AREA: Architettura del Suono al Bright Festival

Tra le installazioni più coinvolgenti del Bright Festival, la Immersive Room ha offerto un’esperienza sonora totalizzante che ha portato il pubblico all’interno di ambienti acustici virtuali di straordinaria precisione e profondità. Dietro questa complessa macchina percettiva c’è il lavoro di AREA, studio specializzato in progettazione acustica immersiva, con sede a Prato. A raccontarci il loro approccio è Mauro Forte, fondatore dello studio.

 

“Il nostro spazio è sia un showroom permanente sia un ambiente produttivo. È un luogo dove le tecnologie non sono solo esposte, ma realmente utilizzate per creare, sperimentare e formare. Tutti i giorni lavoriamo con artisti, sound designer, tecnici, per tradurre le idee in forme sonore coerenti e percettivamente efficaci, senza imposizioni tecniche. È uno spazio che vive di ascolto e condivisione.”

Una delle sezioni chiave dello studio è dedicata al sistema d&b Soundscape, tecnologia al centro anche della proposta AREA per il Bright Festival. “Abbiamo voluto offrire un’esperienza immersiva reale, non simulata. Il nostro obiettivo era quello di ricostruire un ambiente sonoro tridimensionale in cui l’ascoltatore percepisce i suoni come generati fisicamente nello spazio. Questo è possibile solo con una gestione estremamente accurata del suono.”

 

L’impianto realizzato per la sala demo del Bright Festival era composto da 12 altoparlanti d&b audiotechnik modello 8S, un subwoofer E12-X e 4 amplificatori modello 5D da quattro canali ciascuno. Il tutto era governato dal DS100, il cuore pulsante del Soundscape. “Si tratta di una matrice potente e intuitiva – spiega Forte – che ci consente di gestire ogni singolo altoparlante in modo indipendente. Questo ci permette di collocare virtualmente ogni fonte sonora nello spazio in tempo reale.”

Una particolarità del sistema è l’utilizzo di altoparlanti dotati di driver coassiali, che garantiscono un’eccellente coerenza di fase: “Questo dettaglio tecnico è fondamentale. Ci consente una diffusione ampia, controllata e coerente, che rispetta fedelmente i principi della wave field synthesis. È grazie a questo che gli spettatori hanno potuto percepire i suoni come provenienti da ambienti virtuali diversi, in perfetto allineamento con l’idea degli artisti.”

Ma come si garantisce una qualità costante in ambienti così diversi? “Il segreto è duplice: da una parte, c’è la scelta degli altoparlanti, che devono essere coerenti con i contenuti da rappresentare; dall’altra, c’è la collocazione nello spazio, che va progettata fin dal principio. Questo approccio garantisce che ogni gesto artistico venga percepito nella sua interezza, senza compromessi.”

Un altro elemento determinante è la messa a punto del sistema, soprattutto in un contesto complesso come quello del Bright Festival. “La calibrazione può sembrare un processo tecnico lungo, ma in realtà – grazie agli strumenti forniti da d&b come ArrayCalc e il software di controllo R1 – la configurazione diventa molto più fluida. Prepariamo tutto in studio, con un modello virtuale della sala. Quando arriviamo sul posto, dobbiamo solo ricostruire ciò che abbiamo già definito. È un processo affidabile, riproducibile, che ci permette di lavorare in modo estremamente efficiente.”

Infine, c’è la questione del bilanciamento tra impatto e comfort acustico, spesso sottovalutata. “Per noi, l’equilibrio percettivo è centrale. Il Soundscape ci permette di superare i limiti della stereofonia o del surround convenzionale. Non si tratta solo di ‘spostare’ i suoni, ma di restituire una presenza acustica autentica, indipendentemente da dove si è seduti. Il risultato è una comprensione spontanea, naturale, in cui il suono sembra staccarsi dagli altoparlanti e riempire lo spazio.”

Con il loro approccio preciso, etico e progettuale, AREA dimostra come la tecnologia audio possa diventare una vera e propria architettura dell’esperienza. Non solo supporto tecnico, ma linguaggio sensibile al servizio della visione artistica.

Info: areahub.it

Info: dbaudio.com

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