Il tour invernale di Marco Mengoni assomiglia più ad un qualche cosa che vorrei definire come “Mengoni & The Band”, visto lo spazio e la qualità riservata alla musica suonata!
La cosa che mi ha stupito di questo spettacolo – che abbiamo intercettato nella data di Firenze – è come lo stesso Artista abbia voluto incentrare il concerto sulle canzoni, con grande attenzione alle parti suonate e dando grande spazio a musicisti, ai coristi ed alla band in generale, senza per questo sminuire la sua presenza scenica sul palcoscenico, un luogo che negli anni ha imparato a gestire con eleganza, energia e, perché no, con un pizzico di ironia.
Il sound della band, con sonorità che spaziavano dal rock al funky fino alla Techno ed a pezzi più dinamici e “drammatici” è stato affidato alla coppia Grilli/Butturini e ad un PA L-Acoustics K1/K2 di Agorà e con queste premesse si potrebbe già archiviare la pratica…
Il suono e la copertura erano perfetti, mentre il mix ha rispecchiamo e riprodotto fedelmente la varietà e la complessità degli arrangiamenti, esprimendo un suono raffinato, potente, caldo, vibrante, musicale, molto, molto godibile sia per noi addetti ai lavori ma, cosa più importante, piacevole e coinvolgente anche per il pubblico che – ne siamo convinti – è capace di “percepire” quando gli viene proposto un audio con qualche cosa in più a livello tecnico ed emozionale…
Anche la scenografia valorizzava la musica e lo stile dello show, senza mai ricercare in maniera invasiva ed ostinata la luce fissa sull’artista. Marco Mengoni, come già detto, si è mosso con naturalezza e sicurezza ma senza essere per forza al centro della scena per tutta la durata dello show.
Interessante verificare, come ci ha spiegato il Lighting Designer Davide Pedrotti, che non sono quasi mai stati utilizzati movimentazioni e traccianti, ma anzi eleganti tinte tenui e, quando necessari, colori saturi e decisi, sempre con lo scopo di accompagnare e valorizzare la musica, vera protagonista di questo show.
Il sistema audio ci è apparso perfetto per timbrica e copertura e per tutti questi aspetti abbiamo chiesto lumi a Davide Grilli.
ZioGiorgio.it: ciao Davide, vedo un PA L’Acoustics, raccontaci la configurazione.
Davide Grilli: Il setup è abbastanza standard, composto da 12 K1 con sotto 4 K2 per lato come main, 6 sub appesi KS28FLY e 12 K2 come side. Per quanto riguarda i sub a terra, abbiamo 3 pacchetti da 3 KS28 in cardioide ai lati del palco. A rinforzo troviamo una serie di front-fill posizionati sul perimetro del palco e della passerella oltre ad altri 6 posizionati sopra i sub.
Tutto l’impianto è pilotato da finali LA12 con doppio ingresso analogico come principale e AES- EBU come secondario. A monte ho 4 processori Lake nei quale entrano i segnali della sala, un backup dal palco e i contributi video di walk-in.
ZioGiorgio.it: ancora una volta la configurazione con i Sub appesi sembra essere veramente efficace, soprattutto ascoltando questo suono così compatto…
Davide Grilli: un suono che dipende da tanti fattori ovviamente, ma diciamo che in effetti i sub appesi aiutano. Nel tempo è diventata una soluzione sempre più usata, da quel che vedo anche a livello internazionale. Devo anche dire che con Alberto ormai è abbastanza facile capirsi e questo spettacolo parte con un buon suono di base. Il Mandela Forum di Firenze inoltre rimane una location acusticamente valida e che conosciamo molto, molto bene.
Alberto Butturini ci fa una panoramica sul mixing e sulle scelte audio. Al solito poche e semplice domande e “molto libere”…
ZioGiorgio.it: bentrovato Buttu, raccontaci come hai gestito il mix per questo tour.
Alberto Butturini: è un concerto molto suonato e lo dimostra il fatto che abbiamo una band composta da 11 elementi (batteria, basso, due chitarre, due tastiere, percussioni e 4 coristi) che attraversa diversi generi musicali, dalla Techno al Pop passando per il Soul, il Blues e il Rock. La difficoltà, se così vogliamo chiamarla, nel mio caso sta proprio nel trovare il mix giusto, l’incastro giusto dei vari strumenti che dia il giusto impatto ad ogni brano.
Per fare questo sono partito da una bella base sostenuta di batteria basso e percussioni che mi aiutano a far girare ritmicamente il pezzo, sopra il quale aggiungo tutta la parte armonica. Su alcuni suoni, come ad esempio i Moog e i Sub Bass intervengo sull’equalizzazione data per data in base alle risonanze delle venue. Per il resto ho fatto un ottimo lavoro in fase di prove/allestimento grazie anche all’aiuto di Giovanni Pallotti che è il direttore musicale che ha eliminato più del 40% delle sequenze mantenendo solo lo stretto necessario una cosa, se devo dirla tutto, ho apprezzato non poco!
Per quanto riguarda la regia FOH è rimasta la stessa del tour degli stadi con l’aggiunta di 3 PCM90 e 3 BCL (uno per la voce e due per il basso) che mi aiutano a renderli più leggibili nei posti già difficili. Per tutto il resto utilizzo i Plug-in interni dell’SSL.
ZioGiorgio.it: come gestisci le 4 voci dei cori?
Alberto Butturini: ai cori viene dato un ruolo importante nello spettacolo e, negli arrangiamenti, si “muovono” molto nel mix, in base al brano, passando da un volume di contorno ad una presenza pari alla voce di Marco. Anche la loro spazializzazione varia e mi aiuta a dargli il giusto valore senza però farle sovrapporle alla voce principale.
Ci spostiamo sul palco dove troviamo Stevan Martinovic e Valerio Motta che ci descrivono il setup di regia, trasporti e altro ancora.
Stevan Martinovic: il setup della regia è quello mio standard ormai brevettato! 4 fibre nel concentrator: 2 A B main e 2 A B backup. La sala riceve il backup e non ha diritto a fare né i guadagni né ad usufruire delle uscite degli splitter (cosa che invece posso fare io con l’AB main). Io non faccio altro che mettere una fibra in una console e una nell’altra stando attento che entrambe abbiano lo stesso Clock. In caso di problema sulla console principale mi basta staccare la fibra per trasferire il flusso di segnale su quella secondaria. Purtroppo, questa operazione va fatta manualmente, almeno ad oggi…
Valerio Motta ci spiega invece le varie scelte per quanto riguarda i sistemi di ripresa del suono.
ZioGiorgio.it: come hai gestito il palco per quanto riguarda i microfoni?
Valerio Motta: in questo tour aiuto Stevan in fase di montaggio della regia e mi occupo delle RF. Abbiamo 14 canali Iem 2050 di Sennheiser, 4 Radio Jack ULXD per le chitarre, 8 canali Axient tra cui il microfono di Marco che è una serie 6000 con capsula DPA già eventuali canali spare per un totale di circa 32 canali RF.
Durante lo show mi occupo delle sequenze. Il progetto si basa su quello che è stato utilizzato durante l’Eurovision: 2 computer (main e spare) che in Dante entrano in 2 Prodigy (uno main e uno spare) che lavorano in contemporanea creando una doppia ridondanza.
Utilizzo i Prodigy anche come mio ascolto grazie ad un Madi di ritorno da Stevan dal quale prendo anche il Clock delle macchine. Dalle sequenze genero l’SMTP dello show oltre a mandare i program change Midi ai vari strumenti e il Midi Clock in qualche brano per gli arpeggiatori attraverso una scheda iConnectivity.
Passiamo al visual, con Davide Pedrotti che ci racconta concept e impiego dato dai corpi illuminanti.
ZioGiorgio.it: partiamo con le differenze tra il tour estivo e quello invernale…
Davide Pedrotti: l’invernale del tour di Marco Mengoni è un downscale relativo del tour estivo. Relativo perché la componente principale a livello estetico dello spettacolo è rimasto questo grande arco scenografato che in realtà è della stessa identica dimensione. Al massimo può succedere che ne montiamo un pezzetto in meno quando non c’è lo spazio. Si tratta di un arco coperto di lamiera che viene illuminato. Mentre la seconda componente è il cerchio.
Live Nation ci ha coinvolto per la parte lighting, mentre il set design e la direzione artistica dello spettacolo sono stati realizzati da uno studio di design inglese che si chiama Black Skull. Hanno disegnato il set e interagito con il management per costruire lo show che effettivamente si compone di più parti che sono piuttosto marcate. Sono quattro atti differenti tra loro sia a livello musicale che a livello estetico. Si passa da momenti molto minimal a momenti molto “estremi”, con questi excursus di sali e scendi del b-stage, effetti speciali e altro ancora.
Il lighting plot è stato realizzato da me, Jordan e Ivan. Vedrai una componente di controluce su due bat truss che seguono l’andamento curvilineo della scena, così come il cerchio. Al centro del palco c’è un b-stage con una lift che sale e tutto lo spettacolo è stato costruito mescolando tutti questi ingredienti.
Lo show è composto di tante piccole parti dove appunto ci sono alcuni momenti dove bisogna curare alcuni dettagli ben specifici per non andare a intaccare la scena o per non rovinare il momento a livello artistico. Uno show interessante da ricostruire proprio perché siamo passati da un allestimento all’aperto ad uno al chiuso dove non c’è stato un riadattamento a livello stilistico di regia ma in cui abbiamo operato in maniera molto più precisa e curata.
ZioGiorgio.it: proprio in relazione a questo aspetto anche parlando con i colleghi dell’audio ci sono tanti momenti diversi. Tu come ti sei un po preparato per affrontare tutte le varie sfumature, anche musicali, dello show?
Davide Pedrotti: beh, diciamo che fondamentalmente siamo andati a costruire prima le parti più ricche, per poi andare a togliere, come degli scultori: da un blocco grosso devi continuare a togliere fino ad arrivare a quello che ti serve. Al contrario, quando ci sono brani molto potenti, abbiamo lasciato che il flusso andasse verso la potenza.
ZioGiorgio.it: cosa avete utilizzato?
Davide Pedrotti: abbiamo roba molto grossa con alcuni Claypaky K20 su truss nascoste dietro l’arco che si occupano dei frontali insieme a dei side appesi. Poi sono presenti un po di wash in sala insieme ai BMFL Blade impiegati come key-light per una parte dei musicisti, oltre ai RoboSpot di Robe che abbiamo fortemente voluto e siamo riusciti fortunatamente a ottenere.
Per il resto, sul palco ci sono circa 16 Robe Esprite sul cerchio e 50 spot LED Claypaky Arolla HP dotati di un output veramente impressionante oltre ad essere estremamente versatili. Una scelta che ci consente di interagire con una componente video piuttosto forte.
Lo spot era necessario in quanto abbiamo preferito dei look statici, molto puliti e definiti, con effetti di movimento presenti solamente in un paio di canzoni, giocando molto sui colori. Di recente il mercato offre delle macchine a LED estremamente performanti con un grande guadagno di luce in presenza di colori saturi, cosa che spot tradizionale a scarica non offriva. Oggi, grazie alla nuova generazione di sorgenti LED, con un colore saturo non hai una variazione esagerata rispetto al bianco. Inoltre, vedrai che in un paio di canzoni gli zoom sono totalmente aperti e si avvicinano ad un wash.
Il concerto comincia con Marco all’interno di un cubo su cui vengono proiettati dei contributi. Per permettere di vedere sia le proiezioni che l’artista, abbiamo installato quattro Martin Mac Aura negli angoli. Infine, nel back abbiamo una serie di strobo Prolight Soundblast 3000 FC, mentre sul b-stage sono presenti le Tetra2 della Robe.
Il tutto è fornito da MisterX.
ZioGiorgio.it: dacci una tua impressione sull’utilizzo del sistema RoboSpot piuttosto che il classico segui persona…
Davide Pedrotti: credo che siamo in presenza di un vero e proprio game change, specialmente se lavori con un’artista come Marco Mengoni che non è proprio un amante del follow spot. Sicuramente il BMFL è estremamente performante e potente come spot anche da lunghe distanze. Considera che lo show è molto vincolato alle riprese live, ed è necessario gestire bene i vari overlay facendo attenzione al quantitativo di luce che si mette. Con questo spot abbiamo sempre margine e, cosa ancora più importante, per quanto tu possa trovare degli operatori follow spot esperti e precisi, è importante gestire dalla regia dimmer e colori. In questo modo posso gestirli come se fossero delle key-light qualunque. Inoltre, con i follow spot classici, spesso sei costretto a richiedere punti di corrente aggiuntive in zone dove è spesso complicato ottenerle.
ZioGiorgio.it: passiamo alla regia. Cosa utilizzi?
Davide Pedrotti: ho una GrandMA che è ancora in modalità due. Non la uso in modalità 3 per due aspetti: in primis abbiamo avuto talmente tanto da fare che non c’è stato il tempo di dedicarsi alla formazione. Inoltre, siamo in attesa della prossima release che da quanto ci dicono, conterrà la maggior parte delle funzionalità effettive.
Naturalmente abbiamo anche un backup. con i segnali che viaggiano in sACN, ad esclusione dei RoboSpot gestiti in ArtNet.
Lo show è gestito in timecode sfruttando le sequenze delle canzoni. So che il timecode è sempre oggetto di discussione, e la mia visione è che spesso questo sistema ti permette certe impostazioni e vere e proprie chicche che non sarebbero possibili con la classica cuelist.
ZioGiorgio.it: come siete organizzati per l’allestimento delle varie date e in quanti siete?
Davide Pedrotti: entrare la mattina in show day è complesso, però devo dirti che durante il riallestimento abbiamo considerato molto bene questo aspetto, fissando i punti cardine dello spettacolo così da accorciare i tempi di focus prima dello show.
La crew di MisterX è composta da un capo squadra, Luca Casadei, e quattro elettricisti che sono Andrea, Giorgio, Manuel e Valerio.
Sempre per la parte visual abbiamo intercettato Fabio Greco, responsabile video per STS.
ZioGiorgio.it: bentrovato Fabio. Tanto LEDWall e tante proiezioni. Raccontaci cosa ha messo in campo STS per questa produzione…
Fabio Greco: abbiamo uno schermo curvo centrale LED Dicolor 6.9 da 17,5 x 4 mt e 2 schermi laterali, sempre Dicolor da 5 x 6 mt. La regia grafica è gestita da un D3 VX4 che acquisisce anche il live per poi applicare i vari effetti, mentre la regia video comprende 2 telecamere F.o.H., 1 telecamera per il pubblico, 4 telecamere brandeggiate e un Ronin con ponte radio.
Inoltre, alla fine della passerella, è presente una pedana 5 x 5 mt che si alza con le pareti fatte di tulle e illuminate da 4 proiettori Panasonic da 31000 A/L che hanno il compito di mappare le 4 pareti della pedana.
Chiudiamo questa lunga serie di interviste con Alberto Muller, che ci racconta gli aspetti legati alla produzione vera e propria: tempistiche, criticità e altro ancora.
ZioGiorgio.it: prima domanda relativa alla situazione lavorativa. Siamo ritornati nella vita reale?
Alberto Muller: secondo me no. Il lavoro c’è ma a mio avviso da maggio ad oggi abbiamo perso molte figure local. I tecnici che abbiamo ritrovato a maggio sono rimasti e qualche figura nuova sta arrivando, ma a mio avviso ancora molto poco.
ZioGiorgio.it: un po’ di numeri in merito a persone coinvolte e alla logistica?
Alberto Muller: per una data come questa abbiamo una chiamata di circa 70 facchini e sei mulettisti allo scarico e 80 facchini al carico. Considera che siamo in tanti, circa 80 – 100 di produzione, che con gli aiuti fanno circa 200 persone coinvolte. Inoltre, viaggiamo con 14 bilici inclusi tecnica, scenografia, palco e generatore.
Abbiamo un po’ di tutto: audio, luci, video, automazioni, parecchia scenografia e un gran lavoro di produzione e show design fatto prima ovviamente.
ZioGiorgio.it: come riesci a far quadrare tutto? Quali sono le tue priorità in termini di tempistiche e coordinamento delle varie crew?
Alberto Muller: questa è una produzione che va su ad oggi in 7 ore. A Milano lo scarico è cominciato alle 04:30 di mattina e siamo riusciti a essere pronti col palco più o meno attorno alle cinque di pomeriggio. Da Torino sono diventate le 3 del pomeriggio, e adesso siamo appunto a 7 ore. La prima ora e mezza è focalizzata sullo scarico e sul posizionamento dei motori; da lì si passa al grid con le automazioni su cui passano tutti i cablaggi delle luci e a seguire tutto il resto. Molte cose vengono fatte più o meno in contemporanea, con un lavoro ben schedulato. Il palco viene costruito a parte e riusciamo a posizionarlo tra le 12:30 e le 13:30, così come i quattro cilindri che salgono a cinque metri con un telo che viene srotolato e sul quale avvengono le proiezioni. Anche questa è una struttura che si assembla separatamente e successivamente viene portata in posizione.
ZioGiorgio.it: come immagini possa essere il 2023 in base alla tue informazioni?
Alberto Muller: la programmazione c’è sicuramente ed anche molto fitta come c’è la voglia di lavorare e stare in giro. Detto ciò non ho un quadro di informazioni così completo da far chissà quali previsioni.
Da ottimista di natura quale sono però credo le cose continueranno ad andare bene, vedendo la voglia che c’è tra i colleghi, immagino e spero che riusciremo a tornare a regime.
Aldo Chiappini
ZioGiorgio Team