Tiziano Ferro torna su un palco dopo sei anni di assenza e lo fa con una produzione in grande stile.
Grande a cominciare dal video, enorme, imponente, a tratti “invasivo”, presente a tal punto da far scomparire i musicisti sulla scena, relegati ai lati del palco.
Vero che il pubblico deve poter vedere l’artista anche dalle ultime file, vero che le contribuzioni video, peraltro molto belle e raffinate in questo caso, sono ormai parte integrante della narrazione ma noi, per quel che importa, ci dissociamo volentieri da questa tendenza ormai imperante…
In un contesto come questo, dove i pannelli LED erano posti anche sul calpestio del palco, le luci devono limitarsi a fare da contorno cercando, quando possibile, di creare quella magia e quello spettacolo che, sempre secondo noi, sono ancora assolutamente necessari ed imprescindibili.
Fortuna che Giovanni Pinna e Marco De Nardi sono due professionisti di esperienza e avvezzi ad aver a che fare con metrature LED imponenti e per questo sono riusciti a “contrastare” il video sfruttando le zone rimaste libero. Tra le cose più interessanti sicuramente i POD mobili che si andavano a fondere in maniera molto efficace con la grafica sul Led Wall creando un bel gioco di interazioni e movimento.
Partiamo dal racconto del montaggio, smontaggio e tempistiche con Andrea Staleni (Direttore di Produzione) e poi Marco De Nardi, che abbiamo incontrato in regia luci alla data di Firenze, mentre Giovanni Pinna stavo ultimando il tour di Vasco Rossi…
ZioGiorgio.it: bentrovato Andrea, qual è il tuo ruolo specifico e di cosa ti occupi in questo tour?
Andrea Staleni: ben ritrovati a voi. Il mio ruolo in tour e’ quello di production manager. Ancora una volta Roberto De luca, Antonella Lodi e Alberto Muller mi hanno dato completa fiducia per dirigere questa produzione. È il mio quarto tour con Tiziano ed il primo di nuovo con lui dopo 6 anni di attesa.
ZioGiorgio.it: puoi darci qualche numero, in termini di materiali, fornitori e maestranze?
Andrea Staleni: è una produzione abbastanza impegnativa. Due strutture gemelle per il palco che viaggiano su 14 bilici l’una. La produzione invece viaggia su 26 bilici (piu’ due generatori e merch al seguito) quattro dei quali, per cercare di contenere il gia’ consistente numero dii trasporti sono Pieter Smit dotati di ascensore interno. Due night liners Coach Service per le date al sud che trasportano lo zoccolo duro di tecnici e produzione. Circa 150 persone in tour. Usciamo con 14 muletti e circa 130 facchini. 4 ore di dismantling e circa 6 in totale per completare i ricarichi Agora’ per audio e luci, Italstage per le strutture, STS per il video ed il camera package, Artech per gli fx, Parente per i pyros ,Creative Systems per le automazioni e Liquidmedia per i droni. Eps per i transennamenti, coperture e rolling stage, Orny rock per i camerini, Red tyre e Pieter Smit per i trasporti. Spero di non aver dimenticato nessuno.
ZioGiorgio.it: qual è la parte più delicata nel montaggio?
Andrea Staleni: led led led . Questo e’ un video show con superfici importanti ed un buon grado di ingegnerizzazione e customizzazione. Potremmo stare qui a parlarne per ore.
A -2 procediamo con i pre scarichi di produzione.3 ore di pre rig per poi montare tutto il backwall.
Ho scelto la strada di anticipare parte delle lavorazioni a -2 per poter svincolare gli impegnativi rapporti di contemporaneità’ tra i reparti su un palco profondo solo 8 metri
Per poter stare nei tempi di montaggio e calendario abbiamo scelto di adottare la soluzione di un subdeck in layher che fa da base ad un vero e proprio rollin’ stage (costruito per l’occasione da EPS) che funge da supporto al pavimento led di STS.A -1 montano tutti gli altri.
All’ out dopo aver fatto uscire la backline, rolliamo off stage L + R liberando così’ il subdeck per lo smontaggio delle luci, fx, audio e automazioni mentre disassembliamo il floor led a terra sulla plastica.
La parte piu delicata del montaggio? Dopo aver montato il backwall la parte piu’ lunga e delicata e’ quella di far collimare le curve concave led con il muro, mettere in squadra il floor , assemblare la porta led da dove entra l’artista e lavorare le curve convesse.
ZioGiorgio.it: come hai trovato la situazione lavorativa, rispetto alla complessa ripartenza dello scorso anno? Anche in relazione a tecnici e manovalanza…
Andrea Staleni: vedo gente nuova. Al catering mi rendo conto che ne conosco pochi. Forse un ricambio generazionale. Questo e’ un bene, ma ci vuole tempo e qualche mancanza si sente.
Devo dire che il nuovo ufficio risorse umane di Live Nation ha lavorato molto per la reperibilità’ degli specializzati e del facchinaggio.
Sulle date piu’ difficili questa produzione ha a proprio seguito alcuni bus di facchinaggio.
Per un tour che usa tantissimo la machinery forse qualche difficoltà’ nelle abilità’ degli operatori forklifts che in alcune occasioni ci hanno messo un po’ in crisi ritardando le dinamiche di alcuni processi.
ZioGiorgio.it: prossimi impegni!?
Andrea Staleni: intanto tornare in montagna per un po’, dove mi sono trasferito per scelta da poco. Poi una tornata di eventi in attesa del prossimo tour!
ZioGiorgio.it: ciao Marco, la prima evidenza è che c’è tanto video, tantissimo. Partiamo da qui?
Marco De Nardi: partiamo dal progetto luci che è di Giovanni Pinna, che collabora con l’Artista da ormai qualche anno. Giò è in tour con Vasco e quindi io sono l’operatore all console per il tour per le date in cui non sarà presente.
Dopo la data di Napoli poi riprenderà il comando della console.
E sì, c’è tanto video ma ormai la base dei concerti in Italia parte da questo presupposto, quindi, c’è da trovare dei compromessi, anche se a questo giro abbiamo fatto un po’ fatica a “contrastarle” la metratura imponente.
In definitiva si può dire che siamo a supporto al video, almeno per come la vedo io, che però, per contro e per fortuna, ha dei contributi molto belli.
ZioGiorgio.it: anche il pavimento è fatto di pannelli video, questo non crea riflessi fastidiosi?
Marco De Nardi: solo in alcune occasioni qualche riflesso sui volti ed è un problema che si nota maggiormente nelle camere, ma nulla a cui non si può rimediare con un po’ di mestiere.
ZioGiorgio.it: non c’è molto spazio per inserire i corpi illuminanti ma vedo due POD appesi, che ormai sono un po’ il marchio di fabbrica di Pinna.
Marco De Nardi: in questo caso c’è stata una richiesta diretta di “movimento” e i POD sono funzionali e vengono sincronizzati col video producendo un effetto a mio avviso molto efficace. Funzionano molto bene quando c’è tanto fumo quindi la speranza è che stasera ci sia un’aria abbastanza ferma.
ZioGiorgio.it: passiamo al tuo lavoro e parliamo della parte di programmazione, del mixing durante lo show…
Marco De Nardi: a maggio insieme a Pinna abbiamo programmato per tre giorni consecutivi circa venti bravi, utilizzando Syncronorm di Depence che è un sistema di pre-visualizzazione molto efficiente per poi arrivare alla data 0 di Lignano dove io ho proseguito la programmazione con la supervisione di Giovanni che ci ha raggiunto per un paio di giorni. Abbiamo cercato di organizzare il tutto in maniera che lo show sia congeniale ad entrambi e, per questo, la scelta più ovvia era usare il time code il più possibile. Io personalmente poi sono uno a cui piace usare molto il time code e lasciare solo il minimo indispensabile per il mixing live.
ZioGiorgio.it: dove avete posizionato le fixture dato che lo spazio non è poi molto?
Marco De Nardi: soprattutto sul tetto, dove abbiamo parecchie cose, tra cui Ayrton Cobra, i Mega Point, i Forte, gli Spyder e poi i Robo Spot tutto Robe. Sempre sul tetto una fila di SGM P5 che servono per fare il wall washer, la diffusa sul pubblico, e che uso anche come strobo quando serve.
Sulla pedana invece abbiamo scelto gli iForte sempre di Robe che sono IP65 e quindi resistenti alle intemperie.
ZioGiorgio.it: ultimamente vedo molti Robo Spot in giro in tour. Pensi che questa tecnologia possa rimpiazzare definitamente il buon caro vecchio followspot?
Marco De Nardi: io all’aperto ed in situazioni così grandi preferisco ancora i followspot che in alcuni casi sono ancora più potenti, però sono innegabili i vantaggi dei Robospot.
I ragazzi che abbiamo in tour sono veramente molto bravi e questo di per sé è un grande vantaggio, come del resto lo era con i followspot…
ZioGiorgio.it: per quanto riguarda il floor?
Marco De Nardi: anche in questo caso abbiamo inserito ciò che ci è stato permesso di inserire negli spazi utilizzabili, considerando che il palco è molto stretto e sostanzialmente di tratta dei Katana di DTS per fare effettistica. Abbiamo poi due ali laterali con qualche faro messo di taglio con i fasci che devono fare lo “slalom” tra i cluster dell’impianto audio e la struttura, quindi non così utilizzabili alla fine…
ZioGiorgio.it: passando in regia c’è la tua fedele GrandMA che però gira ancora col la versione 2 del software. A quando il passaggio alla V3, alcuni tuoi colleghi la stanno già utilizzando.
Marco De Nardi: il software V3 va bene ed offre molte features in più e soprattutto più attuali, laddove la versione 2 comincia a sentire un po’ il peso degli anni. Io personalmente prima di effettuare il cambio voglio essere sicuro di padroneggiare bene il software nuovo e per farlo c’è bisogno di tempo che, fino ad oggi, non ho avuto.
In comune accordo con Giovanni quindi abbiamo deciso di stare con la versione 2, ma di certo prossimamente passerò alla V3 e tra poco credo sarà praticamente obbligatorio il passaggio.
ZioGiorgio.it: parliamo di trasporti, come vengono gestiti?
Marco De Nardi: i segnali sono tutti sotto NPU ed usiamo l’ArtNet come backup mentre le macchine sono tutte Luminex. Solo all’ultimo scendiamo in rame per andare in DMX alle macchine.
ZioGiorgio.it: a proposito delle fixtures e del DMX, come state utilizzando le macchine, full o modalità semplificata?
Marco De Nardi: sia a me che a Giovanni solitamente non piace spremere le fixtures al massimo, tendiamo ad usare il meno canali possibili infatti, conti alla mano, siamo ad “appena” 22, 23 universi DMX che per uno show del genere non è moltissimo.
Aldo Chiappini
Redazione ZioGiorgio.it