Source Four Mini LED di ETC illumina i Buddha al MAO di Torino

La mostra Buddha 10 al MAO di Torino è un’esposizione particolare dalla durata di un anno e che vanta la presenza di oltre venti grandi statue buddhiste in legno o in pietra di epoche diverse (dal V al XIX secolo). Scopo della mostra è quello di suscitare nel visitatore riflessioni su vari aspetti della vita e mettere a confronto la figura di Buddha nel corso della storia.

Ad occuparsi della progettazione e dell’installazione della luce nelle sale espositive è stato il lighting designer Mattia Carli che si è servito dei dispositivi Source Four Mini LED di ETC, fondamentali nel creare un rapporto dialettico tra le opere esposte e il visitatore.

Mattia è sempre stato affascinato dalla Luce e dalla sua capacità di trasmettere un’emozione e ci rivela come “è sempre un piccolo traguardo quando nel mio lavoro riesco a trasmettere un’emozione allo spettatore/osservatore”.

La formazione di Mattia parte dal Teatro come studente dell’Accademia del Teatro alla Scala, uno dei teatri d’opera più famosi nel mondo e dove ha avuto la fortuna di seguire Lighting Designer Marco Filibeck e Valerio Tiberi. Oggi il suo lavoro è molto diversificato e spazia dal Teatro ai Grandi Eventi, passando dai Musical al Corporate.
L’impostazione teatrale di Mattia e la sua volontà di emozionare sempre il visitatore è quanto mai evidente proprio in questo suo lavoro come Lighting Designer per la Mostra Buddha 10.

Davide Quadrio, direttore del museo e Laura Vigo hanno chiesto a Mattia di creare con la luce un’atmosfera ed un clima coinvolgente, per far sì che il visitatore possa vivere appieno l’esperienza e lasciarsi travolgere dai vari significati degli oggetti rituali. Per realizzare al meglio quanto richiesto Mattia ha scelto di utilizzare i dispositivi Source Four Mini LED di ETC, forniti da EDCSound.
Mattia da anni conosce e utilizza i prodotti ETC, in particolare i dispositivi LED apprezzandone molto la qualità della luce, la resa colorimetrica e la grande versatilità.

“Ho scelto di utilizzare Source Four Mini LED perché hanno un’ottima qualità della luce con una perfetta resa cromatica, dato fondamentalmente quando si vanno ad illuminare opere museali lignee come in questo caso. Altra caratteristica fondamentale dei dispositivi Led è la loro versatilità e mi hanno permesso di isolare le opere creando chiaroscuri, zone d’ombra, situazioni più “drammatiche”, ma nello stesso tempo di segnare il percorso ed illuminare le didascalie per permetterne la lettura e la fruizione”, commenta Mattia. “Infine, proprio come in teatro, la presenza di un portagelatine ha facilmente permesso di utilizzare frost diversi e conversioni di colore, particolarmente utili per valorizzare i tratti di alcune opere o per creare piccoli colpi di scena, come per l’opera più contemporanea tra quelle esposte, ovvero un Buddha di XuZhen. Un’altra caratteristica vincente dei dispositivi – tutt’altro che secondaria in un contesto come questo – è la loro forma elegante, poco invasiva e allo stesso tempo accattivante”.

Il lavoro di questa mostra è stato una sorta di work in progress con qualche difficoltà legata agli spazi, dato che le sale dedicate alle esposizioni temporanee hanno dei binari a soffitto residenti e con un’altezza non molto favorevole. Proprio in merito a queste difficoltà e problematiche relativi agli spazi espositivi il Lighting Designer ci ha rivelato come i proiettori ETC abbiamo offerto un grande aiuto: “In fase di progettazione ho lavorato per trovare la giusta provenienza della luce e il giusto angolo di incidenza. Per me era importante in primis permettere al visitatore di godere delle opere senza proiettare la propria ombra sulle opere stesse, per questo, dopo un accurato studio e grazie alla disponibilità dell’ufficio tecnico del MAO, si è deciso di aggiungere alcuni binari per ottenere la sorgente luce nei punti più giusti”.

“I Source Four Mini LED grazie alla loro versatilità e la rapidità delle ottiche intercambiabili sono stati fondamentali nel garantire al meglio il mio lavoro, nonostante, per ovvie ragioni, la distanza opera/corpo illuminata non era sempre uguale, così come l’altezza stessa delle opere era molto variabile, arrivando fino a circa 2m”. Conclude Mattia.

Info: www.etcconnect.com

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