Time in Jazz, il festival internazionale di Berchidda, passa all’ Heritage-D!

In occasione della 37° edizione del Time in Jazz, l’evento fondato dalla visione di Paolo Fresu, diversi artisti del calibro di Vinicio Capossela, Kenny Garrett e Theo Croker, si sono esibiti tra le colline di Berchidda nel cuore della Sardegna.

Fox Sound Service ne ha seguito l’allestimento per il sesto anno consecutivo portando a debutto il mixer Midas Heritage-D.

L’introduzione del Heritage-D ha rappresentato un cambio significativo per i fonici, che si sono trovati a operare con un mixer che non avevano mai testato né provato prima.

Enrico Fodde (Pre-Sales Engineer di Prase), ha raccolto i commenti a caldo di Carlo Volpe, Ascanio Cusella, Riccardo Bomarsi, e Luca Devito.

“C’è sempre un po’ di timore quando si cambia strada, ma la tecnologia avanza, e Time in Jazz si adegua rapidamente ai tempi che cambiano e alle esigenze tecniche sempre più elevate.” ha commentato Carlo Volpe titolare di Fox Sound Service. “Il cambiamento era inevitabile, e quest’anno è sembrato il momento giusto, anche grazie al supporto fondamentale di Prase, che ha fornito una persona che supportasse i vari fonici durante tutte le serate garantendo una transizione senza intoppi”.

“E’ stata un’esperienza interessante” aggiunge Ascanio Cusella, fonico FoH residente. “Avevo già preso confidenza con l’interfaccia grazie all’editor, quindi mi era chiaro il modo di ragionare del mixer. Tuttavia, nonostante questa familiarità, l’esperienza dal vivo è stata una rivelazione. L’editor non ti permette di percepire il risultato finale in termini di resa sonora. Il suono che ho sentito con il Heritage-D è stato una piacevole sorpresa. È in linea con la qualità della serie PRO, di cui sono utilizzatore come fonico residente anche alla Casa del Jazz di Roma da tanti anni, ma con molti miglioramenti che si sono rivelati davvero efficaci. Inoltre, tra le cose che ho apprezzato di più ci sono la risposta immediata dei controlli, ad esempio non bisogna intervenire pesantemente sull’EQ per sentirne una differenza, ed un numero congruo di fader (24+4)che mi permettono di avere un controllo trattile diretto”.

Riccardo Bomarsi, fonico di palco del festival, ha commentato: “Una delle funzionalità che ho apprezzato maggiormente è l’uso della funzione “Manchino”, che mi permette di gestire i vari ascolti in modo efficiente. Posso assegnare canali o gruppi a un fader dedicato tramite la funzione di Pin, per controllarli senza dover navigare tra diversi layer. Inoltre, l’utilizzo dei VCA mi consente di controllare simultaneamente più canali correlati, migliorando la rapidità nelle regolazioni durante il live. Questo è particolarmente utile quando devo intervenire su più strumenti allo stesso tempo. Rispetto agli anni scorsi, in cui abbiamo lavorato con dei PRO2, il cambiamento più significativo è stato sicuramente l’interfaccia intuitiva. Inoltre, un grosso vantaggio rispetto ad altri banchi è la possibilità di creare una “scena madre” e utilizzare le funzioni di “scene safe” per proteggere parametri critici che non devono cambiare tra una scena e l’altra, come ad esempio le configurazioni di patching o i livelli dei monitor”. 

Infine Luca Devito, direttore tecnico, ha aggiunto: “È stata una transizione molto positiva. Chiunque abbia utilizzato il mixer, anche per la prima volta, è riuscito a trovare la propria modalità operativa. Ha messo d’accordo tutti, anche gli affezionati dell’analogico”.      

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