La Notte dei Serpenti: tra tradizione e innovazione

Durante la stagione estiva si è svolta a Pescara l’edizione 2024 di “La Notte dei Serpenti“, un format ideato e realizzato dal Maestro Enrico Melozzi per celebrare la cultura e la tradizione musicale abruzzese avvalendosi anche della presenza di sette artisti noti del Pop Italiano di differenti generazioni. Lo show, andato in onda il 23 agosto su Rai 2 in prima serata e in contemporanea su Rai Radio1, è stato un vero e proprio viaggio tra danza, tradizioni, ambientazioni e vera musica, quella suonata, dove il cast tecnico e la direzione artistica sono riusciti a trovare un perfetto equilibrio tra la bellezza, la qualità e la spontaneità di un evento live e l’impiego di tecnologie e AI.

Photo Credit: VERUSKA CAPRARESE

Di recente abbiamo avuto l’opportunità di un confronto con Sabino Cannone storico Sound Designer e proprietario del MoReVoX Studio e il maestro Enrico Melozzi, che hanno condiviso con noi un affascinante viaggio tra arte, tecnologia, passioni e soddisfazioni. Godetevi l’intervista!

Photo Credit: Luigi Filice

ZioGiorgio: partiamo con l’organico, era lo stesso dello stesso anno o ci sono state delle modifiche?

Sabino Cannone: il Coro era notevolmente più grande (40 Coristi) e, a parte un paio di chitarre in più, l’organico strumentale era lo stesso così come il mio Setup. L’esperienza dello scorso anno mi è servita però ad ottimizzarne alcuni aspetti. Anche quest’anno le sessioni superavano abbondantemente sempre le 100 tracce con la differenza che, nello stesso tempo, abbiamo dovuto mixare 26 brani invece di 10. L’aspetto più importante è sicuramente l’organizzazione delle sessioni.

MoReVoX Studio di Sabino Cannone

ZioGiorgio: Enrico invece quali sono state le tue esigenze da direttore musicale?

Enrico Melozzi: quest’anno ho scelto di inserire un tastierista che si occupasse anche del playback delle sequenze. Sebbene siano state poche, queste sequenze mi hanno permesso di avvicinare il più possibile il sound delle esibizioni live a quello delle versioni incise nei dischi, soprattutto per i brani più conosciuti. Un altro aspetto cruciale è stata la decisione di preregistrare alcune parti di coro in teatro, per poi integrarle con tutte le altre eseguite dal vivo. Questo ci ha consentito di avere un maggiore impatto sonoro minimizzando i problemi di rientri audio. Il coro, essendo il cuore pulsante della nostra tradizione musicale, doveva risaltare al massimo delle sue possibilità, senza perdere nessuna delle sue sfumature.
Sicuramente ho sacrificato un po’ della spontaneità che caratterizzava le performance dello scorso anno, quando suonavamo senza l’ausilio del click. Tuttavia, in cambio ho ottenuto una maggiore qualità sonora e una precisione che ritengo abbiano arricchito l’esperienza complessiva.

Enrico Melozzi

Sabino Cannone: circa i cori, aggiungo che ho usato moltissimo nel mix anche i cori live che grazie a tool di Intelligenza Artificiale è stato possibile epurare da tutti i rientri ottenendo una qualità pari ad una registrazione in studio.
Ho usato un tool OpenSource con un algoritmo custom molto accurato: il processing di 40 tracce di coro ha portato in alcuni casi ad una elaborazione anche di 4 ore.

ZioGiorgio: immagino che ci sia stato un lavoro intenso in fase di pre-produzione, come lo avete affrontato?

Enrico Melozzi: il primo passo fondamentale è stato definire l’organico musicale. Dopo aver stabilito la struttura, ci siamo concentrati sul casting degli ospiti, un processo che in realtà è iniziato già durante Sanremo. Sono soddisfatto di aver trovato un equilibrio generazionale tra artisti diversi, da veterani come Al Bano a nomi più giovani come i Coma Cose, passando per Umberto Tozzi, Noemi, Colapesce Dimartino, Giovanni Caccamo e Filippo Graziani. Questo mix ha dato una ricchezza e una varietà incredibili allo spettacolo.
Per quanto riguarda la parte tecnica, ho messo in campo tutta l’esperienza accumulata nei vari Festival di Sanremo. Abbiamo organizzato prove in modo meticoloso, con tutti i musicisti microfonati e cuffiati, e con i tecnici presenti per l’intera durata delle sessioni. Le prove, che sono durate due settimane, si sono svolte nel suggestivo Teatro Comunale di Atri, un luogo che ci ha offerto un contesto ideale per perfezionare ogni dettaglio.
Un altro elemento di cui vado particolarmente fiero è stato l’esperimento di aprire le prove al pubblico. Sin dalle 10 del mattino, vedevamo persone in fila per entrare e assistere. A fine giornata, spesso mi aspettavano fuori dal teatro per ringraziarci o scattare qualche foto. Questo ha creato una connessione speciale con il pubblico, un’esperienza che ha aggiunto un valore umano al lavoro tecnico e artistico che stavamo svolgendo.

Photo Credit: Carlo Di Simone

ZioGiorgio: Sabino com’è lavorare con Enrico a livello tecnico?

Sabino Cannone: lavoro con Enrico da diversi anni e ormai si è creata una affinità totale. Spesso non parliamo nemmeno di come vogliamo lavorare o del risultato che vogliamo ottenere perchè andiamo entrambi nella stessa direzione.
Credo che il successo della Notte dei Serpenti dipenda molto dalla grandissima professionalità e spontaneità di tutte le persone coinvolte ed Enrico ha creato un cast artistico/tecnico fantastico.
Il risultato finale è frutto di una dedizione totale e voglia di realizzare qualcosa di bello a prescindere da parte di tutti senza mezzi termini; questa spontanietà e verità di azione all’origine è stata percepita dal pubblico che ha ricambiato con decine di migliaia di messaggi di apprezzamento.
In Tv si è spesso abituati a vedere prodotti preconfezionati imposti; la verità e sincerità portata dalla Notte dei Serpenti è quasi un atto rivoluzionario che restituisce a molti la voglia di sognare.

Enrico Melozzi: vorrei aggiungere che, personalmente, mi sento molto più a mio agio con le produzioni musicali televisive, come ad esempio Sanremo, rispetto a quelle discografiche. Questo perché il metodo di lavoro che utilizziamo, sia in fase di mix che di mastering, riesce davvero a esaltare la qualità del suono nella resa finale. A riprova di questo, c’è l’entusiasmo delle persone che ci seguono, che ancora oggi continuano a complimentarsi per il suono delle nostre produzioni.
Un aspetto curioso è che, nonostante l’apprezzamento del pubblico, per ben due volte la trasmissione non ha superato i test sugli standard audio della Rai. Tuttavia, alla fine abbiamo deciso di mandarla in onda lo stesso, convinti della qualità del nostro lavoro. Questo dimostra come, a volte, la passione e la convinzione nelle proprie scelte artistiche possano prevalere su certi parametri tecnici standardizzati.

Photo Credit: Luigi Filice

ZioGiorgio: Sabino, andiamo sul tecnico. Quale setup hai utilizzato per lavorare?

Sabino Cannone: il mio setup è basato su ProTools HDX ed ho mixato tutto “in the box” ma ho utilizzato una catena audio analogica per il mastering basata su una console Neumann degli anni 70, equalizzatori GML, Simulatore di nastro Overstayer, Bettermaker come bus-compressor e Antelope Pure 2 per la conversione.
Ho mixato prevalentemente utilizzando delle casse molto piccole o una cassa Bluetooth in modo da simulare il più possibile la resa audio di un televisore verificando sempre il tutto anche con le mie fidate Kii Three.

ZioGiorgio: in questo momento storico in cui la musica è diventata un prodotto consumer pieno di artefatti, come si riesce a mettere in piedi uno spettacolo come la notte dei serpenti in cui la musica è la vera ed unica protagonista?

Sabino Cannone: sicuramente la musica ha un ruolo fondamentale nella Notte dei Serpenti ma non è l’unica protagonista! C’è tutto uno spettacolo che gira intorno che ha bisogno di tanta tecnologia per farlo funzionare. Credo che sia più una questione di equilibri e di volontà.

Photo Credit: Sasa Savino

Enrico Melozzi: purtroppo, è un fenomeno inevitabile. Con l’espansione del pubblico e l’aumento dei live, spesso si assiste a un abbassamento del livello qualitativo. Noi, invece, abbiamo scelto di andare controcorrente, mantenendo quello spirito selvaggio e autentico che ci contraddistingue.
Per me, è stata un’esperienza straordinaria, che mi ha dato l’opportunità di collaborare con grandi autori e con il regista Bozzolini, imparando molto sul funzionamento della televisione. Ad esempio, sapevamo di dover affrontare una concorrenza forte nei primi 20-30 minuti di trasmissione, con programmi di successo come Paperissima Sprint o Techetechete che attirano moltissimi spettatori. Per questo, abbiamo scelto una partenza più delicata, crescendo progressivamente con lo spettacolo. Così facendo, abbiamo attirato il pubblico lentamente, ma una volta conquistato, l’abbiamo tenuto con noi fino alla fine.

SCHEDA TECNICA  MoReVoX Studio
64Ch I/O – Official Dolby Atmos StudioComputer & Interfaces

  • MacStudio M2 Ultra
  • Protools HDX Ultimate
  • Avid 16×16
  • Focusrite 16Line + R1
  • Antelope Orion HD
  • Antelope Pure 2

Monitor

  • Kii Three
  • Neumann KH120 (Atmos 7.1.4)
  • Genelec 8010
  • Klein&Hummel O110
  • Auratone
  • Grado 325

Outboard

  • N.1 EQ Klein & Hummel UE400
  • N.1 Massemburg 8200
  • N.1 Custom Neumann Console
  • N.1 N.2 HRK EQ2484 Inductor Mastering EQ
  • N.1 Elysia XFilter 500
  • N.2 Neve 551
  • N.2 Sound Skulptur 573EQ
  • N.1 Mark Audio PP10B
  • N.2 Chandler LTD1
  • N.2 Empirical Labs Distressor
  • N.1 Neve 5043 Compressor
  • N.1 Bettermaker Mastering Compressor
  • N.2 Evolaudio Fucifier
  • N.1 Millennia STT1
  • N.1 Kahayan Epsilon32 Summing Mixer + Vintage 12K72
  • N.1 Overstayer Saturator NT-02A
  • N.2 Sound Skulptor TS500
  • N.3 Looptrotter SAT500
  • N.1 Looptrotter Emperor
  • N.1 TKAudio BC501
  • N.2 Lindell Audio PEX-500
  • N.1 IGS Rubber Band
  • N.1 Electrix Filterfactory
  • N.1 Retro Mechanical Labs ELECTRON FUZZ CUSTOM STUDIO
  • N.1 Evolaudio HEATMAX (Custom made Driver)

Walter Lutzu
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