In questo articolo vi raccontiamo il particolare setup dell’edizione 2024 del Teatro dell’Opera di Caracalla. Una splendida cornice che dal 5 luglio al 10 agosto ha ospitato le produzioni di Tosca e Turandot con la regia di Francesco Micheli e le luci di Alessandro Carletti.
E’ stata anche l’occasione di vedere dal vivo le prestazioni del nuovo E.SHOW maxx TW+ di ROXX, un prodotto relativamente nuovo per il mercato italiano e che stiamo vedendo sempre di più all’interno di eventi differenti, dalle sfilate di moda, all’architetturale, passando per eventi televisivi, live e naturalmente l’opera. Presenti anche i Q8 di SGM in un ruolo insolito che in realtà ha rivelato una scelta più che azzeccata e i Claypaky Arolla Aqua, scelti oltre che per le loro prestazioni di alto livello, anche per la qualità del frost e gli Argo di Ayrton per la particolare gestione del colore.
In un caldo pomeriggio di luglio, insieme al Lighting Designer Alessandro Carletti e Pino Loconsole di Lucidiscena, la rental company che ha fornito le luci per Caracalla, abbiamo analizzato il concept illuminotecnico delle due opere e la scelta delle tecnologie. Buona lettura!
ZioGiorgio.it: Alessandro cominciamo dalla genesi di queste produzioni, tra compromessi, sovrapposizioni, esigenze diverse ecc…
Alessandro Carletti: di fatto il regista è Francesco Micheli per entrambe le produzioni, Tosca e Turandot. La struttura, ideata da Fuksas, è unica per tutti gli spettacoli, e si offre un po’ come tutte le architetture di questo tipo, ad una gestione libera dello spazio.
Le rappresentazioni hanno due codici completamente diversi in quanto è presente una dinamica architettonica e una dinamica video che si aggiunge; Per Tosca più grafica, per Turandot più “video game style”, per assurdo un 8 bit proiettato che prende tutta la superficie di Caracalla sia i torrioni che l’installazione, con tutte le problematiche di uno spazio aperto, come la struttura che porta i videoproiettori e via dicendo.
Il pensiero naturalmente è un pensiero a stampo creativo, e riuscire a portare avanti il lato creativo dei due spettacoli più la scena più le videoproiezioni più Caracalla, cercando di rispettare allo stesso tempo quelle che sono le esigenze di questa location non è stato semplice. C’è l’opera, il balletto, il concerto, e lo scopo è stato quello di aiutare i tecnici che hanno un cuore grosso così, a gestire al meglio quelli che sono i cambi tra i vari eventi, considerando quelli che sono i tempi.
Quindi si, un pensiero artistico il più libero possibile, ma vincolato da quelle che sono le dinamiche tecniche alle quali uno deve far necessariamente riferimento.
Tosca copyright Matteo Castiglioni
ZioGiorgio.it: quindi come hai impiegato le varie tecnologie per far fronte a queste esigenze?
Alessandro Carletti: abbiamo i Q8 di SGM che hanno funzionato soprattutto per la gestione colorimetrica e la potenza, e si occupano di illuminare la grande architettura dal proscenio. Tutti gli altri sono all’interno coperti delle quinte, e qui con l’apertura di scena è sempre difficile andare in coperta, perché appena ti allontani un po’, vedi tutta Roma (NdR Ride!).
In generale a me piace usare molto una luce morbida di quinta piuttosto che usare il solito sagomatore, ed essere un soffio aggressivo, se vuoi potente, ma con un’ombra non definita sempre un po’ impastata, sempre un po’ polverosa. Quindi serve una sorgente morbida, ma che allo stesso tempo possa garantirmi dai 50.000 60.000 per intenderci. Abbiamo poi una sorgente puntiforme RGB che sono gli Argo di Ayrton e gli Arolla Aqua di Claypaky che lavorano su base e sono quelli che mi danno in assoluto più profondità e controllo grazie soprattutto ad un Frost pazzesco di cui sono dotati.
ZioGiorgio.it: parlaci invece della scelta dei Roxx in questa produzione…
Alessandro Carletti: li ho conosciuti a Monaco tempo fa e li ho visti nuovamente insieme a Pino. Si tratta di un prodotto ottimo, ed è una garanzia proprio per il fatto che ha le ottiche variabili. In scena fanno la parte flat così da avere un doppio livello di tridimensionalità e bidimensionalità. Inoltre li sto utilizzando per tutto quello che è l’architetturale di Caracalla, quindi tutto quello che è Caracalla nella sua essenza. Grazie a questo prodotto riesco ad avere spinta e seguire quelle che sono le dinamiche di colore degli spettacoli, ma anche di Caracalla stessa.
L’architettura di Caracalla è illuminata da un impianto fisso composto da vecchi Robe 1200, che naturalmente si portano dietro sempre un casino di rosso. Con i ROXX bilancio un po’ quella che è la problematica di un LED pre-esistente ormai datato.
Inizialmente avevo pensato di mettere dalle quinte 8 + 8 ROXX maxx sempre che lavoravano diretti ad entrare. Ho fatto delle prove che non mi hanno convinto anche per il discorso delle tempistiche di montaggio e smontaggio, e ho scelto una soluzione più semplice poggiandoli sui container. Devo dire che comunque funzionano in quanto non mi portano tante ombre. Da vicino diventano un po’ più aggressivi consentendo di lavorare sul doppio livello tra i Q8 che “sporcano” e loro che magari mi portano un altro colore e un po’ più di versatilità sulla scena.
ZioGiorgio.it: hai fatto uso di previz e simulatori?
Alessandro Carletti: non potrebbe essere altrimenti, in casi come questo devi lavorare un po’ in anticipo. A Caracalla hai solamente tre notti per lavorare sulle luci di due produzioni da tre ore ciascuna, per cui grazie a Vectorworks e Capture sono riuscito a dare una base di visione rispetto a quello che è il pensiero. Ho ottenuto il 3D della scenografia che mi consentito di ottenere una risposta, anche se la vera materia e soprattutto gli angoli poi li vedi qui. Avendo ragionato basso soprattutto con i tagli, posizionati al massimo a due metri, è stato poi semplice fare queste piccole variazioni sul campo.
ZioGiorgio.it: non vedo un gran frontale…
Alessandro Carletti: ho fatto un gran lavoro di taglio per sviluppare quel concetto di tridimensionalità e poco frontale, se non con dei segui-persona e qualche posizione molto sagomata e molto raccolta.
ZioGiorgio.it: di quante memorie parliamo in tutto?
Alessandro Carletti: considera un’ottantina di memorie per ciascuna opera.
Lucidiscena è un fornitore molto preparato e di esperienza. Conosce l’ambiente e conosce soprattutto le esigenze dei lighting designer.
Turandot copyright Matteo Castiglioni
ZioGiorgio.it: bentrovato Pino, quali erano le richieste di produzione e come le hai risolte?
Pino Loconsole: ci siamo semplicemente confrontati in un raro momento di calma in cui mi ha parlato delle sue esigenze per questa produzione. Ho proposto dei prodotti che pensavo potessero essere utili per questo tipo di allestimento molto particolare per via della scenografia e dal contesto. Avendo avuto un po’ di esperienze in questo spazio, ascoltando un po’ quello di cui aveva bisogno, ho pensato di proporre una serie di prodotti tra cui appunto i nuovi ROXX. Sono prodotti che apprezzo moltissimo, e che oltre ad un ottima qualità del fascio luminoso e un bianco davvero sorprendente, sono ip65 e risultano semplici da installare. Sono contento che siano piaciuti e che li abbia inseriti in un contesto scenico/architetturale come questo.
Chiudiamo con Cristiano Perandini di Alto Professional Lighting, distributore per l’Italia dei prodotti ROXX.
ZioGiorgio.it: Cristiano, chiudiamo con un tuo punto di vista da distributore…
Cristiano Perandini: ROXX è una azienda giovane e la caratteristica di questi prodotti è la versatilità, quindi la qualità della luce insieme ad una serie di caratteristiche lo rendono interessante per le rental company in quanto riescono a piazzarlo su quasi tutti i lavori, dal teatrale al televisivo, architetturale, congressuale eccetera. L’azienda ROXX, non solo su questo prodotto, ma in generale su tutti i prodotti ha una cura dei particolari, con prodotti che racchiudono un po’ tutte quelle che sono le esigenze dei lighting designer e delle rental company con risultati interessanti.
Info: www.altolighting.com
Info: www.lucidiscena.com
Walter Lutzu
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