Vasco torna dal vivo con un format del tutto simile ai tour precedenti, d’altra parte è proprio questo il caso di dire “squadra vincente non si cambia” ed il risultato è, manco a dirlo, stadi pieni e pubblico in visibilio.
Quest’anno abbiamo deciso di ascoltare dalla viva voce dei protagonisti cosa ci fosse di nuovo rispetto al 2022 (tour sul quale abbiamo fatto un lungo articolo) cominciando proprio dagli aspetti audio.
Andrea Corsellini, ormai fidato fonico del Blasco da molti anni, ci ha raccontato il perché di alcune scelte e dell’uso di tanto outboard da sogno! A seguire le interviste a tutte le figure chiave del tour, il fonico di palco Federico “Deddi” Servadei, Luca Nobilini per la parte PA, Simone Vitaliani, aiuto alla regia di palco e RF manager.
ZioGiorgio.it: bentrovato Andrea, partiamo parlando delle novità rispetto al 2022. La prima, evidente, è una regia con un bell’outboard esterno. Raccontaci cosa hai scelto e come lo usi.
Andrea Corsellini: lo scorso anno, complice la ripartenza, avevamo deciso di affrontare il tour di Vasco in maniera un po’ più “accorta” se così vogliamo dire. Non mancava sostanzialmente nulla ma avevo ridotto parecchio l’outboard esterno che, per contro, quando posso utilizzo sempre con piacere. Quest’anno fortunatamente siamo potuti tornare ad una situazione “normale” e ho deciso di sperimentare qualche cosa di nuovo e secondo me interessante.
Partiamo dalla parte più semplice, i riverberi, che uso praticamente tutti esterni, a parte uno dal banco sull’acustica di Vince Pastano. Oltre al solito Lexicon 480 e un Eventide, la novità è rappresentata dagli splendidi Bricasti M7, macchine che adoro e che ho scoperto essere state progettate dalla stessa persona che ha progettato al tempo gli immortali Lexicon PCM70, una macchina che per quelli come me, formatasi negli anni 80, rimane un punto di riferimento assoluto.
Con gli M7, infatti, mi ritrovo ad avere un sound del tutto simile a quello del PCM70 ma con la tecnologia di oggi. Credo che non me ne separerò molto facilmente…
ZioGiorgio.it: e poi tanti compressori che però, vedendo i controlli, non stanno praticamente lavorando…
Andrea Corsellini: sì e no. Nel senso che molte macchine non intervengono comprimendo ma hanno una loro funzione specifica per “creare suono”.
Ho scelto tutte macchine con trasformatori in entrata di alta qualità, per lo più Jensen che, a mio gusto, aggiungono qualche cosa di caratteristico al suono.
Devo però fare una premessa importante: invece di insertare le macchine sugli strumenti singoli, vengono messe in insert su dei gruppi che mi sono creato sulla DiGiCo. Per esempio, ho gruppo cassa, rullante, tom, OH e poi ancora GTR Vince, GTR Stef e così via.
La maggior parte degli outboard, come dicevo, è utilizzato solo ed esclusivamente per sfruttarne il trasformatore, mentre le uniche macchine che effettivamente comprimono qualche cosa – ma stiamo sempre parlando di pochissimi dB – sono i Distressor che uso in modalità “opto” sul gruppo del basso, gruppo key e sulle chitarre di Antonello D’Urso.
Sostanzialmente, utilizzando le compressioni sui gruppi anziché sui singoli canali, si ha come risultato che alzando il fader del canale singolo si manda più segnale al gruppo che fa “lavorare” di più il compressore ma senza per questo variare di fatto il balance generale del mix che è invece controllato dai fader dei singoli gruppi.
Sembra complicato ma in realtà non lo è.
Nella pratica seguo il mix del concerto dai fader dei gruppi che, per comodità, ho organizzato in una baia della DiGiCo. Poi nelle memorie vario, a seconda dei brani, il fader del canale che funziona come fosse una “mandata” al gruppo del compressore.
Insomma, se ricordi è la stessa cosa che faccio da ormai qualche anno sulla voce di Vasco (la cui catena è rimasta invariata) e che adesso faccio su molti altri strumenti ottenendo un risultato che sento mio e che dà soddisfazione.
Per finire la carrellata degli outboard ci sono dei “semplici” transient designer insertati nei gruppi di cassa rullante e tom e che uso appunto come…transient designer.
ZioGiorgio.it: un’altra cosa interessante però è in relazione ai Chandler TG1 Limited, vuoi spiegarla?
Andrea Corsellini: siamo al cospetto di un’altra macchina molto interessante, che non monta trasformatore Jensen come le altre ma riprende esattamente il circuito del glorioso banco TG degli Abbey Road studios di Londra. Immagina il Chandler TG1 come una macchina doppia, nel senso che ha funzione di compressione (che non uso) ma, tramite un tasto switch, può essere utilizzata come THD (Total Harmonic Distorsion) per aggiungere distorsione armonica sul trasformatore. Io uso i due TG1 sulle chitarre di Stef e Vince al minimo dei settaggi ma ciò che ottengo in termini di suono mi piace molto. Ti assicuro che l’intervento si sente ed è qualche cosa di interessante!
ZioGiorgio.it: nell’altro “frigorifero” in foto si vede poi un sommatore Neve.
Andrea Corsellini: è un Neve Orbit che ho deciso di usare per alcuni brani di Vasco, mentre per altri uso la somma e la catena interna della DiGiCo. Il risultato non è né migliore né peggiore, è diverso. Per certe cose il Neve funziona e per altre non lo sento necessario.
ZioGiorgio.it: in effetti colgo l’occasione per sviscerare meglio la questione Outboard. Sono convinto che tu e altri tuoi illustri colleghi possiate fare un tour di alto livello con una qualsiasi console digitale di qualità. Perché allora si ricorre alle macchine esterne?
Andrea Corsellini: la tua domanda mi dà l’occasione di chiarire meglio la questione, evitando i soliti luoghi comuni.
Io, chiaramente, ti parlo della mia esperienza di utilizzatore e sostanzialmente posso indicarti almeno due o tre buone ragioni per usare outboard esterno.
Come prima cosa, credo che il pubblico, anche se non sa e non capisce nulla di tutte queste cose per addetti ai lavori, si renda conto se sta assistendo ad un concerto con un “qualche cosa in più” in termini di suono. Non dipende solo dal mix certo, dipende dal “pacchetto completo” ma è un dato di fatto che le differenze il pubblico le coglie eccome. Altrimenti non si spiegherebbero commenti positivi e/o lamentele che sappiamo esserci e che vanno ascoltate.
Se poi parliamo di tour come questo di Vasco – e come lui pochi altri in Italia – parliamo di situazione al top, spettacoli che devono essere allineati, come qualità generale, ai più grandi tour internazionali dove, dato di fatto, si fa ancora grande uso di outboard esterno.
Per farti il primo esempio che mi viene in mente, Marc Carolan, fonico di riferimento e tra i più quotati a livello internazionale, si porta dietro un paio di studi di registrazione nei suoi rack, basta guardare qualche foto delle sue regie per farsi un’idea.
Ma c’è di più per quanto mi riguarda perché credo che l’uso di alcune macchine particolari renda più piacevole, stimolante e “creativo” il lavoro del fonico.
Mi rendo conto che l’outboard significa più ingombri e più costi sulla produzione ma quando la produzione è “importante” credo che sia giusto offrire al pubblico pagante il meglio, anche in termini di tecnologia.
Fermo restando che sono anche io convinto che si possa fare anche senza, ottenendo comunque un ottimo risultato, ma semplicemente il risultato sarà “diverso” …
ZioGiorgio.it: ciao Luca, partiamo dalle novità introdotte per il tour di Vasco rispetto allo scorso anno.
Luca Nobilini: le novità in relazione al sistema sono effettivamente poche e le uniche degne di note riguardano la configurazione dei sub che non sono più ad arco ma disposti ai lati, come L+R, in end-fire.
C’è poi la sola aggiunta di due blocchi di sub al centro per recuperare un po’ il buco che si crea in corrispondenza della passerella.
Questa scelta è fatta proprio per tenere più pulita possibile tutta la punta della passerella, dove si svolge parte del concerto, ed ottenere più spinta in lunghezza nella parte bassa.
ZioGiorgio.it: a livello di distribuzione segnale, processamento e controllo, qualche cambiamento?

Luca Nobilini – PA manager
Luca Nobilini: ciò che è cambiato è il sistema matrice, non abbiamo più i Galaxy di Meyer Sound ma abbiamo invece optato per i Newton di Outline, una scelta legata alla necessità di avere più ingressi.
Quest’anno il sistema di Corsellini è diverso, e prevede l’invio di tre coppie stereo. Se lo scorso anno avevamo voce + band, per questo tour come aggiunta abbiamo un altro segnale stereo che arriva dal sommatore Neve con un mix band. Io tengo questi IN sempre tutti aperti, Corsellini tramite una macro sul banco decide quando mandare il segnale dal sommatore e quando quello dalla DiGiCo che, lo ricordiamo, sono due in full mirror.
Oltre a questi 6 IN ne ho altri, tra i quali un ulteriore L+R che arriva dal mix di palco sempre come “ultima sicurezza”, più una serie di contributi esterni per un totale di 10 IN.
I Newton sono due in modo da avere la ridondanza completa e servono per lo smistamento dei canali mentre tutto il processing è fatto dagli amplificatori L-Acoustics che per il main PA sono gli LA12i.
Il sistema della ridondanza dei trasporti è del tutto simile a quello degli scorsi anni, con il segnale digitale e il trasporto analogico come spare.
Gli amplificatori L-Acoustics sono in grado commutare sul segnale analogico nel momento in cui “sentissero” l’interruzione del flusso digitale, un sistema ormai collaudato ed affidabile.
ZioGiorgio.it: siete sempre a 96 KHz?
Luca Nobilini: esatto, anche quest’anno abbiamo continuato sulla strada segnata lo scorso anno.
ZioGiorgio.it: delay?
Luca Nobilini: la configurazione “di base” per Vasco prevede due delay di V-Dosc e due di K2 pilotati dagli LA8, anche in questo caso sempre con doppio segnale digitale ed analogico.

Newton di Outline
Spostiamoci sul palco dove troviamo, ormai da parecchi anni, il monitor Engineer Federico “Deddi” Servadei
ZioGiorgio: ciao Deddi e ben ritrovato in questo Vasco Live 2023! Quali sono le novità di quest’anno?
Federico “Deddi” Servadei: tendo a usare da tempo il mio setup ideale, lo stesso degli scorsi tour composto da due banchi DIGiCo Quantum 7 in mirroring totale e super affidabile. Come macchine esterne utilizzo solamente due PCM91 e 3 M3000 in dual mono in modo da avere 6 effetti diversi. Piccola novità del 2023 è l’utilizzo dell’SMTPE in arrivo dalle sequenze sia per il cambio scena sia per le aperture/chiusure dei canali e il cambio effetti.
ZioGiorgio: come gestisci gli ascolti?
Federico “Deddi” Servadei: Tutta la band lavora in IEM, alcuni wireless, altri passando da un sistema M48 Roland il cui mix, in alcuni casi, viene rilanciato in un sistema 2050 Sennheiser per permettergli di muoversi liberamente. Quest’anno abbiamo deciso di togliere la linea di monitor sul fronte palco ma abbiamo lasciato i 4 12AM di Clair Bros nella postazione di Vasco rinforzati da 2 Db sub di L-Acoustic posizionati alle sue spalle sotto la pedana della batteria. Anche Rocchetti utilizza un monitor sulla sua pedana mentre a bordo palco abbiamo un sistema Side formato da 1 SB 28 e 4 Kara per parte.
Di fianco a Deddi troviamo Simone Vitaliani alla sua prima esperienza nel mondo “Vasco” in qualità di assistente e RF Manager.
ZioGiorgio: quali sono le tue mansioni in questo tour?
Simone Vitaliani: principalmente mi occupo del setup della regia di palco, del montaggio del monitoraggio e delle RF.
ZioGiorgio: di quanti canali RF stiamo parlando?
Simone Vitaliani: sono circa 45 canali divisi tra IEM, radio microfoni e radio jack. Il sistema IEM è tutto Sennheiser utilizzando varie serie in modo da poter avere più range compatibili tra loro mentre per quanto riguarda i sistemi radio è tutto Shure. Abbiamo due macchine per lato che si occupano dei chitarristi: il sistema a stage left è completamente autonomo con due antenne direzionali a paletta montate dietro la postazione di Stef mentre quello a stage right si aggancia in cascata allo splitter di antenne principale. Per la scansione utilizzo l’AXT600 di Shure mentre per il controllo e la gestione mi affido a Wireless Workbench sempre di Shure. Tutte le macchine sono collegate in rete per il controllo remoto ed ho anche uno Showlink che uso in caso estremo per cambiare le frequenze in tempo reale in caso di necessità. Questo mi permette di fare una scansione a ridosso dello show e di intervenire in tempo.
Nel prossimo articolo andremo ad approfondire gli aspetti legati a luce e video!
Stay tuned
Redazione
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