Solo loro, gli Elii, possono permettersi di annunciare il ritiro dalle scene per poi tornare, più volte e con motivazioni sempre diverse e originali, a suonare dal vivo. Per la gioia dei fan e di tutti coloro che desiderano ascoltare musica divertente e suonata magistralmente (e facciamo anche una rima, ndr!). Siamo stati in una caldissima Sarzana, dove, con una formazione rimaneggiata e priva del batterista Christian Meyer, Elio e i suoi compagni hanno regalato due ore di musica eccellente. Musica ottima, arrangiamenti impeccabili e un mix incredibile! Sì, proprio incredibile, perché ogni volta che incontro Foffo Bianchi e lo vedo lavorare con quel suo approccio “basico”, mi stupisco di come si possa ottenere un suono così! Un mix bilanciato, profondo, coinvolgente, intelligibile, esattamente come si dovrebbe sentire un live, una cosa che forse noi e le nostre orecchie abbiamo un po’ dimenticato, ormai abituate a transient designer e compressioni parallele…
Ho provato a carpirne i segreti, ma i segreti non ci sono, se non, guarda un po’, nelle orecchie, nel gusto e nel balance.
Con grande piacere, ritroviamo anche il service Sonique che ormai è diventato un binomio perfetto con Elio e che da diversi anni fornisce tutto il materiale tecnico dei suoi tour.
In un contesto di festival non hanno sfigurato nemmeno scenografie e luci, anche se da sempre con ELST è la musica la vera protagonista.
ZioGiorgio.it: Foffo, ci incontriamo e ti intervisto da anni e ancora oggi non mi capacito di alcune cose… Per esempio, tu non usi praticamente compressioni, equalizzi pochissimo, hai un approccio al mix che direi “minimale, eppure suona sempre tutto alla grande (opinione di molti…)
Foffo Bianchi: io non uso quasi nulla e lo ripeto anche questa volta. Dopo tutti questi anni sono io che non ho capito come le persone non abbiamo ancora capito (scusa il giro di parole) che le compressioni in un certo senso si “inimicano” la qualità del suono.
ZioGiorgio.it: però pur non usando dinamiche i tuoi mix rimangono sempre ben controllati comunque, questo mi chiedo…
Foffo Bianchi: per cercare di fare dare una spiegazione a questa cosa che mi chiedi posso dirti che nel mio caso è una questione di balance. Ogni piccolo adeguamento, anche mezzo dB sui canali, durante tutto il brano e fatti in maniera continuativa, porta al risultato che io cerco e che, a quanto pare, anche tu stai dicendo essere funzionale…
A me hanno insegnato questo approccio fin dall’inizio e uno dei miei punti di riferimento in questo mestiere che è Franco Finetti mi ha sempre detto che meno situazioni che impediscono la riproduzione della dinamica ci sono meglio è. La dinamica va lasciata ai musicisti, all’arrangiamento ed al rispetto delle parti. Anche per questo motivo preferisco, almeno dal vivo, mixare brani e musica con arrangiamenti funzionali, suonati, non strapieni e iperlavorati come a volte mi capita di sentire. In questo senso lavorare con musicisti come ELST è sicuramente un grande vantaggio. A parte alcune tracce “obbligate” preregistrare non ci sono sequenze e quel che senti è il suono del palco…
ZioGiorgio.it: altra lezione di fonica… Prima durante il soundcheck ascoltavo dei singoli suoni (mi viene in mente in patto della batteria che sonava molto grosso e anche in basso) che immaginavo avresti equalizzato. Invece nulla, salvo poi rendere conto che dentro al mix tutto funzionava bene!
Foffo Bianchi: potrei dirti che è sempre il solito approccio. Non serve a nulla fare dei singoli suoni bellissimi, tagliare, equalizzare se poi quel che realmente importa è il mix finale. Ma ancora una volta tutto è relativo alla canzone ed all’arrangiamento. Nelle produzioni moderne, almeno quelle che mi è capitato di sentire, ci sono sempre una marea di canali e strumenti, questo pare che sia ciò che vada di moda ma non rientra nei miei gusti personali. I tagli di eq, soprattutto passa alto, servono giusto per andare a togliere qualche cosa che potrebbe dar fastidio nella correlazione dei microfoni, il resto lo fa la ripresa microfonica, aspetto sempre importantissimo.
Però, lasciamo dire in tutto questo discorso che nel mio caso un’importanza fondamentale la fa anche il mio fidato team di collaboratori, Andrea Pellegrini che mixa qui con me a quattro a i in regia foh, i backliner, e Gorini sul palco. Un bravo fonico di sala dovrebbe sapere costruire anche un buon team, sempre.
In sala troviamo anche Marco Gorini e Andrea Pellegrini.
ZioGiorgio: ciao Marco, parlaci di cosa ti occupi in questo tour
Marco Gorini: In questo tour sono fonico di palco ma, girando in mezza produzione e collaborando anche con All Service Rent di Simone Albanese che ha procurato il PA per questa data, sto dando una mano a Sara Fedi e a Nicola De Luca per la taratura dell’impianto. Il resto del materiale in tour, invece, è fornito come sempre da Sonique che ormai da diversi anni segue EELST in ogni loro show!
ZioGiorgio: che PA state utilizzando?
Marco Gorini: abbiamo un array composto da 2 Sub per lato serie Vio doppio 18” con 8 Vio 210 (sempre per lato). Come frontfill stiamo utilizzando altre 3 Vio 218 mentre come sub a terra abbiamo 6 218 e 2 318 montati ad arco cardioide.
ZioGiorgio: come gestite i segnali dalla sala?
Marco Gorini: abbiamo la possibilità di consegnare i segnali L R sub e front sia dal FOH che dal palco in modo da poterci adattare ad ogni situazione. Anche la taratura del PA possiamo farla direttamente dal banco (nel caso di piccole variazioni) o dal processore.
ZioGiorgio: che mixer state utilizzando?
Marco Gorini: in sala Foffo sta utilizzando un PM5 Rivage mentre io sul palco ho un PM3 e utilizziamo una stage box attiva con i gain decisi in allestimento e mai più toccati. Non abbiamo nessun outboard esterno ma lavoriamo completamente “in the box”.
ZioGiorgio: ciao Andrea, mi sembra di aver capito che con Foffo lavorate a quattro mani..
Andrea Pellegrini: esatto! Foffo segue la parte dei DCA e gestisce il mix globale mentre io mi occupo dei livelli dei singoli strumenti (ad esempio i volumi di due tastiere piuttosto che la relazione tra microfono sopra e sotto del rullante), seguo le aperture e chiusure dei vari microfoni e il recai delle snapshot che ci servono principalmente per richiamare gli effetti e il tempo del Delay.
ZioGiorgio: che tipi di effetti utilizzate?
Andrea Pellegrini: Principalmente usiamo i Bricasti e gli Eventide sia H3000 che il 2016 sulla batteria.
ZioGiorgio: Marco, tornando al palco, la prima cosa che notiamo sono i wedge monitor che da un po’ di tempo non si vedevano su un palco live..
Marco Gorini: L’utilizzo dei monitor nasce da un Setup che ho ereditato dall’ex fonico di palco Gianluca Cavallini, e che ho voluto mantenere per farli stare il più possibile a loro agio sul palco. Sono una band abituata a sentirsi e a guardarsi mentre suonano! Pensa che Faso ascolta il suo basso direttamente dall’amplificatore! Fondamentalmente i monitor sono in supporto al loro suono naturale!
ZioGiorgio: che monitor stai utilizzando?
Marco Gorini: Faso e Civas hanno i JBL VTX-M22, Elio e Paola i VTX-M20 mentre Vittorio Cosma ha 2 Outline da 8” pilotate da un personal monitor Powerplay P16, stesse casse anche per Jantoman. Batteria e percussioni, invece, ascoltano direttamente dai Behringer P16
ZioGiorgio.it: sappiamo che è un progetto che di fatto è un adattamento della produzione teatrale
Alessio Franceschini: esatto, veniamo dal teatrale con una regia di Giorgio Galione, il quale ha improntato tutta la scena che abbiamo poi riadattato ai festival estivi dove, con una mezza produzione, c’è da trovare la quadra.
ZioGiorgio.it: che integrazioni luci avete in mezza produzione?
Alessio Franceschini: ho quattro tagli giusto per essere sempre al riparo dall’imprevedibilità di Mangoni (NdR. Ride!) e del controluce da terra che mi da una mano per quanto riguarda la profondità. Si tratta di quattro Helix S5000 di Showtec. Un totale di 8 fari che si vanno ad affiancare ad una videoproiezione.
ZioGiorgio.it: cosa è davvero indispensabile nelle richieste ai service local?
Alessio Franceschini: prima di tutto un minimo di piazzato con almeno 8 wash o profile. Al contrario di molti altri show qui è importante vedere in faccia gli artisti. Poi è necessario un minimo di controluce con almeno 6 wash e 6 spot per rendere il tutto più godibile. Oggi come controluce ho solamente degli spot, ma essendo dei Mythos di Claypaky aprono abbastanza e sono sufficienti.
Non faccio un uso esagerato di effettistica con poco fumo. Come ti dicevo qui la cosa più importante è focalizzarsi sul suonato e non tanto sugli effetti speciali.
ZioGiorgio.it: passiamo alla console…
Alessio Franceschini: abbiamo una superficie di controllo “pronti via”, composta da una wing MA, due schermi touch e il software GrandMa2 che gira su un Mac-mini. Il tutto è ben organizzato in una valigia e ti devo dire che in un attimo è tutto pronto. Per il segnale utilizzo le tre uscite fisiche o in alternativa tramite Art-Net che mi permette di gestire fino a 8 universi fisici sul palco. Si tratta di un tour in location dove non superiamo i 5 universi, quindi ci sto dentro abbondantemente.
ZioGiorgio.it: come te la sei organizzata?
Alessio Franceschini: ho cinque master dimmer, ovvero il piazzato, tagli, wash, spot e il mio floor. Un altro fader viene impiegato all’occorrenza ad esempio per le DWE e altri fader per strobate, flash e tap-tempo per gli effetti. Tutto qui.
Aldo Chiappini
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