Seconda parte del racconto del tour Diodato nei Teatri con la parte visual, che presenta alcune novità estremamente interessanti date dai prodotti impiegati e dall’approccio del Lighting Designer Andrea “Bobo” Amadei, che anche questa volta ha una bella storia da raccontarci.
Cuore del concept è questo mix di tecnologie vecchie e nuove in un setup che Bobo definisce “feroce” in un contesto, quello del teatro, dove è possibile svelare e nascondere, accennare e trasformare.
Tra le tante tecnologie impiegate che vi racconteremo nell’intervista, abbiamo avuto il modo di vedere all’opera in un palco sei IVL Photon di Minuit Une che hanno fatto davvero la differenza, affiancati dal “Big Boy“, un 2kw a incandescenza con doppia parabola che rappresenta la firma del Lighting Designer.
ZioGiorgio.it: Andrea partiamo dal concept dello show
Andrea “Bobo” Amadei: il concept è nato con la collaborazione tra Antonio Diodato e Filippo Ferraresi che ha curato la regia dello show, mentre io sono intervenuto sulla parte di Lighting Design. Abbiamo stabilito questa scenografia chiaramente facendo mille cambiamenti partendo da Marte e tornando sulla Terra.
Alla fine abbiamo i 18 pannelli in plexiglass di varie grandezze realizzati da Paolo Fossataro, con una StripLED che crea un effetto molto bello con delle graziose lame di luce. Poi abbiamo un backwall che a prima vista può sembrare feroce, molto rock and roll, e che rappresenta la vera sfida di questa produzione, ovvero di far convivere questa struttura con uno show molto teatrale.
ZioGiorgio.it: raccontaci appunto il backwall e il floor
Andrea “Bobo” Amadei: sul backwall abbiamo la vera novità di questo allestimento: sei IVL Photon della Minuit Une ai quali ho affiancato nove pannelli Halu Pix di Prolights con i noti effetti volumetrici molto interessanti, sette accensioni ACL e 6 barre di Evo P2 della Portland. Poi c’è un vecchio Big Boy, un proiettore alogeno doppia parabola di Coemar, che rappresenta la mia firma.
Sul palco abbiamo poi dei Diablo di Ayrton e i Robe Spiider sui tagli a terra, tutto rigorosamente basso. Abbiamo creato un ambiente molto stretto, con il muro che appare e scompare, con gli IVL Photon che mi hanno permesso di creare atmosfere veramente uniche. Diciamo che abbiamo portato i Rockets in teatro con un esperimento, una scommessa che abbiamo vinto alla grande.
ZioGiorgio.it: soffermiamoci sui Photon. Immagino ti sei divertito parecchio…
Andrea “Bobo” Amadei: si tratta di una nuova concezione di fixture che rende bene in ambienti medio/piccoli e con l’uso di fumo. Li ho trovati veramente performanti anche su tutta la loro parte di “gobos” che consentono in teatro infinite applicazioni. Mi sono trovato veramente bene e anche la programmazione è stata molto semplice e non abbiamo riscontrato particolari problematiche.
ZioGiorgio.it: tecnologia all’avanguardia ma anche ACL e questo Big Boy…
Andrea “Bobo” Amadei: è un vecchio 2kw doppia parabola che ho impiegato in quasi tutti i tour che ho fatto, dagli Afterhours. Marlene Kuntz, passando per Maria Antonietta e Diodato. Ogni volta che cominciamo un allestimento Antonio chiede sempre dove è il Big Boy. Ha questa profondità che solamente la luce alogena può dare.
ZioGiorgio.it: invece a livello operativo come affronti lo show?
Andrea “Bobo” Amadei: nessun timecode perché non abbiamo alcun tipo di sequenza. Sul palco sono presenti sette musicisti che usano solamente alcuni click. È stato lasciato grande spazio alla musica, e quindi non conveniva neanche fare un montaggio in timecode perché sarebbe sembrato tutto troppo freddo. Quindi abbiamo agito su cue lanciate a mano e quest’anno grande novità: sto lavorando sul grandMA 3 gestita da Alessio Franceschini che mi segue ovunque. E’ una gran macchina. Non è la mia preferita ma devo dire che mi sto trovando veramente benissimo.
ZioGiorgio.it: diamo un po’ di numeri…
Andrea “Bobo” Amadei: tutte le macchine sono state settate alla capacità massima con le modalità DMX più estese. Abbiamo 9 universi gestiti da un nodo ArtNET, acquisiamo talvolta il decimo universo con i dimmer residenti in teatro per gli applausi.
ZioGiorgio.it: quali sono le cose che nel corso degli anni hai trovato vantaggiose e cosa ti manca dal passato?
Andrea “Bobo” Amadei: non sono un nostalgico. Ho sempre seguito l’andare e il vieni della tecnologia, talvolta trovo molte macchine interessantissime ma comunque mantengo sempre questa voglia di farle lavorare assieme. Come vedi qui passo dai Photon al Big Boy, dagli Halupix alle barre ACL. Tutta la parte di incarnati è fatta dai Diablo che devo dire sono macchine fantastiche.
Insomma, riesci a trovare ancora il gusto di fare i primi due pezzi con un controluce e basta e quello che mi piace molto di questo show è che stiamo usando tutto sempre facendo in modo che sia un’altra cosa usando fondamentalmente dei trucchi puramente teatrali. Copriamo, facciamo vedere, lo accenniamo, torniamo indietro. Il tutto unendo il top della tecnologia all’analogico. Un bellissimo esperimento!
ZioGiorgio.it: raccontaci infine l’allestimento. Hai fatto della pre-programmazione in virtuale?
Andrea “Bobo” Amadei: purtroppo non ho potuto prepararmi prima come spesso succede perché avevo delle fixture molto particolari e usate per la prima volta, i pannelli li abbiamo rivoluzionati fino all’ultimo giorno e quindi questa volta il computer non mi ha aiutato. Nello specifico non potevo provare i Photon sul software Capture perché quasi impossibili da simulare ad oggi. Quindi abbiamo preparato la parte patch e il banco per essere pronti a lavorare e abbiamo sfruttato quattro giorni di allestimento al teatro di Grosseto con il classico schema: la mattina si dorme, da mezzogiorno si assiste alle prove e poi fino alle 6 del mattina a programmare.
ZioGiorgio.it: da chi è composta la squadra luci?
Andrea “Bobo” Amadei: la squadra luce è composta da Alessio Franceschini, il mio operatore MA3 e guardiano della mia salute mentale. Brian Pini Anfossi Bonaccorsi che è il super tecnico luci che ci segue e consiglia tutti i giorni. Infine desidero ringraziare Sonique che ha provveduto alla fornitura degli IVL Photon. Gran passione e come sempre cuore oltre l’ostacolo.
Walter Lutzu
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