Una giornata in Ayrton

Di recente sono stato invitato dal distributore Molpass per una visita al quartier generale parigino di Ayrton. Un’occasione unica per comprendere al meglio chi c’è dietro ad una azienda che negli ultimi anni ha espresso così tanta innovazione e che rapidamente si è posizionata tra i top player internazionali. Una sorta di – passatemi il termine – “rivincita dei visionari” e un esempio del successo costruito in gran parte sulla passione, e non solo su calcoli di profitto e mosse di convenienza, che da soli non bastano per la realizzazione di strumenti d’arte come di fatto rappresentano per i Lighting Designer le fixture luci.

Da sx: Michele Allegramente, Paolo Albani, Ivan Peard e Chris Agius Ferrante

Un percorso, quello di Yvan Péard – Managing Director di Ayrton, tipico dei veri pionieri dello ShowBiz, dotati di quella particolare fermezza nell’essere certi dell’obiettivo e di quella passione che non fa temere le difficoltà. Di seguito l’intervista.

ZioGiorgio.it: partiamo dall’inizio…

Yvan Péard: prima di lavorare per Ayrton, ero distributore di High End System e prima ancora sono stato a lungo distributore di Coemar. Due esperienze che di fatto mi limitavano e non mi consentivano di ottenere davvero ciò che volevo. All’inizio del 2002 decisi di cambiare rotta e ho scelto di rivolgermi ad una grossa azienda cinese che mi presentò una copia migliorata di una nota testa mobile dell’epoca. Ma non mi interessavano i cloni, ero determinato a creare i miei prodotti. E alla fine ce l’ho fatta!

All’epoca Colour Kinetics era il riferimento nella gestione del LED. La mia idea era quella di combinare questa peculiarità con un’illuminazione architetturale specifica che potesse includere anche le caratteristiche di una testa mobile. Come tutta la storia della mia vita, ero stato ancora una volta troppo ottimista, credendo che la tecnologia e la mia visione andassero alla stessa velocità. Eppure, non mi sono arreso e sono riuscito a creare un paio di apparecchi, Easy color e Easy color 2, con una buona saturazione del colore ma con un’intensità luminosa ancora insufficiente. Considera che ai tempi lo sviluppo del LED era agli inizi e ci si confrontava con teste mobili come MAC2000 della Martin. Dopo questi due prodotti, abbiamo deciso di attendere l’evoluzione delle tecnologie e una maggiore efficienza energetica dei LED; nel frattempo abbiamo realizzato alcuni prodotti statici davvero originali.

ZioGiorgio.it: e poi l’arrivo di Golden Sea?

Yvan Péard

Yvan Péard: la nostra storia non è così lineare come si potrebbe immaginare, abbiamo superato grandi drammi lungo la strada. Nel 2008 eravamo sull’orlo della chiusura e anche il mio socio Xavier era piuttosto scoraggiato. Inizialmente ho rinunciato a due proposte della Golden Sea, e dopo un tentativo con un’altra azienda non finito nel migliore dei modi, nel 2010 l’unica soluzione per me è stata quella di tornare alla Golden Sea. Una mossa che si è rivelata vincente.
WildSun è stato il primo prodotto che abbiamo realizzato con loro.  In occasione del tour di Bruce Springsteen nel 2012 partecipammo ad una comparazione di prodotti insieme a ROBE e JB Lighting. Presentammo il WildSun 500C a Berlino, fu subito notato e ci chiesero di organizzare una demo a Las Vegas. Valère è andato con il suo set completo, e ha preparato il tutto per la demo. Non ha potuto assistere alla comparazione che si svolsero senza la presenza delle aziende coinvolte. Alla fine, siamo stati scelti perché la superficie del faro era più ampia e perché avevamo scelto una temperatura colore nativa più calda rispetto ai competitor. Inoltre, la fixture era dotata di un sistema di alloggiamento innovativo e a una speciale tipologia di collimatori realizzati in Francia, che di fatto miglioravano il sistema di zoom. E anche se all’epoca era l’unica macchina funzionante che avevamo in casa, ha avuto comunque molto successo, anche grazie alla demo per Bruce Springsteen.

Parlando di artisti di un certo calibro, qualche anno fa abbiamo ricevuto una richiesta di 167 Magic Panel per un evento di Paul McCartney, io non li avevo in magazzino e Golden Sea pretendeva un ordine minimo di 500 pezzi. Temevo di perdere la commessa, così alla fine abbiamo prodotto tutti i 500 pezzi… gli ultimi li abbiamo venduti solo l’anno scorso (NDR Ride).

ZioGiorgio.it: quindi nel tuo caso la passione supera le strategie di business…

Yvan Péard: sì, è stato così per tutta la mia vita. Per me è come un sogno. Non avrei mai potuto prevedere di arrivare così lontano e di realizzare ciò che Ayrton è diventata oggi.
Se vuoi essere speciale devi fare qualcosa di speciale. Non ha senso, ad esempio, copiare grossolanamente prodotti con un sistema ottico o una sorgente innovativa e limitarsi solo a differenziare il tipo di plastica e a metterci il proprio nome. Nessuno può sopravvivere sul mercato in questo modo.
Ero un fan dei Genesis, i loro show mi emozionano tutt’ora, tutta quella tecnologia e non solo … A volte penso che sarebbe interessante anche per Ayrton produrre fixture tradizionali, ma amo le teste mobili.

La demo room di Ayrton

ZioGiorgio.it: Qual è la sua personale visione del mercato futuro?

Yvan Péard: personalmente adoro la tecnologia laser – che infatti abbiamo utilizzato nel Cobra – e credo sia un nuovo punto di partenza. Tra due o tre anni produrremo fixture in grado di fare quasi tutto ovunque. Stiamo andando verso uno standard universale con prodotti multiperformance, con un IP elevato, e l’utilizzo di nuovi materiali che consentono di avere meno spessore e peso. Ad esempio, sono convinto che tra qualche anno non avremo più l’IP20.

ZioGiorgio.it: un’ultima domanda sul mercato italiano e sul rapporto con Molpass…

Yvan Péard: Molpass ha fatto grandi cambiamenti interni, e rappresenta un ottimo esempio di distributore in un paese dove il mercato è piuttosto difficile anche a causa della concorrenza domestica. Molpass sta facendo un lavoro favoloso.

Durante la permanenza in Ayrton abbiamo avuto l’occasione di vedere in anteprima lo show che di lì a poco sarebbe stato protagonista dell’imminente ProLight+Sound di Francofore. Uno show ideato da Stéphane Mignè, autore anche delle colonne sonore e degli arrangiamenti musicali degli show Ayrton.

Non è mancata l’opportunità, in anteprima, di toccare con mano l’ultimo nato dell’azienda francese, Rivale Profile, una fixture IP65 completa e leggera, con un peso di soli 28,5 kg. La demo, presentata dal CEO di Ayrton Chris Agius Ferrante ha messo in evidenza le performance del Rivale, date da una lente frontale da 160 mm e un modulo LED ad alta efficienza da 450 W.

Il sistema di miscelazione progressiva dei colori CMY ad alta definizione offre una riproduzione perfetta dei toni pastello, mentre il deep red variabile ottimizza l’indice di resa cromatica a bassi livelli e offre un rosso con un alto livello di saturazione. L’innovativo sistema ottico ideato da Ayrton consente l’impiego del sistema di tricromia a ruota, così da ottenere un fascio ancora più omogeneo, un peso più leggero grazie all’impiego di un numero inferiore di motori e colori saturi più brillanti, visto che la luce passa da un solo filtro. Un sistema non più comunemente utilizzato, ma che grazie alle nuove tecnologie in termini di sorgenti, rappresenta un passo in avanti.

Con una temperatura colore nativa da 6.500K e un flusso luminoso di 27.000 lumen, il Rivale Profile è in grado di produrre un fascio di 4° con un rapporto di zoom 13:1 e un range zoom da 4 a 52°.  La fixture, il cui sviluppo è in fase di completamento, conterrà un minus green lineare (denominato CTP) e ospiterà un modulo LED il cui posizionamento nella black body curve risulta estremamente ottimale, così da evitare interventi di correzione del bianco.

Info: www.molpass.it

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