
ZioGiorgio.it: immagino che tutto questo arrivi anche da un ragionamento sul piano artistico…
Mamo Pozzoli: l’origine di tutti questi discorsi è la materia prima, cioè la musica. Sostanzialmente noi cerchiamo di trasmettere emozioni attraverso le luci sulla base della musica. In questo tipo di show la componente musicale è anche il trattamento della musica stessa a livello sonoro, per cui è ovvio che le luci respirano in qualche modo insieme alla musica. E la musica di Cesare è fatta di momenti molto intimi, molto particolari, molto ben arrangiati e curati, ma sostanzialmente è una dimensione pop/rock in alcuni momenti che necessita di un accompagnamento delle luci che non può prescindere dall’essere in qualche modo uno schiaffo verso il pubblico. E quale schiaffo migliore che avere appunto questa estesa superficie che ti viene addosso costantemente e che va insieme al suono? Le luci ti vengono addosso quando il suono ti viene addosso; le luci tirano indietro quando il suono si fa piccolo. Quindi la vedo esclusivamente e la sento esclusivamente legata alla dinamica della musica.
Daniele Parazzoli, Managing Director di Event Management ci racconta l’enorme sforzo per la realizzazione di tutta la parte video ed automazioni di altissimo livello che hanno accompagnato Cremonini nel suo tour.
ZioGiorgio.it: bentrovato Daniele, partiamo subito con il ruolo di Event Management in questo tour…
Daniele Parazzoli: abbiamo gestito principalmente la parte video e le automazioni in collaborazione con Giò Forma, Mamo Pozzoli e D-wok. Avevamo 19 tecnici specializzati tra operatori camera, media server, operatori e altre figure con alle spalle mesi di lavoro impiegati per ottenere un effetto 3D curato in modo maniacale. Un effetto 3D per nulla semplice visto che eravamo in presenza di ologrammi e scatola 3D con tanto di schermo trasparente custom per far uscire gli effetti.
Come sai si tratta di un tour che doveva partire nel 2020, e per il quale abbiamo tenuto il concept ma che è stato completamente ridisegnato impiegando 4-5 mesi tra la realizzazione dei vari componenti e la produzione dello show.
Abbiamo avuto a che fare con un artista, Cremonini, che è un vero e proprio ricercatore, capace di dare i giusti stimoli. È davvero piacevole lavorare con artisti così. Per quanto riguarda il team creativo invece, si è creato un gruppo di persone che avevano in mente un effetto che è stato realizzato alla perfezione. Si è trattato di un meccanismo fatto di persone e tecnologie non semplice da incastrare e gestire, ma il risultato è stato ottimo con un lavoro da parte di Mamo splendido e pulito.
ZioGiorgio.it: per la parte video cosa avete impiegato?
Daniele Parazzoli: avevamo a disposizione un sistema disguise con player d3 e mediaserver GX2c, top di gamma nella famiglia di server gx e capace di offrire una maggiore potenza di elaborazione della GPU e una maggiore capacità di acquisizione e archiviazione. Il resto è in gran parte composto da sistemi custom con due schermi laterali e la porta-schermo centrale oltre al sipario enorme da 20 metri estremamente preciso dal punto di vista dell’automazione. Un palco largo 65 metri e alto 22.
ZioGiorgio.it: tempistiche?
Daniele Parazzoli: un giorno per montare il tutto, mentre per il load-out finivamo per le 4.30 circa.
Aldo Chiappini – Walter Lutzu
ZioGiorgio Team