Firenze Rocks 2023

Firenze Rocks è un festival nato nel 2017 che ha visto avvicendarsi negli anni le più grandi rock band mondiali e che attira un grande numero di visitatori.
Noi di ZioGiorgio presenziamo ad ogni edizione, al fine di raccontare gli aspetti tecnici di uno evento che ha sempre avuto un’interessate dispiegamento di tecnologie.
Quest’anno, tra le altre novità, è stato impiegato il nuovo line array di d&b audiotecnik GSL, che sentivamo per la prima volta dal vivo in queste dimensioni ed un sistema Luminex per la gestione dei segnali dello show illuminotecnico.

La giornata scelta è stata quella con gli The Who come headliner ed alcuni support act tra i quali Tom Morello, storico chitarrista dei Rage Against The Machine.

A farci da Cicerone durante tutta la giornata alcune figure chiave del service Agorà che ha fornito il materiale, ad esclusione delle regie dei The Who.
Partiamo il nostro giro di interviste da Filippo Panella, Sound Designer e PA man del sistema.

ZioGiorgio.it: ciao Filippo, partiamo dalle cose semplici. Qual è il tuo ruolo e di cosa ti occupi?

Filippo Panella: ho disegnato l’impianto e mi occupo della sua gestione seguendo le produzioni – estere essenzialmente – al fine di modificarlo ed ottimizzarlo in base alle loro richieste.

Filippo Panella

ZioGiorgio.it: questa volta troviamo anche qualche cosa di diverso da solito, un sistema nuovo che, almeno in questa particolare configurazione, non avevamo ancora avuto il piacere di ascoltare. Raccontaci tutto!

Filippo Panella: abbiamo un d&b audiotechnik GSL, un sistema molto interessante ed in grado di controllare la direttività in maniera molto puntuale e con estrema semplicità. I cabinet di GSL hanno la caratteristica di avere, oltre ai due woofer 14″, anche due woofer da 10’’ posti di lato, in grado non solo di rafforzare la pressione sulle frequenze medio basse, ma di creare di fatto un end-fire che azzera del tutto o quasi il suono proiettato posteriormente sul palco. Come percezione a livello di suono, posso dire che assomiglia molto ad un 15’’ se non superiore, pur rimanendo comunque compatto.
Qui a Firenze abbiamo un sistema composto da 16 moduli per il main, 12 per i Side ed ancora 24 sub, un front-fill realizzato con la serie Y e un XSL, il più piccolo della famiglia, per gli extra Side.

ZioGiorgio.it: cominciamo parlando dei sub…

Filippo Panella: sono sub che nascono cardioidi e montano un triplo 21’’ (ndr. già girato nel cabinet) che scendono molto in basso, tanto che il taglio è a 40 Hz. Vengono usati per fare le infra-sub proprio perché il sistema main lavora già in full range ed è in grado di sprigionare bassi potenti e profondi. Le configurazioni variano a seconda delle richieste, più o meno “aperte” e più o meno “spinte”.

ZioGiorgio.it: amplificazione, processing e trasporto?

Filippo Panella: abbiamo tutti finali D80, sempre d&b, ed ogni cassa è controllata singolarmente. Quindi, di fatto, gli interventi possibili sono parecchi e molto puntuali.
Come trasporto sfruttiamo il protocollo DANTE con due fibre per il main già ridondante. Come input spare usiamo invece AES/EBU.
Tutta la gestione delle matrici e dei segnali viene affidata a due Outline Newton (main e spare), una macchina che offre molta flessibilità e un numero elevato di connessioni. La seconda macchina viene usata anche per la gestione delle comunicazioni interne.

I due Newton di Outline

ZioGiorgio.it: i delay?

Filippo Panella: abbiamo previsto tre torri Delay di V-Dosc configurati in modo standard, come si usano ormai da molti anni.

ZioGiorgio.it: nella tua regia hai poi i vari tools che servono per il tuning e la gestione, puoi entrare nel dettaglio?

Filippo Panella: il software base è l’R1 proprietario di d&b con il quale eseguo tutte le modifiche al sistema come puntamento, gittata etc…. Attraverso lo steering elettronico, infatti, riesco anche a decidere dove far “chiudere” l’impianto in gittata. Per esempio, il fonico di The Who mi ha chiesto di fermare la gittata appena dopo la regia FoH e in pochi secondi sono riuscito a soddisfare la sua richiesta. Durante la fase di progettazione e tuning ho previsto qualche snapshot diverso da proporre ai fonici per avere un punto dal quale partire. Le varie EQ vengono invece impostate principalmente dal Newton.

Le torri di delay di Firenze Rock

 

Dopo aver ascoltato un po’ di band durante il pomeriggio e gli open act, ci siamo resi conto di una leggera mancanza delle frequenze basse che invece avevamo ascoltato, potenti e corpose, durante qualche prova di ascolto nell’immediato dopo pranzo. Abbiamo quindi chiesto lumi a Filippo…

ZioGiorgio.it: come mai le basse sono un po’ scariche? Ci confermi la nostra impressione che sono i fonici ad aver voluto questo sound?

Filippo Panella: esattamente. In particolare, nell’open act con Tom Morello ho notato dei suoni molti scarichi in basso. È una cosa voluta e credo che dipenda dal fatto che il fonico volesse rendere molto intelligibile e presente la chitarra, protagonista assoluta, e la voce. In questo genere di musicale i testi (a volte con forte connotazione anche politica ndr) sono molti importanti e si devono ascoltare bene. Per quanto riguarda The Who invece la presenza di un’orchestra così importante, sicuramente influisce sul mix, sacrificando un po’ le basse. Inoltre, i loro tecnici non sono proprio dei ragazzini e sono probabilmente legati ad un suond un po’ più “vintage”.

Tornando al sistema audio che, come molti altri, ci avete chiesto eravamo curiosi di ascoltare, possiamo dire che la nostra sensazione è stata di un sistema con una headroom incredibile, mai in crisi neppure con i pezzi più concitati dell’iconica rock band inglese, ma allo stesso tempo estremamente morbido e musicale, un po’ come da tradizione d&b. Da risentire in altri contesti quanto prima!

Ci dirigiamo in regia dove troviamo Hugo Tempesta alle prese con alcune rifiniture.

ZioGiorgio.it: ciao Hugo, sei vicino ad un mixer, in una regia. Quindi, possiamo immaginare quale sia il tuo ruolo…

Hugo Tempesta: esatto, questo faccio nella vita! Però in questo caso svolgo più il ruolo di coordinatore della parte audio prestando assistenza alle produzioni che si susseguono con i loro fonici e, all’occorrenza, mixo per le band che non hanno fonico al seguito.

Hugo Tempesta

ZioGiorgio.it: cosa abbiamo in regia? Dacci qualche informazione sul set up base che usate qui per Firenze Rocks.

Hugo Tempesta: sostanzialmente abbiamo due AVID S6L in sharing con lo splitter da 64 canali, una main ed una spare. Si tratta di un set up capace di ovviare a tutte le richieste delle band che suoneranno durante il festival (a parte chi si porterà le proprie console comprese di trasporto). Sono mixer molto conosciuti ed è facile che chi arrivi abbia già il proprio show file nella chiavetta. Questo semplifica enormemente le cose.
Comunque siamo in situazione festival con molte band già dal primo pomeriggio. Queste band non fanno neppure il soundcheck, salgono, si aprono i canali, si mette a posto il minimo sindacale e poi si parte. Durante i primi pezzi si lavora poi di fino per mixare canzoni che, molto spesso, senti per la prima volta. Insomma, una cosa “alla vecchia” che per certi versi è sempre divertente!

ZioGiorgio.it: per gli headliner che quest’anno sono The Who stasera e Maroon 5 domani?

Hugo Tempesta: la produzione di The Who ha a seguito i bachi DiGiCo con tanto di trasporti, microfoni e monitoraggi. Noi ci limitiamo a consegnare il PA e poco altro. Stessa cosa per i Maroon 5. Quindi per me il grosso del lavoro viene prima, quando arrivano le schede tecniche e nel pomeriggio…

In regia FoH c’è poi un ulteriore “AVIDINO”, un AVID S3 al servizio di Alessio Comuzzi, che ci ha spiegato la sua mansione.

ZioGiorgio.it: ciao Alessio, che uso fai di questo terzo mixer?

Alessio Comuzzi: questo S3 sostanzialmente serve per mandare avanti i servizi, gestire i talkback e renderli quindi indipendenti dalle sessioni degli S6L. Significa, in pratica, che durante i cambi palco, i line check o il caricamento di show e scene, tutto il programma, compresi contributi esterni, lancio dei video, DJ e presentatori, è indipendente e “sganciato” dal resto. Ovviamente anche i miei segnali arrivano ai Newton di Outline per poi andare al PA.

In regia Luci ci siamo soffermati in compagnia di Alberto Mazzone, il quale, oltre a raccontarci il setup luci e regia, ha condiviso un interessante panoramica sul trasporto e l’utilizzo dei nodi.

ZioGiorgio.it: raccontaci il tuo ruolo in questa produzione e cominciamo dalla regia.

Alberto Manzone: il disegno luci è stato affidato a Blearred, che ha incaricato me e Matteo Moro per quanto riguarda gli aspetti lighting e trasporti. La wyg-room è fornita da Blearred, mentre tutto il materiale luci è fornito da Agorà.
Qui abbiamo una MA compact fornita da RM Multimedia insieme a tutto il pacchetto Luminex, utile per la gestione dei segnali in generale e per cambi palco. In regia è presente una MA Full e una Lite, oltre a tre NPU. Tutto gira nella versione 2 e gestiamo circa 36 universi.

Alberto Manzone e Giulio Rovelli

ZioGiorgio.it: parlami nello specifico del sistema Luminex

Alberto Manzone: grazie alla partnership con RM Multimedia seguiamo attivamente Agorà quando sono presenti queste device. Sul palco abbiamo quattro switch GigaCore 26i che hanno più porte e risultano essere estremamente semplici e flessibili per la gestione dei nodi e non hanno il connettore EtherCom ma solo porte RJ45. Per quanto riguarda il FoH ci sono due GigaCore 12 PoE. Ma la chicca è data dai LumiCore, dei processori che in un festival aiutano tantissimo in quanto ognuno di loro gestisce fino a 64 universi. Ne abbiamo due per questioni di backup e sono in grado di acquisire qualunque tipo di protocollo in entrata per trasformarlo, nel nostro caso, in streaming sACN, che a differenza dell’Artnet è utile per il multicast e, grazie alle priorità, riusciamo ad avere un backup a regola d’arte.
Oggi gli Who arrivano con Artnet e per non andare in conflitto abbiamo preferito convertire il loro Artnet in sACN. In regia abbiamo 4 LumiNode 12, fondamentali per un cambio dell’ultimo momento in cui ci chiedevano l’utilizzo degli Spiider in modalità mapping, con un alto numero di canali. Grazie a questo sistema, in poco tempo siamo riusciti ad operare un cambio importante a livello di universi.

I Luminex presenti in regia FoH

ZioGiorgio.it: com’è la curva di apprendimento nell’utilizzo di Luminex?

Alberto Manzone: negli ultimi due anni siamo sommersi di lavoro, e sono pochi i tecnici che hanno il tempo di mettersi lì e imparare. In questo senso l’affiancamento da parte di RM Multimedia è stato prezioso e ci dà la possibilità di conoscere un nuovo sistema applicandolo direttamente ad una situazione reale. In questo festival quasi tutti i tecnici sono di Agorà, e c’è una preparazione elevata di partenza, con gente che sa quello che fa. Di conseguenza l’apprendimento risulta ottimizzato e veloce.

ZioGiorgio.it: passiamo al setup luci…

Alberto Manzone: a livello fixture abbiamo circa 80 Robe Spiider che, come dicevo, abbiamo dovuto mettere in modalità 8 a 110 canali e quindi con una ventina di universi solo per loro. Poi sono presenti 48 Robe BMFL Blade, Vari-Lite VL 4000 Wash Beam, Prolights Sunblast e Chauvet Color Strike M.
Si tratta di un festival, quindi dobbiamo essere lineari, accomodanti e rapidi. Inoltre, come dicevo, abbiamo allestito una wyg-room dove i vari operatori e LD possono svolgere parte del lavoro di preparazione.
Infine. per quanto riguarda la pre-programmazione, abbiamo cercato di creare una base di partenza standard in termini di posizioni e colori che vada bene a tutti e che chiunque può importare.

ZioGiorgio.it: come mai gli Spiider in modalità mapping?

Alberto Manzone: tendenzialmente si potevano gestire anche in modalità 3 con un numero minore di canali, ma vista la presenza di un’orchestra e la scelta di non utilizzare le hazer, avere più istanze su una macchina come gli Spiider consente di ottenere dell’effettistica in più che non necessità di fumo.

Aldo Chiappini
Redazione ZioGiorgio.it

Vai alla barra degli strumenti