TZN tour 2023: audio

Abbiamo intercettato il nuovo show di Tiziano Ferro, che non calcava i palchi con un tour proprio da ben sei anni, allo stadio Artemio Franchi di Firenze in una giornata umida ed afosa che non ha però impedito al pubblico di partecipare numeroso. Per quanto riguarda l’audio, la squadra era grosso modo la stessa, anche se alla gestione del PA abbiamo trovato la professionista francese Alizèe Tricart che aveva già lavorato al fianco del fonico Marco Monforte nel tour della scorsa estate di Cesare Cremonini.
 
 
L’installazione audio era ad alti livelli, come si addice per un tour di questa levatura e con un team di professionisti navigati ed esperti; il risultato è stato all’altezza delle aspettative.
Quando in campo c’è materiale top, una rent come Agorà e tecnici come Marco, Stevan Martinovic sul palco e tutto il resto della crew, viene sempre da pensare “ci mancherebbe che l’audio non fosse di alto livello!”. Per la verità non è scontato né semplice, anche per via di alcune “insidie” che nascondeva uno stage dal disegno particolare. Proprio per questo che ci siamo fatti raccontare da Monforte e Stevan cosa e come avesse impiegato per questo tour.
Tra i vari racconti di Marco Monforte ci ha incuriosito particolarmente l’espediente dell’uso di un equalizzatore inserito nel feed del gruppo della voce dell’Artista, “post tutto” come ci spiega lo stesso Marco nell’intervista che segue..
 
 
ZioGiorgio.it: ciao Marco, puoi descriverci la situazione sul palco a livello di strumenti e canali, organizzazione così’ da farci un’idea dello show?

Marco Monforte: cominciamo dalla batteria che è composta sia da una parte acustica sia da una parte di canali trigger (cassa e rullante) che uso sostanzialmente anche durante tutto lo show come chiave per aprire i gates. Cercando di sintetizzare sono presenti basso, basso synth, due chitarre, due tastieristi ed una serie di canali di sequenze per una input list di circa 60 canali…

Marco Manforte

ZioGiorgio.it: passiamo alla descrizione del setup in regia FoH che hai scelto per questo tour.

Marco Monforte: la regia è tutta ridondante con al centro una DiGiCo SD7 Quantum con doppio motore, le suite Waves sono doppie come anche le varie mandate allo splitter local che serve per le connessioni IN/OUT con l’outboard. Una situazione ormai collaudata e funzionale.

ZioGiorgio.it: parlando di outboard ti faccio la domanda che ho fatto anche ad altri tuoi colleghi ultimamente. Fermo restando che sono certo potresti fare uno show del genere senza outboard al seguito, cosa ti spinge ad affidarti a macchine esterne e a quale scopo?

Marco Monforte: per quanto mi riguarda le macchine che vengono scelte sono macchine che hanno caratteristiche timbriche che la console non ha. Io, per esempio uso sostanzialmente degli equalizzatori, tra gli altri potrei citare un EQ Brunetti PAR 400 che mi è stato “prestato” da Maurizio Maggi, poi gli XL42 di Midas, un GML8200, tutti strumenti con una connotazione ben precisa e che mi aiutano a raggiungere velocemente il suono che ho in mente. Sul fronte compressioni invece uso un paio di Distressor per i due canali di basso, una macchina molto veloce e reattiva e, per le batterie, i transient designer.

ZioGiorgio.it: ti interrompo un attimo perché sui transient designer vorrei farti una domanda specifica. Con l’uso del transient sulle batterie non si rischia di snaturarne un po’ il suono?

Marco Monforte: certo, può succedere, ma come sempre bisogna fare molta attenzione a come si usano. Per la verità io uso i transient designer solo per andare a controllare meglio il decadimento del suono naturale dei fusti con l’obbiettivo di avere un controllo più preciso sul release. Di conseguenza un intervento ottimizzato sui gate. Quindi, nella pratica, non li uso per “spingere” il suono ma piuttosto per “ottimizzare” il rilascio e per arrivare più pulito possibile sul gate.

ZioGiorgio.it: tornando agli outboard non possono mancare i tuoi amati XL42 sulla voce…

Marco Monforte: sì, un channel strip a cui sono molto affezionato e che uso ormai da vent’anni circa. Mi permette di togliermi dai guai facilmente in ogni situazione e, per me, sul trattamento della voce rimane un fedele alleato. Lo uso anche su cassa e rullante, sia in addizione che in sottrazione e alla fine mi dà sempre quello che cerco.

ZioGiorgio.it: vedo però che c’è ancora qualche cosa di interessante, per esempio l’exciter…

Marco Monforte: lo uso sul gruppo della cassa della batteria e mi permette di dare velocemente armoniche alte bellissime nel momento in cui ne sento l’esigenza. Un altro esempio in cui una sola macchina, in pochissimo tempo, può darti il risultato che cerchi…

ZioGiorgio.it: tra le cose che mi hanno incuriosito di più c’è poi l’uso dell’EQ sulla catena della voce, posto alla fine di tutto, un po’ a rifinire il “pacchetto”.

Marco Monforte: questa è una cosa che molti anni fa mi consigliò Orlando Ghini (che ricordiamo tutti molto volentieri ndr) e consiste nell’uso di un EQ, in questo caso il GML 8200, posto sul “finito” del gruppo della voce.
È un trattamento che viene messo post tutto, anche post ambienti, Delay, compressioni, alla fine della catena, esattamente prima di andare al PA anche perché ti ricordo che la voce viene mandata al PA come canale stereo separato dal resto. Mi permette, in maniera molto accurata, di “finalizzarla” enfatizzando i pregi o attenuando i difetti in maniera semplice ed efficace, riesco ad inserirla meglio nel mix finale.

ZioGiorgio.it: sempre parlando della voce c’è un altro “trick” molto interessante. Il Neve 5045 utilizzato per ovviare al problema passerella.

Marco Monforte: come avrai visto c’è una passerella lunghissima e fuori asse, proprio di fronte al cluster, dove Tiziano esce spesso a cantare.
In questo caso abbiamo utilizzato questa macchina che di fatto è un Gate i cui controlli vengono gestiti in tempo reale da Raffa (Stefani ndr) che, attraverso prove ed esperienza, è in grado di attenuare o alzare la, treshold, le costanti di attacco e rilascio o il tipo di sidechain peak o rms seconda dell’esigenza del momento. Un lavoro indispensabile ed utilissimo in un contesto come questo.

ZioGiorgio.it: sommatori?

Marco Monforte: Per la prima volta abbiamo un Neve Orbit dove transita solo la band, la voce rimane fuori e segue la sua catena come ti ho descritto prima. Con questa macchina diamo un carattere importante alla band, facendo un po’ di esperimenti sugli stems abbiamo notato che aggiunge delle armoniche interessanti e serve da “collante”. Ci ha cambiato notevolmente il suono, secondo noi, nettamente in meglio.

ZioGiorgio.it: passiamo all’effettistica.

Marco Monforte: tra le novità c’è un Bricasti M7, ottima macchina che va a sostituire il mio Klark Teknik 780 che è ancora in riparazione. C’è poi un Eventide Harmonizer H3000 che uso sulla voce di Tiziano solo in certi momenti per spazializzare e dare più energia ed un Lexicon 480 usato su voce e batteria. Sempre annoverabili tra l’effettistica c’e’ una Roland Tm-1 con dei miei sample di cassa e rullante che uso per generare il suono riverberato.

ZioGiorgio.it: approfondiamo meglio. Quindi non metti il riverbero direttamente sui canali della batteria ma piuttosto su questi sample?

Marco Monforte: esattamente, questi sample servono per essere utilizzati come “base” per i riverberi, non entrano nel mix. Nel mix andrà il suono della batteria “vera” (quella acustica per intenderci) ed il suono riverberato ma che è “generato” da questi sample e non dal suono diretto. Questo “trick” (non mio) mi permette di avere il suono del riverbero sempre costante e pulito, privo dei vari leakege (rientri) che inesorabilmente si hanno nel kit. Di conseguenza, sarà sempre molto controllabile e sopra tutto costante che può quindi facilmente essere trattato, spostato in avanti, indietro nel mix. Ottieni molte sfumature timbriche che non sono né evidenti e neanche invadenti ma percettibili. Questo almeno è ciò che abbiamo costruito per questo show e che abbiamo sperimentato in fase di prove e che sembra funzionare bene.

ZioGiorgio.it: sviscerato più o meno tutto ciò che è il “mondo analogico” non rimane che fare un accenno alla parte digitale, quella dei plug in, giusto?

Marco Monforte: come avrai intuito quasi tutte le dinamiche dei singoli canali che uso sono quelle interne al banco mentre uso le suite Waves esclusivamente sui gruppi in uscita. Questo mi permette, qualora mi vengano richiesti degli interventi particolari o di carattere da parte dei Direttore Musicale, di operare sui plug-in, creando memorie quando serve evitandomi di toccare i controlli dell’outboard che rappresentano la mia “base” sulla quale abbiamo costruito il suono dello show.

Sempre in regia abbiamo scambiato due parole con Raffaele “Raffa” Stefani, collaboratori alla regia e fedele alleato di Marco in questo tour.

ZioGiorgio.it: ciao Raffa, puoi aggiungere qualche cosa tu sui vari segnali in entrata ed in uscita?

Raffaele Stefani: i segnali che Marco manda al Drive Rack che gestisce l’impianto sono sostanzialmente due, un master band che arriva dal sommatore Neve e un master della voce che arriva invece dall’EQ GML. Avere il canale della voce separato è molto utile perché permette ad Alizèe, la nostra System Designer, di variare di anche solo di qualche decimo di dB il rapporto della voce con la band in relazione alle varie zone dello stadio. Quindi per noi in regia non cambia nulla, ma per esempio può essere utile alzare + 1dB la voce nei Side piuttosto che nei Delay più lontani, o equalizzarla in maniera diversa al fine di far sentire al meglio ogni zona dello stadio. Durante la mattina dello show Marco e Alizèe fanno un giro per tutto lo stadio verificando questo ed altri parametri mentre io mi sostituisco momentaneamente al mixer.

Raffaele Stefani

Prima di chiudere interviene nuovamente Marco Monforte per aggiungere un suo pensiero finale.

Marco Monforte: come avrai intuito Raffa è una risorsa importantissima, ed irrinunciabile e, con lui, tutto il team audio di Agora’ che quest’anno e’ stato davvero eccezionale. Tutti professionisti di altissimo livello molto precisi nel lavoro che svolgono che possono ormai vantare un’esperienza rara nel settore. Mi ripeto, ma produzioni come queste e risultati come questi con questi tempi di allestimento si ottengono solo grazie ad una squadra fatta di eccellenze.
Vorrei ringraziarli per il lavoro svolto, sempre con il massimo impegno, la massima professionalità’ e sempre con il sorriso.

Passiamo alla configurazione del PA con Alizèe Tricart che evidenzia in modo dettagliato le scelte e il posizionamento dei vari sistemi.

ZioGiorgio.it: ciao Alizèe puoi parlarci della configurazione di oggi a Firenze?

Alizèe Tricart: il progetto, come sempre, è mio insieme a Maxime Menelec che però non è al seguito del tour anche se siamo in costante contatto per collaborare al meglio.
Il main è composto da K1 insieme a K1 SB posizionati in array per dare un maggior impatto al cluster che di fatto è un full range. Come avrai visto c’è un posizionamento un po’ particolare del cluster dei sub appesi nel main che, invece di essere rivolto perfettamente frontale rispetto alla platea, è aperto con un angolo di azimut di 25° allo scopo di minimizzare la somma al centro e le possibili interferenze tra i due cluster e rendere così la configurazione più omogenea.

Alizèe Tricart

ZioGiorgio.it: cosa succede in questo caso alla zona frontale, hai dei sub a terra?

Alizèe Tricart: i sub a terra, che in questo caso sono più degli infrasub, sono solamente sei per parte e servono giusto per dare un po’ di “pienezza” al tutto e un “Little help”… Non abbiamo bisogno di un numero elevato di sub proprio perché l’array principale è già pensato e realizzato per esprimere al meglio le frequenze basse.

ZioGiorgio.it: hai un fronte palco molto largo, sono previsti front-fill o altro?

Alizèe Tricart: l’array riesce comunque a coprire anche la zona centrale, partendo da una certa distanza dal palco. Più a ridosso del fronte palco abbiamo previsto una serie di front-fill che sono sufficienti a coprire quella parte mancante. In un primo momento avevamo pensato ad un cluster appeso centrale ma l’enorme schermo video lo avrebbe relegato troppo in alto e di fatto sarebbe risultato praticamente inutile. Ad ogni modo non ci sono buchi in nessuna zona della platea.

ZioGiorgio.it: e poi extra sides e delay…

Alizèe Tricart: in questo caso tutto abbastanza standard, la configurazione prevede K1 per i sides e i V-Dosc per i Delay, nulla di particolare da segnalare e nulla che non hai già visto e sentito molte volte immagino (sorride ndr).

ZioGiorgio.it: Marco ti ha chiesto qualche cosa di particolare in merito al suono e alla timbrica del PA?

Alizèe Tricart: no, è qualche cosa che abbiamo costruito insieme durante l’allestimento. Aveva già avuto modo di sperimentare questa configurazione con i sub appesi e credo che sia di suo gusto…

ZioGiorgio.it: Alizèe, per quanto riguarda la gestione e controllo?

Alizèe Tricart: tutto come da standard L-Acoustics col software proprietario R1 e il controllo del Network Manager per i finali LA series (LA12 e LA4), un pacchetto affidabile e funzionale.

Dopo aver ascoltato un po’ di soundcheck chiediamo a Marco Manforte qualche considerazione extra in merito a questo set up con i sub appesi…

Marco Monforte: è una percezione del suono leggermente differente, le basse arrivano dall’alto, non è che ci siano più o meno basse frequenze, ma ti arrivano in faccia in maniera diversa, rispetto ai sub posti a terra. È una diversa propagazione dell’energia che, come vantaggio ha che non ti spariscono mai e devo dire che, una volta presa confidenza, questa soluzione mi piace molto.

Sul palco intercettiamo Ivan Omiciulo che si occupa delle radiofrequenze.

ZioGiorgio.it: ciao Ivan, radiofrequenze ed assistente a Stevan giusto? Spiegaci tutto!

Ivan Omiciulo: come ormai da qualche tempo svolgo supporto alla regia per Stevan, col quale mi trovo benissimo e poi, all’occorrenza, seguo i backliner per dar loro un aiuto, insomma ho il mio bel da fare. Detto ciò, poi gestisco le radiofrequenze.
Si tratta di una situazione abbastanza standard, con un discreto numero di canali, ma con una “complicanza” dovuta alla presenza del maxischermo. Avendo davanti questo “muro” di video, perché di questo si tratta, avevamo qualche problema col posizionamento delle antenne che inizialmente avevamo messo di lato ma, per arrivare con i cavi, si dovevano usare oltre 35 metri di cavo, con tutto ciò che questo significa. Abbiamo quindi spostato in cima al tetto le antenne degli IEM (perché le perdite maggiori sono in trasmissione più che in ricezione dove puoi compensare col boost) che sono comunque distanti, ma comunque circa la metà della distanza.

Ivan Omiciulo

ZioGiorgio.it: cosa stai usando?

Ivan Omiciulo: in ricezione, ai lati del palco, ho le palette Shure 874 mentre per la trasmissione la Sennheiser 5000, tutto molto standard.

Passiamo alla regia di palco con Stevan Martinovic

ZioGiorgio.it: Stevan, la tua postazione è veramente simile a quella già vista e rivista; quindi, a questo giro dicci tu cosa c’è di nuovo!

Stevan Martinovic: ok, allora partiamo dai segnali che a questo giro sono gestiti in maniera leggermente diversa. Come sai quando abbiamo due “mondi” di regia differenti, come in questo caso DiGiCo in FoH e SSL sul palco, siamo soliti usare uno splitter passivo, il tipico “baffo da elettricista” per poi spedire i segnali ai vari splitter. Quest’anno ho evitato questo passaggio poiché il cestello SSL – l’ML32 – ha delle uscite 1 a 1 dietro, quindi ho evitato lo splitter passivo, utilizzando invece questo espediente.
Altra differenza, a mio malgrado, è che non ho potuto mettere gli splitter vicini ai musicisti come faccio sempre al fine di accorciare il più possibile il percorso analogico del segnale dallo strumento al convertitore, per problemi legati all’esposizione degli stessi al caldo, all’umidità alle intemperie.

Stevan Martinovic:

ZioGiorgio.it: la tua regia è sostanzialmente la stessa, nulla di nuovo?

Stevan Martinovic: no, però mi sono riuscito a accaparrare i Wisycom per le radiofrequenze che vanno veramente bene. Il bodypack ha un sacco di settaggi e come pre per le cuffie suona veramente bene. Ne ho sei di cui due per l’Artista, main e spare…

ZioGiorgio.it: ho fatto un giro sul palco e, come al solito, ho visto tutte le tue centinaia di segni per il posizionamento dei microfoni, maniacale! (ndr. Ridiamo divertiti)

Stevan Martinovic: non solo segno tutto come hai potuto vedere, ma li controllo più e più volte, per me è essenziale il posizionamento del microfono e, anche sul palco, ne uso diversi per ricercare le sfumature e giocare con i pan.

Aldo Chiappini
Redazione ZioGiorgio.it

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