I Negramaro tornano in tour con uno show elegante, strutturato ed ispirato e lo fanno con una formula che, nostro parere personale, è molto adattata ai tempi che corrono, con un occhio attento alla gestione delle spese ed all’ottimizzazione del materiale.
Per il tour italiano (ne seguirà uno in Europa) sono state scelte location piccole e medio piccole, da sfruttare per due date consecutive, il tutto gestito da un team tecnico di esperienza e comprovata capacità.
In regia audio troviamo Sandro “Amek” Ferrari, un “veterano” del settore (Amek, non fraintenderci, sei un giovanotto anagraficamente, ma con tanta esperienza ndr) che ha espresso un mix che sposa perfettamente lo spirito dello spettacolo: suoni molto lavorati, incisivi ed effetti studiati e ben calibrati per ogni brano e, per rimanere in ambito rock and roll, un suono potente e “in faccia”.
La scenografia, ideata da Giò Forma, è fortemente caratterizzata da una serie di LED verticali pixel to pixel: dei veri e propri “paletti luminosi” che riempiono quasi totalmente la scena lasciando poco spazio ai movimenti dei musicisti. Lo show luminoso per contro è apparso calibrato, con effetti efficaci ma essenziali e colori armonici.
Molto ispirato e di alto livello musicale il concerto dei Negramaro che si confermano, se mai ce ne fosse stato il bisogno, una band di grande sostanza e solide basi. Averne…
Partiamo dal giro di interviste proprio col fonico FoH, Sandro Amek Ferrari.
ZioGiorgio.it: bentrovato Amek, vedo che hai un bel po’ di outboard esterno, partiamo da questa scelta…
Sandro “Amek” Ferrari: sono ancora molto legato alle macchine esterne e in questo setup ne ho anche alcune costruite da me. Mi aiutano molto sia termini di suono sia in termini di praticità e di sicurezza operativa.
Alcune sono molto caratterizzanti per il suono che voglio ottenere quindi, quando posso, le uso sempre.
ZioGiorgio.it: parlami del setup a partire dal signal flow per poi arrivare all’effettistica.
Amek: ho un banco DiGiCo 338 Quantum che suona davvero molto bene e dal quale escono gli stem di batteria, basso, chitarra, tastiere e voce che passano dai bus compressor cloni di SSL, sempre costruiti da me, e che rientrano nel banco dai DCA. Questo mi serve per tenere tutto più “incollato” e mi permette di spingere il volume senza comprimere il suono.
Per quanto riguarda gli effetti sto usando 8 reverberi differenti sia interni che esterni tra cui 4 System 6000 (due dedicate alla voce), 1 Lexicon PCM 70 e 1 Yamaha SPX 2000. Tutti gli effetti sono in recall e spesso in un brano parto con un reverbero sulla strofa per poi cambiarlo nel ritornello.
In fase di pre produzione, su indicazione della band, abbiamo cercato di trovare diverse soluzioni interessanti per avere dei suoni sempre molto aperti ed effettati. Infatti, anche il suono del piano verticale di Andro (Andrea Mariano) passa in due Eventide.
ZioGiorgio.it: sempre parlando di pianoforte mi dicevi che c’è una soluzione interessante di cui parlare…
Amek: la ripresa del piano acustico a coda, fatta con 2 DPA posizionati in modalità XY sulla ghisa sopra le corde che mi garantiscono un suono più arioso, mentre sotto, tra le travi e l’arpa, abbiamo inserito due sensori a pressione che prendono le vibrazioni del corpo dello strumento.
In questo modo riesco ad ottenere un suono naturale limitando le interferenze dovute dalla batteria posizionata a pochi metri.
I due microfoni a sensore vengono anche rilanciati su un effetto a pedalino posizionato sul pianoforte che sia Andro che Giuliano accendono e spengono durante i brani.
ZioGiorgio.it: hai due monitor qui in regia, che uso ne fai?
Amek: queste che vedi sopra il mixer sono due monitor lloud MTM della Ik Multimedia che uso durante il pomeriggio quando non ho ancora a disposizione il PA, per i vari ritocchi e che ho usato in fase di preproduzione. Mi sono molto di aiuto e ormai non me ne separo più.
Le reputo ottime anche in considerazione del prezzo. Mi sono completamente innamorato di questo prodotto, al punto da farci il mio nuovo studio Dolby Atmos, un progetto del quale magari riparleremo…
ZioGiorgio.it: per quanto riguarda il resto dei microfoni cosa utilizzi?
Amek: abbiamo circa 90 canali. Partiamo dai soliti 3 microfoni sulla cassa (in, out e subkick) con la piacevolissima scoperta del D6 e 3 microfoni sul rullante (condensatore e dinamico sopra più condensatore sotto). A questo giro non abbiamo gli over-head ma ogni piatto è ripreso singolarmente attraverso i Dpa impiegati anche per alcuni shaker che Danilo usa durante lo show.
Per ridurre l’inquinamento acustico, trattandosi appunto di un tour teatrale, abbiamo optato per non usare gli amplificatori di chitarre e basso.
Il segnale del basso, infatti, viene slittato su quattro pre valvolari costruiti da me con settaggi e valvole diverse e che mi permettono di avere quattro suoni differenti dello stesso strumento da poter miscelare durante i brani. La chitarra di Lele arriva direttamente dall’uscita XLR della sua pedaliera Headrush, mentre l’elettrica radio di Giuliano arriva in isofrequenza su due macchine che mandano il segnale su due Kemper (main e spare) remotati via MIDI da una sola pedaliera.
Un altro sistema interessante è quello che stiamo usando sulla voce: abbiamo un sistema sviluppato e programmato da Alex Trecarichi su richiesta di Giuliano che permette di aprire e chiudere gli effetti in real time tramite iPad. In sostanza, il segnale della voce viene rimandato su una scheda audio Focusrite Clarett+ collegata ad un iPad sul quale girano due App (una in background e una di controllo). Ogni brano viene richiamato via MIDI ed è programmato con Tap Tempo e tonalità in modo che Giuliano possa aprire a piacimento reverberi, delay e vocoder. È un modo interattivo di utilizzare gli effetti che Giuliano riesce a gestire molto bene e soprattutto a seconda di come “sente” il brano in quel momento.
Nella postazione immediatamente attigua al mixer di Amek troviamo Giuliano Bailetti che ha gestito il PA per il tour dei Negramaro. A lui abbiamo chiesto i dettagli dell’installazione al Tuscany Hall di Firenze.
ZioGiorgio.it: Giuliano, raccontaci tutto, cominciando da quelle che possono essere le maggiori criticità e, soprattutto, come sono state risolte.
Giuliano Bailetti: la difficoltà maggiore per questo tour dei Negramaro è quella di dover lavorare nei teatri con uno spettacolo che ha un impatto da palazzetto. Per fare questo, attraverso Sound Vision carico la pianta della Venue così da permettermi di trovare la soluzione migliore per una buona sonorizzazione.
Stiamo usando il Kara di L-Acoustics con 12 casse per lato e 8 sub più un setup centrale di rinforzo. Su bordo palco sono distribuiti dei frontfill.
Abbiamo 4 carrelli da 3 amplificatori LA8 di L-Acoustics, collegati in rete dalla sala, con i quali gestisco anche l’allineamento fase ed eq. Il segnale principale viaggia in AES-EBU direttamente dal banco di sala ai finali mentre un secondo segnale dalla sala e uno di backup dal palco entrano nel Galaxy e arrivano in analogico ai finali che, in assenza di segnale digitale, switchano direttamente su quello analogico.
Lavoriamo molto il pomeriggio sia in fase di analisi che di virtual, in modo da essere pronti quando la band arriva per il soundcheck.
In più abbiamo sempre pronte un paio di alternative da giocarci la sera quando la sala si riempie e inevitabilmente l’acustica cambia. Devo dire che lavorare con Amek è sempre molto stimolante perché c’è una ricerca del suono naturale ma con tanta tecnologia nel mezzo.
Sul palco invece, poco prima del concerto, incontriamo una nostra vecchia conoscenza, Federico “Deddi” Servadei, entrato da poco nella crew dei Negramaro come fonico di palco.
ZioGiorgio.it: Deddi, un palco bello zeppo di strumenti e microfoni a condensatore. Insomma, hai il tuo bel da fare…
Federico “Deddi” Servadei: già, non è proprio una passeggiata! Ci sono tanti microfoni a condensatore in un palco tutto sommato compatto con la batteria acustica che rientra un po’ ovunque.
Ho cercato di trovare una quadra lavorando molto più di dinamica rispetto al solito e abbiamo anche cercato di eliminare il più possibile le fonti sonore “eliminabili”.
Infatti tutti i musicisti ascoltano attraverso l’in-ear e ho solo due monitor Clair Brothers 12AM frontali per Giuliano, che servono in emergenza nel caso in cui avesse problemi con le cuffie.
Anche la batteria non ha il classico sub dietro la schiena ma utilizza uno shaker installato sul seggiolino e il suo ascolto passa da un mixer 16 canali che si gestisce in autonomia.
Lo spettacolo prevede una grande uso di effettistica, perciò ho dovuto cambiare un po’ le mie abitudini di lavoro mixando con la DiGiCO 338 Quantum in post fader in modo da gestire al meglio gli 8 reverberi e i 3 delay interni più un quarto rilancio dalla sala. Utilizzo Gain, Eq e patch in Recall Safe mentre il resto è tutto sotto scena.
Comunque, con un po’ di prove e un lavoro certosino sulla console siamo riusciti ad accontentare tutti, che poi è ciò che deve essere fatto!
Abbiamo poi avuto modo di scambiare due parole anche col Direttore di Produzione del tour dei Negramaro, Corradino Corradi che ci ha raccontato la particolare formula con particolare accenno alla altrettanto particolare scenografia…
Corradino Corradi: è un tour teatrale un po’ allargato come hai potuto vedere. C’è una scenografia importante chiamata “sound wave” firmata da Claudio Santucci che cerchiamo di adattare in base alla Venue in cui entriamo. Viaggiamo con due bilici ed entriamo alle 6 di mattina con i Rigger locali che iniziano a fare i punti motore. Alle 8:30 inizia a lavare la squadra luci e di seguito si stende la moquette e si montano le pedane per consegnare il palco pronto ai backliner alle 12 circa. Alle 17:00 solitamente siamo pronti e “consegnamo” il palco alla band che, come in questo caso di Firenze, ha fatto un soundcheck sostanzioso.
ZioGiorgio.it: appena entrato, guardando alla scenografia, mi sono immediatamente chiesto quanto potesse essere complicato montare ogni volta un palco del genere…
Corradino Corradi: La parte sceno-luminoso che occupa tutto il floor è certamente la parte più impegnative. Grazie a STS, che in questo tour gestisce il reparto luci, siamo riusciti ad ingegnerizzare e velocizzare il montaggio con delle strutture di alluminio numerate. Se guardi sul palco infatti, ti rendo conto come tutto sia organizzato con queste strutture predefinite e molto organizzare. Certo poi ci sono i cablaggi, elettrici e di segnali ma anche in questo caso abbiamo previsto una serie di accorgimenti che rendono il tutto meno difficile di quel che sembra.
ZioGiorgio.it: come sta andando il tour? Com’è la situazione con i tecnici e la manovalanza?
Corradino Corradi: il tour sta andando molto bene e da quel che sento dire dai miei colleghi anche altri show stanno facendo bene. Ottimo segnale! Per quanto riguarda la situazione dei tecnici noi abbiamo un team di alto livello e che lavora insieme da anni, quindi per noi il “problema” è relativo. Su piazza, a chiamata, non abbiamo bisogno di moltissima forza lavoro e, almeno ad oggi, devo dire che diamo riusciti a cavarcela. Sono però conscio che la situazione non sia semplice e la stagione estiva è stata faticosissima per tutti, nonostante una vera e propria ripresa è innegabile che ci sia stata…
Per quanto riguarda il lighting, in regia era presente Matteo Moro che ci racconta il setup luci e l’utilizzo della regia.
ZioGiorgio: partiamo dal concept e dal vostro ruolo in questo tour…
Matteo Moro: il concept del palco dei Negramaro è tutto di Giò Forma, mentre l’allestimento luci è stato progettato da Blearred, lo studio per il quale lavoro. Controlliamo tutti i paletti pixel to pixel attraverso Resolume Arena per un totale di 70 universi e il rig luci targato Robe e SGM attraverso sistema GrandMA 2.
ZioGiorgio: partiamo dai paletti LED. Mi dicevano che nonostante la complessità si tratta di un setup abbastanza semplice.
Matteo Moro: ci sono dei frame di ferro rettangolari a terra da 4, 6 e 9 pali forniti e ingegnerizzati da STS. Usciamo da Resolume Arena in ethernet, e arriviamo sul palco collegandoci a degli switch di rete che distribuiscono il segnale a tutti i nodi Artnet. Ogni frame a terra ha un suo nodo Artnet e l’alimentatore. Si tratta di un controllo pixel to pixel sui tubi a terra da 32 LED, mentre quelli appesi sono da 54 LED.
ZioGiorgio.it: come avete pensato il resto del plot luci?
Matteo Moro: il resto del plot è stato organizzato per poter garantire un’illuminazione frontale garantendo delle key-light sui musicisti a seconda della posizione dei tubi LED. Nella prima parte del concerto abbiamo tutti i tubi appesi a scomparsa, e usiamo come key-light l’americana frontale. Quando scendono entrano in gioco i tagli che diventano le nuove key-light. Il frontale è composto da otto Robe Spiider, mentre sui side abbiamo quattro frame con quattro spiider ciascuno. Poi abbiamo una mid truss con otto Robe Esprite e una back truss composta da tre truss con un totale di 18 SGM Q8 e altri Robe Esprite. In totale abbiamo 24 Robe Esprite, 18 SGM Q8 e 24 Robe Spiider. Circa 80 pezzi comprensivi di blinder.
ZioGiorgio.it: le SGM Q8 sono utilizzate spesso se non erro.
Matteo Moro: sono fixture molto belle, versatili e molto potenti. Le uso al minimo dei canali, con la parte centrale impiegata come wash per colorare, mentre le due stripLED bianche sono impiegate come strobo.
ZioGiorgio.it: passiamo alla regia, abbastanza standard da quel che vedo.
Matteo Moro: in regia abbiamo due GrandMA3 light in modalità 2 e due computer main e backup dedicati a Resolume Arena. In palco è presente una NPU collegata alla regia tramite protocollo MANet.
ZioGiorgio.it: non è presente il timecode giusto?
Matteo Moro: esatto. Lo spettacolo sta girando a mano, senza timecode, che di fatto è una comodità perché mette da parte l’errore umano durante un concerto, ma penalizza il tocco artistico.
C’è anche un’altra cosa da dire, visto che siamo tutti utili, ma nessuno è indispensabile: se per caso l’operatore dovesse essere sostituito è molto più facile eseguire prendere in mano uno spettacolo in timecode.
Tuttavia, ai Negramaro piace variare un filo le canzoni con assoli più lunghi o qualche giro in più. Tutte cose che vanno contro il timecode e quindi si è optato per uno show eseguito completamente “a mano”.
ZioGiorgio.it: come ti sei trovato? Più divertente, più fatico?
Matteo Moro: sono assolutamente divertito da questa cosa. È lavorare alla vecchia, con delle gran cuelist e mani sui fader sempre. Diciamo che lo spettacolo sembra stia “girando” bene quindi, tutto ok!
ZioGiorgio.it: l’ultimissima cosa che è più che altro una curiosità. Se non ricordo i Negramaro – e soprattutto Giuliano – non sono amanti dei fari sparato addosso.
Matteo Moro: esatto, abbiamo affrontato questa cosa all’inizio, non solo per il motivo che dici tu ma anche per evitare di far saltar fuori i paletti LED quando sono spenti. Ci aiuta molto il fatto che suonano da seduti, con posizioni abbastanza fisse. Sui palchi dove magari abbiamo un po’ più di proscenio tendono ad uscire, ma siamo in grado di gestire il tutto con due follow spot in sala, con l’operatore che gestisce pan e tilt mentre dalla console gestisco colori zoom ecc…
Passiamo alla parte video e sceno-luminoso, realizzata e curata da STS, con Sergio Pennisi.
ZioGiorgio.it: bentrovato Sergio, raccontaci il ruolo di STS in questa produzione.
Sergio Pennisi: per la parte video del tour dei Negramaro abbiamo fornito quello che ci piace definire il “lampadario”, ovvero lo schermo luminoso suddiviso in tre sezioni e realizzato con truss da 12mt, per un totale di 40 vertical tube RGBW da 2mt. Considera che nelle scene con le truss estese andiamo a creare uno schermo da 6mt di lunghezza.
Inoltre, abbiamo realizzato tutta la parte sceno-luminoso sul floor, con tubi da 40cm realizzati tramite l’utilizzo di canaline da 30mm di diametro con all’interno una strip 96pixel/metro per un totale di 38 pixel a tubo. I paletti LED sono collegati ai pixel controller Advatek.
La cosa particolare è che tutto è stato ingegnerizzato per il touring, tramite frame custom e un sistema di cablaggio che ci ha consentito di utilizzare meno cavo possibile con un controller da 8 porte per frame.
ZioGiorgio.it: quanti tecnici sono stati coinvolti per seguire il tour?
Sergio Pennisi: eravamo 3 persone alle luci e 1 allo sceno-luminoso. Personalmente ho seguito la progettazione come parte dell’ufficio progettazione di STS, mentre Delio Volpato ha sviluppato tutta la parte di carpenteria.
La Redazione
ZioGiorgio.it